bianco e nero

come una foto. in bianco e nero. nessuna concessione al colore, alla spettacolarita', ai nuovi barbari. bianco e nero colori vividi dell'essenziale, solo l'autenticita' della forma. della sostanza. l'occhio vede e non si inganna.
"questo e' il mio segreto.
veramente semplice.
si vede bene solo con il cuore.
L'essenziale e' invisibile agli occhi."
Il piccolo principe. A.d.S-E.

domenica 29 novembre 2009

protesto

LA SIGNORA VERONICA
3 milioni e mezzo al mese. di alimenti.
ma scusate, nessuno dice niente?
gente volgare, insensata. gente che disprezzo.
gente che mostra così spudoratamente senza decenza e senza rispetto lo spreco globale di risorse economiche concentrate nelle mani di una signora dalle fattezze di plastica mal rifatta e già immensamente ricca come la ex signora berlusconi.
non era, ed eravamo, indignati della mancanza di rispetto e privacy del suo nano-marito? -ma le cose che mi idignano, diciamolo, sono altro da noemi escort o trans- e perchè non mantenerla anche doverosamente su qualcosa che rischia di provocare conati di vomito a chi una cifra così non la guadagna neanche in dieci anni di lavoro? dieci? quindici? venti?
come li spende, la povera signora svergognata davanti al paese Italia, 3 milioni e mezzo di euro al mese? è stata insultata o ci insulta?
non possiamo inventarci un lodo, un provvedimento giurisdizionale, che ci protegga dalla volgarità dirompente dilagante della stirpe corrotta e indagata dei berlusconi che pure ci governa?

INFLUENZA A- dati dal ministero della salute
- Percentuale di vittime in rapporto al totale dei malati di nuova influenza A: 0,0030 per cento
- Totale vittime correlate alla nuova influenza A: 91
- Casi che necessitano di assistenza respiratoria: 303
- Percentuale dei casi che necessitano di assistenza respiratoria in rapporto al totale dei malati: 0,010

Aggiornato al 27 novembre 2009 - ore 17.00

Circolare ministeriale sell'influenza stagionale 2009-2010
In particolare, si stima che in Italia l’influenza stagionale causi ogni anno circa 8.000 decessi in eccesso, di cui 1000 per polmonite ed influenza, ed altri 7000 per altre cause. L’84% di questi (pari a 6.700 decessi per tutte le cause e 900 decessi per polmonite ed influenza in media) riguarda persone di età ≥65 anni-

in farmacia non ci sono più vaccini contro l'influenza stagionale. da più di 15 giorni.
chiedo come mai. come mai? le risposte sono le più disparate, per lo più fandonie inventate da farmacisti folgorati sulla via di damasco da inaspettati guadagni.
la più inverosimile è che l'influenza stagionale è già arrivata. io sono in ritardo.
prego?
MA CHE INVENZIONE è MAI QUESTA? già arrivata? ma dove?
qualcuno, un po' più onesto ma non del tutto, mi dice che la gente in preda allo psicopanico mediatico indotto si è comprata, insaziabile, di tutto, anche l'antinfluenzale.
che però non è l'antifluenzale contro l'H1N1..forse il farmacista non ha informato che ogni influenza ha il suo vaccino, quello della stagionale non protegge dalla suina...forse. il vaccino anti H1N1 non è in vendita. lo sapevate?
ogni anno presso l'ospedale in cui lavoro, essendo io personale sanitario, pratico il vaccino contro l'influenza stagionale. ma, quest'anno, c'è solo la prevenzione antinflenzale contro la suina. che nessuno ha fatto perchè i medici sanno che questa influenza è una bufala. forma lieve e passeggera, pandemia già scongiurata, 90 morti in Italia a dir tanto...voi sapete quanti ne fa l'influenza in arrivo? leggete sopra, vi farete un'idea delle differenze.
questi decessi li abbiamo contati tutti, uno per uno...facciamo lo stesso tra un paio di mesi?
non credo, perderemmo il conto. o i conti?
e nessuno li farà. potete stare certi. le casse sono già state chiuse.
in compenso sono in attesa di nuove notizie, che so, sull'aviaria o su mutazioni del virus, meglio non stare mai tranquilli.
quindi, tornando al mio ospedale, se non mi vaccino contro la A, non avrò nemmeno il vaccino B. ma che gioco è? che senso ha? che sanità é? che informazione è? che pastiglie di follia sono state vendute in questi mesi? che sostanza in vena ci siamo sparafleshati da giugno a questa parte? chi sta contando i dobloni nuotando nella vasca miliardaria di paperon de paperoni?
io rimango senza vaccino.
la gente senza destino. consapevole.

