bianco e nero

come una foto. in bianco e nero. nessuna concessione al colore, alla spettacolarita', ai nuovi barbari. bianco e nero colori vividi dell'essenziale, solo l'autenticita' della forma. della sostanza. l'occhio vede e non si inganna.
"questo e' il mio segreto.
veramente semplice.
si vede bene solo con il cuore.
L'essenziale e' invisibile agli occhi."
Il piccolo principe. A.d.S-E.

giovedì 20 maggio 2010

l'uomo che verra'



per chi ama il cinema italiano ma ritiene che Ozpetek sia ripetitivo e Antonioni un po' datato (ma non è vero).
per chi vuole entrare in un pezzo di storia a patto di non aspettarsi l'altisonanza dei sentimenti urlati.
per chi ha visto "il vento fa il suo giro" e ha pensato che Giorgio Diritti, il regista, abbia qualcosa da dire.

"l'uomo che verrà" parla di guerra, ma solo in parte.

strage di Marzabotto, crimine di guerra compiuto dalle truppe naziste in Italia tra il 29 settembre e il 5 ottobre 1944, nel territorio di Marzabotto e nelle colline di Monte Sole in provincia di Bologna.
è guerra è strazio è sterminio.
ma è, alla fine, un film sulla pietà, sulla compassione, sulla rinascita.
l'ambientazione rurale fa da sfondo ai personaggi ma ne costituisce anche l'essenza primaria. in questa narrazione ciò che conta, ciò che passa, ciò che si vive, è l'essenziale, ovvero una dimensione autentica in cui la vita scorre su elementi primari, insostituibili, scanditi dal tempo in modo inesorabile ma solido: il lavoro, la famiglia, la casa, il matrimonio, i figli, l'educazione, la terra, il raccolto, la chiesa.
la vita.
la morte.
e le nascite.
anche in questo caso il vento fa il suo giro, vita e morte ruotano, senza stupore, ineluttabilmente. si vive sapendo di morire e di dare il testimone a chi verrà dopo di noi.
la strage lascia il segno per la sua crudeltà e stupidità, paralizza per la sentenza della legge della guerra che non lascia scampo, ma nel film non c'è quasi spazio per il giudizio perchè la narrazione è asciutta, diretta, senza enfasi nè sentimenti armati.
un colpo di pistola, tutto è finito.
un mitra spara sulla folla. finito.
una vecchia zoppa non ubbidisce al comando di uscire. finita.
un bambino piange mentre violentano la madre e da fastidio. finito.
una donna viene salvata per una somiglianza con la moglie del nazista, ma vendica la crudeltà dello sterminio, uccide ma viene uccisa a sua volta. finita.
un padre crede la famiglia annientata, si butta verso i nazisti sperando in un colpo che lo atterri e ponga fine al suo dolore. finito.
un gruppo di gente inerme viene rinchiuso in una chiesa, si rompe un vetro, bomba. finiti.
ma anche un nazista viene preso dai partigiani, un colpo alla nuca. a freddo. finito.

tutto parebbe finito, ma c'è Martina.

ha otto anni e da quando, anni prina, è morto il fratellino appena nato ha smesso di parlare. martina sente il legame con la terra, più di chiunque altro, ne segue i ritmi, come un animale, con la stessa istintualità. vive l'appartenenza in modo viscerale, come glielo hanno insegnato, come lei lo ha assorbito come le radici di una pianta, e alla morte di un fratello da l'unica risposta di cui è capace: il silenzio.
martina guarda e osserva. e i suoi occhi hanno ancora più valore perchè non parla. martina aspetta.
aspetta un tempo migliore.
aspetta l'arrivo di un nuovo fratellino, che nasce, finalmente, poco prima che la strage abbia inzio.
nello sterminio muoiono la madre, la nonna, il padre. finiti.
ma lei persegue solo uno scopo, salvare suo fratello.
sembra che la strage non la tocchi, non piange in mezzo ai cadaveri, rialzandosi con il volto schizzato del sangue di quelli annientati dall'esplosione nella chiesa, scappa, corre, prende il fratello ancora vivo, lo nutre, lo nasconde.
il mondo intorno sembra non riguardala. non vede la morte ma solo la vita, la vita dell'uomo che verrà. dell'uomo che rinascerà dalla strage, dalla guerra, dall'insensatezza.
protegge la vita come invasata da una missione, la sopravvivenza della specie e della sua stessa terra.
la anima la speranza invitta dell'uomo, della giustizia, della ricostruzione.
spinta da una forza incoercibile, cieca a tutto il resto, tenace, senza sosta e senza ragioni. spinta da qualcosa che somiglia alla vita, la vitalità.