emmaus

"cena in Emmaus" - Caravaggio


sto leggendo Emmaus, di Baricco.
è come una domanda infinta, senza misura, senza confini.
è come se fosse la solita storia ma non lo è.
è lo spostamento pauroso drammatico inaspettato verso un altro punto di vista.
è impressionante, leggerlo è una voragine.

"così il mondo ha, per noi, confini fisici molto immediati, e confini mentali fissi come una liturgia. E quello è il nostro infinito."

è l'adolescenza nei rituali della sua martirizzazione, ma praticata e guardata da chi la liturgia la vive veramente, con l'effetto finale di un'enorme lente di ingrandimento.
impressionante.

mercoledì 25 novembre 2009

lella il parrucchiere e io.



oggi ho scoperto che Lella Costa va dal MIO STESSO PARRUCCHIERE.
è una notizia elettrizzante che mi fa sentire molto groupie, è come condividere una cosa molto intima...
ho lasciato detto di salutarla e di farle sapere che ho un blog che la cita nel titolo, e non solo.
forse arriverà un giorno in cui parleremo di scarpe con i tacchi insieme.

domenica 22 novembre 2009

Magnum- queste foto, secondo me


Thomas Hoepker, New York 11 settembre 2001


Joseph Koudelka, Praga 56-60


Burt Glinn, Cina 1981


Erich Hartmann,Pau 1979


Alex Majoli, Daria 2005


Robert Capa, Aprile 1945


Burt Glinn, Mosca 1961

giovedì 19 novembre 2009

un vecchio clarinetto sul vagone stanco/che lascia il tuo binario/ uno swing a saperti addormentata


poesie da un giovane poeta, giochi di parole, infiniti.
sorprendente sapere come un uomo veda una donna, la guardi, la viva, la desideri, l'ascolti.
sorprendente, credetemi, tra uomini solitamente muti.
l' erotismo è metafora di un incontro, di un mistero che si dipana ma non si risolve, che si rinnova magneticamente. bello davvero, mi piace incontrarlo inaspettatamente così soprattutto se penso che, di solito, il sesso in un uomo è senza pensiero, vissuto integralmente ma visceralmente, senza mai parole per raccontarlo.


"sei bellissimo" tremo.
"davvero" fremo.
Troppa ascesa troppa discesa
verso cime incustodite
baratri inauditi.
Quanto tempo ancora dentro
soffierà una voce appena tua?
Sarà lieve materia già dissolta
prima d'averne pensiero?
Senza risposte un'unica meta
la mancanza, libero da miti
e dagli abissi, raggiungerla
in tempo nel tuo tempo,
farti camminare
per non andartene.


Giovane e persino un po' sfacciata
la tua lingua che non cade
la tua lingua che non cede
giovane di neve appena frantumata
solida nel ghiaccio di cui non resta crepa


Non mi ascolti mai
dici sorridi e un po' lamenti
ma davanti a te
non inseguo più regali negati,
ho l'avvento di una passione
mia despota dei sensi.
E se i limiti li disegna
l'amore
non so limitarmi
l'intrigo di guardarti
non so ascoltare
se non quanto non dici.



Senza catene fino al tuo corpo
voglio il buio assoluto
via tutti i demoni buoni,
corro senza fiato
nulla di me oltre l'abisso.
Prendere i tuoi seni è mano fanatica,
odorare il tuo odore devo solcarlo
sulle tue braccia mai dome
nelle gambe ansimanti
i tuoi piedi sul mio prato.
Marea montante a succhiare il sapore
con l'avidità di un mendicante affamato,
rigurgito l'aria senza viscere
addento i capezzoli
troppo poco per l'ardore che addossano.
Nulla voglio fuori da te
non so chiamarmi senza lingua muta
che traccia il tuo sesso.
non so dirmi senza il sussurro
della tua voce esausta
Dammi un gemito ultimo e primo,
amore dell'alba meno aspettata,
dammi un sudore di tutta la tua notte.



"Ora..." appare la voce sottile
del tuo piacere,
culmine vibrante cavalcato
senza confini. Ti apri
all'abbandono
terra vinta dalla pioggia,
umida
progenie di frutti possenti polpa
straripante
nelle mani tese al mio viso.
E i tuoi occhi distendono le leve
per solcare un orgasmo
che vuoi dirmi
coi respiri, la bocca frenata.
Spezzando il brivido soffuso
per farne godimento,
quello sguardo accoglie
l'ardore del mio corpo
donato,
quello sguardo adesso
è il tuo dono taciuto.

Gianluca Frazzoni
Il bianco degli occhi
Albatros-il Filo Ed.

mercoledì 18 novembre 2009

l'amore conta, è una pazza idea ma almeno tu nell'universo



l'una e mezzo ed è un tormento
sei là fuori e sei qui dentro
sei dovunque sei comunque al centro

è più forte di me questo gioco d'amore
si può solo guardare come va a finire
è più forte di me questo gioco d'amore
questa gabbia di nervi e gusto e buon odore



a te che sei il mio grande amore ed il mio amore grande,
a te che hai preso la mia vita e ne hai fatto molto di più,
a te che hai dato senso al tempo senza misurarlo,
a te che sei il mio amore grande ed il mio grande amore,
a te che sei, semplicemente sei, sostanza dei giorni miei, sostanza dei sogni miei...
e a te che sei, semplicemente sei, compagna dei giorni miei


quante canzoni abbiamo nella testa, ma quante...
e quante parlano d'amore, ma tutte...
e quante dicono tutto e il contrario di tutto percorrendo tutte le emozioni possibili...

Noemi e Fiorella la prendono male direi, ma lo dicono così straordinariamente bene che l'amore si odia.
Ah, se fosse così facile, ah, se fosse ancora innamorato di me
ed ogni petalo, sai, si finge di essere una rosa
per ogni goccia vorrei diluvio sopra ogni cosa
ma tu non meriti più un battito di questa vita
per tutto quello che conta, se conta, sei come colla tra le dita.



Giorgia lo dice a Gianna, che perdersi è ritrovarsi, cos'altro c'è se non l'amore?
Alzati ama per sempre Sbagliati Non serve a niente Vivere Se non si dà Alzati Nasci ogni volta Perditi Sotto il diluvio Spogliati Bella così sarai
Alzati Ama per sempre Spogliati Ridi di niente Vivere ci basterà Alzati E’ un sentimento Libero Vero tormento Vivilo Guarda il sole brucia per te, per te, per lui



Elisa lo dice a Giuliano, emotiva emozionata e sentimentale, che l'amore non è ragionevole ma può essere più forte della ragione.
Ti vorrei sollevare Ti vorrei consolare Ti vorrei sollevare Ti vorrei ritrovare vorrei viaggiare su ali di carta con te sapere inventare sentire il vento che soffia e non nasconderci se ci fa spostare quando persi sotto tante stelle ci chiediamo cosa siamo venuti a fare cos’è l’amore stringiamoci più forte ancora teniamoci vicino al cuore.




Ancora Elisa dice al Liga che l'amore va meritato e che molte e molte cose dell'altro non si sanno e, aggiungo io, mai vanno sapute.
C'è un principio d'ironia
Nel tenere coccolati
i pensieri più segreti
E trovarli già svelati
E a parlare ero io
Sono io che li ho prestati
Quante cose che non sai di me
Quante cose che non puoi sapere
Quante cose da portare nel viaggio insieme
Quante cose che non sai di me
Quante cos devi meritare
Quante cose da buttare nel viaggio insieme.