sopra la morte, martina salva il suo piccolo fratellino e lo consegna al futuro.
finalmente, in chiusura, canta ritrovando la voce, quell'estensione dell'anima che mai mente, e le parole dei canti della terra, cullando tra le braccia l'uomo che verrà.
la vita che verrà.

un capolavoro.
andate a vederlo.

15 commenti:

Tequila Bum Bum ha detto...

Che bella storia... che bel messaggio... però dubito che arriverai mai nel mio piccolo cinema di provincia... peccato... (e per la cronaca... Antonioni non è datato, è un maestro, e Ozpetek non è ripetitivo, va solo a corrente alternata)

Anonimo ha detto...

non sapevo che Antonioni facesse il regista...ero rimasto che faceva parte dello staff dirigenziale che segue le nazionali giovanili...già, Giancarlo Antognoni è stato un grande.

quanto al film...proprio un bel film...da passare una serata spensierata... (lo so sono un coglione...)

Rossa ha detto...

io l'ho visto in dvd. lo trovi di sicuro anche nella tua provincia bum bum. cercalo, guardalo poi torna. anche il nastro bianco, di cui scriverò a breve.
ciao

Rossa ha detto...

ma davvero Kermit, proprio un
pirla. lo so che ti imbarazzo con 'ste cose, ma cosa ci devo fare..intanto sei qui e io lo apprezzo, comunque.
guardalo anche tu dai, anche se è un mattone. ma è anche la tua terra, la sentirai.

Anonimo ha detto...

tu sai che ti voglio bene...e che tengo in considerazione i tuoi consigli...ma piuttosto di guardare un mattone del genere mi inchiodo i maroni ad un'asse di legno :)

Tequila Bum Bum ha detto...

Cunny quanto sei delicato! ahahahahahahahahahah

Rossa ha detto...

eccome se li tieni in considerazione, ma tanto anche, proprio come si fa con quelli ai quali si vuole bene. valà dai..
in verità sapevo che anche questa volta non mi avresti seguito.

Rossa ha detto...

ecco appunto bum bum, un grande successo, anche questo post.

Tequila Bum Bum ha detto...

non è questione di successo o insuccesso... tu scrivi e fai bene così... il senso dello scrivere sta nell'esternare e nell'essere letti... il commento, secondo me, non è necessario... è un passo successivo, la condivisione, ma prima di tutto c'è la necessità di esternare...

Rossa ha detto...

ne sono convinta bum bum, assolutamente convinta, anche se scrivere qui è per farsi leggere e il commento ne è testimonianza.
io mi riferivo solo al tuo commento su Cunny e al suo scrivere di questo post cose..come dire...non di grande apprezzamento e indelicate, come dicevi tu. ma lo perdono.

lupo ha detto...

non dimentichiamoci altre stragi di civili, Sant'Anna di Stazzema, Fosse Ardeatine...

Rossa ha detto...

lupo lupo sei tornato!!
buonasera finalmente. mi mancavi.
si non dimentichiamo. ma tu, questo, guardalo. prometti.

lupo ha detto...

quando uscirà il dvd a noleggio

Rossa ha detto...

ma è uscito!! io l'ho visto in dvd.

lupo ha detto...

ah beh. Non mi resta che trovarlo, noleggiarlo e guardarlo. Arlo!!