Qualcuno, che si chiama Mario Venuti, racconta che
Se ci è concesso sbagliare è solo per causa d’amore
...
La felicità si racconta sempre male
Per chi non ha parole
Si consuma mentre se ne va

...e dell' inquietudine, dell'incapacità di fermarsi rincorsi dall'idea che siano molte le vite possibili.
c'è chi cerca sempre un altro posto, in fuga continua.
Il caso ci porge infinite possibilità
che non possiamo cogliere
e si perdono.
non serve a niente ormai guardarsi indietro.
Ci sarà un altro posto nel mondo
una strada che riparte da qui
ci sarà un altro istante nel tempo
per vivere tutte le vite possibili che
volevo io.



c'è da smarrirsi ma Fabrizio mi consola: possiamo sbagliare -solo per causa d'amore- l'importante è non fare male. del male.
Io forse ho confuso il piacere e l'amore ma non ho creato dolore.



e se Ligabue, che guarda le donne come nessuno mai, le donne che vogliono ballare un po' di più, vogliono sentir girar la testa, vogliono sentire un po' di più, al limite del dolore, al limite dell'amore e conoscono voci che non sai,
Femmina come la terra
Femmina come la guerra
Femmina come la pace
Femmina come la croce
Femmina come la voce
Femmina come sai
Femmina come puoi
Femmina come la sorte
Femmina come la morte
Femmina come la vita
Femmina come l’entrata

Femmina come l’uscita
Femmina come le carte
Femmina come sai
Femmina come puoi


mi dice che sono viva, io ci credo.

Perchè sei viva viva cosi come sei
quanta vita hai contagiato
quanta vita brucerai che sei
viva viva per quella che sei
niente rate, niente sconti
solo viva come vuoi.


domenica 8 novembre 2009

il mio passato

non amo la poesia di Alda Merini. lo devo dire.
troppo cruenta di un passato furibondo, senza disperazione, ma con la rassegnazione della morte.
nell'ideazione e nella scrittura.
solo questa poesia mi sembra una liberazione, per me, e per lei.
addio.



Il mio passato

Spesso ripeto sottovoce
che si deve vivere di ricordi solo
quando mi sono rimasti pochi giorni.
Quello che e’ passato
e’ come se non ci fosse mai stato.
Il passato e’ un laccio che
stringe la gola alla mia mente
e toglie energie per affrontare il mio presente.
Il passato e’ solo fumo
di chi non ha vissuto.
Quello che ho gia’ visto
non conta piu’ niente.
Il passato ed il futuro
non sono realta’ ma solo effimere illusioni.
Devo liberarmi del tempo
e vivere il presente giacche’ non esiste altro tempo
che questo meraviglioso istante.

Alda Merini

venerdì 6 novembre 2009

Luce e ombra



Non conoscevo Hopper ed e' stata una gran bella scoperta.
Lo pensavo un pittore normale.
cos'e' un pittore normale?
uno che dipinge e basta.
come mi sbagliavo.
me lo dice subito quanto mi sbagliavo, all'entrata della mostra:
"if you could say it in words,
There would be no reason to paint"



"What I wanted to do was to paint sunlight on the side of a house."
e in effetti Hopper non è un pittore normale ma dipinge cose normali.
si cose, si normali.
ma sospese, misteriose, interrogative.
in ogni quadro c'è un chiaro contrapposto a uno scuro,
una luce sostenuta da un'ombra.
nella luce c'è un'attesa
nell'ombra il dubbio di una realizzazione.
e in questo gioco apparentemente semplice c'è tutta la sua magia.



una donna che aspetta alla finestra.
cosa c'è oltre quella finestra?
oltre quel pensiero?
oltre quello sguardo?
oltre quello spazio?
c'è un mondo di qua. e un mondo che non conosciamo, dall'altra parte.



persone sedute a un bar.
piccoli angoli che sono squarci sul mondo.
l'ambiente del bar è illuminato, anche se uno dei personaggi è di spalle e già in penombra. Chi è? la luce del bar si proietta fuori e apre una lama di luce in uno spazio buio, una città, una via, un luogo disabitato, negozi e uffici chiusi...si intravede anche una finestra...chissà chi ci lavora lì...di giorno.
ora è notte. ora è mistero, gente parla seduta al banco del bar...succederà qualcosa?
è cinema. o anche solo romanzo. questo quadro è una narrazione.



il bianco e nero di questa china, night shadows, è, ancora di più, uno sguardo segreto da una finestra o da un punto di vista immaginario. noi vediamo dall'alto, quell'uomo cammnina da solo, in basso, la luce viene di lato, illumina di sbieco una casa, sull'altro lato...lo spazio è saturo di sguardi, di punti di vista e di possibilità di azione.



luce piena di giorno, vento che muove gli alberi, due persone in un angolo in ombra che parlano sedute a un caffè. è estate, la luce me lo dice, fa caldo, e c'è qualcosa di importante da discutere in quell'angolo. l'ombra è piena e tutta di lato, occupa un piccolo luogo del quadro e si contrappone alla luce splendente che allaga tutto lo spazio arioso, e deserto, ancora disponibile. ed è proprio questa posizione, tutta asimmetrica, di quel parlare sommesso che lo rende importante, misterioso, perfino centrale rispetto al dilagare dell'aria luminosa.



mi piacciono i colori, quest'acqua è di un azzurro impensabile.



mi piacciono i suoi nudi, alcuni veramente erotici e disinibiti, altri, come questo, in cui il corpo è solo una posizione che racconta: è delusione, è mancanza, è abbandono.



mi piacciono questi personaggi, insoliti, inaspettati, accomunati da una serata blu. forse a Parigi, o in un luogo senza nome, o in una scena teatrale senza tempo.



il ragazzo guarda la luna dal suo letto, rapito, completamente voltato. sta guardando nel suo sogno, sta ascoltando una voce, sta aspettando il suo futuro.

martedì 3 novembre 2009

spazio bianco



C'è uno spazio, un luogo di attesa, un'area sospesa che ci separa dalla realizzazione di un desiderio. o dalla sua smaterializzazione e decomposizione.
definirlo bianco mi sembra calzante. perchè nell'attesa non c'è ancora dolore nè esultanza, c'è l'immaginazione di qualcosa che non si sa, di qualcosa che non ha ancora profilo, potrebbe nascere o morire, essere o non essere.
bianco potrebbe essere il colore dell'ansia.
oppure il colore di una dimensione in cui ancora non abbiamo una forma, non abbiamo ancora sentimento, non abbiamo conoscenza. saremo ma non siamo, saremo ma non come siamo ora.
uno spazio dilatabile all'infinito senza colore quando si aspetta tutta la vita senza viverla mai che invece diventa un luogo definito e vivido della mente quando all'attesa si sostituisce il momento di esserci.

domenica 1 novembre 2009

Cimitero d'autunno



vorrei parlare di un cimitero un pomeriggio di fine ottobre.
cerco fiori.
cerco foglie d'autunno.
cerco cimiteri d'autunno con dei fiori.



cerco e trovo immagini.
trovo foto. belle.
è bella la foto di un cimitero?
una foto è bella indipendentemente dal soggetto.
sono belle anche le foto di guerra, lo sono anche quelle delle tombe.
è bella la foto, non ciò che ritrae.
un soggetto può essere sovvertito grazie alla luce giusta, la giusta inclinazione, la giusta posizione, il momento giusto.
non c'è verità, nemmeno nelle foto, tanto meno nelle foto. un istante non è la realtà, non è la verità, è la rappresentazione istantanea di un raggio di luce. ovunque si posi.




quello che ho visto, un pomeriggio di fine ottobre, è un cimitero gremito di gente.
anche questo è strano. cimiteri vuoti tutto l'anno, per una ricorrenza annuale sancita dal calendario, non si trova parcheggio nel raggio di un km.
ci sono andata senza pensare che era tempo di "commemorazione dei morti" e mi sono ritrovata in un gorgo infernale.
e fiori. fiori fiori fiori.
ovunque, su ogni tomba, portati e posati. anche su quella del vicino che non si conosce. fiori.



anche questa volta non mi trovo a mio agio.
un cimitero è mesto, è vuoto, è spoglio, è nebbioso, è freddo.
la luce e' radente, di sbieco, non penetra.
è un luogo dove mi ripiego su me stessa, sui miei pensieri, sul mio passato, su chi ho amato e non c'è più.
vengo a trovare qualcuno che non c'è. faccio un giro su me stessa, guardo dentro il mio dolore, mi perdo nelle mie domande sulla morte, parlo da sola.




questo cimitero, cosi' pieno di gente, cosi' pieno di fiori e' una bella foto, ma non e' la verita'.