bianco e nero

come una foto. in bianco e nero. nessuna concessione al colore, alla spettacolarita', ai nuovi barbari. bianco e nero colori vividi dell'essenziale, solo l'autenticita' della forma. della sostanza. l'occhio vede e non si inganna.
"questo e' il mio segreto.
veramente semplice.
si vede bene solo con il cuore.
L'essenziale e' invisibile agli occhi."
Il piccolo principe. A.d.S-E.

martedì 31 luglio 2018

venerdì 27 luglio 2018

non appartengo

ero alla Milanesiana, circa tre settimane fa.
un'edizione mastodontica, mi sono persa tutto il finale. non lo rimpiango.
ero alla BMW in via De Amicis, c'erano i "giovani scrittori", tra i quali conoscevo Carmen Pellegrino e Paolo Cognetti. e altri che non so.
Cognetti è sempre prestato dalla montagna, ha gli scarponi, sempre, e le camicie che tirano e lasciano intravedere la pancia.
Pellegrino  preoccupante, sempre più magra, sempre più disperata, si dice apparentata con le sue macerie, quelle di cui parla e scrive, si dice dimenticata, frammentata, fallita. la guardo con sguardo preoccupato e tenero, un po' la fisso, mi faccio domande su di lei, mi vede e se ne accorge, mi sorride. un bel momento.
mi sono seduta nei posti riservati, che palle, non ne posso più delle file migliori per i riservati, che non vengono. mi cacceranno, penso, eventualmente. nessuno mi sposta e poi si siedono i riservati, che invece arrivano. seduta di fianco avevo la moglie di Kerbaker, direttore di tempo di libri, seduto tra i giovani ma giovane non è, simpatica.
poi orde di donne, le donne della coorte degli scrittori. mogli figlie amanti segretarie forse colleghe.
noto che la categorie delle affiliate è uguale ovunque. affiliate di coorti più o meno privilegiate, qui parliamo di scrittori e giornalisti, forse non milionari ma certamente molto elitari. il privilegio si può qualificare in molti modi.
dunque le affiliate hanno uno stile comune e ricorrente, sono vestite alla moda, hanno grandi borse di marca, sono curate, unghie appena smaltate, piedi impeccabili, scarpe nuove (raramente belle, a volte delle volgarità indescrivibili mediano il rapporto con il suolo), hanno una corporatura e una bellezza standard, benestante e benpensante, capelli in ordine, quasi sempre mesciati, trucchi leggeri ma raffinati. hanno un'aria sana, mediamente antipatica, gestualità mondana rituale, risata collaudata, domande preconfezionate, bon ton e argomentazioni sempre attuali, riproducibili, ripetibili, impersonali. qualità necessarie.
ad ogni modo le affiliate fanno gruppo, creano l'ambiente, gli scrittori hanno il loro strettissimo gruppo con donne, con vari ruoli, tutte uguali, figuranti imperturbabili. le mosse tra loro sono quelle, immagino le dinamiche interne. immagino che lo stesso sia tra avvocati, calciatori, manager, attori, giornalisti, musicisti, fotografi. psicoanalisti. potrebbe essere anche tra medici.
quello che capisco, improvvisamente. è che io non ho alcun gruppo.
se mi chiedono di colleghi medici non so cosa rispondere, non ne conosco e non li frequento. che siano psichiatri o farmacologi (ma quando mai??), così come non conoscevo pubblicitari quando lavoraravo in promozione medica pubblicitaria, così come non conosco nessun altro gruppo o setta, o entourage o casta. non sono dentro a nessun giro, io non appartengo.
non condivido un gergo, nemmeno un obiettivo, nemmeno l'indirizzo di una scuola di pensiero.
frequento ambiti psicoanalitici ma ciò che ho sempre saputo con assoluta certezza è che non sono parte di loro, sono diversa, ho altra mentalità, altra formazione, altra concezione della clinica, non sono una di loro, e lo sanno bene, sono profondamente fuori da loro e quante volte l'ho provato con assoluta certezza. ne ho poche, di certezze, di questa sono certa, certa della certezza.
non credo che sia un bene. non sono in un gruppo e non un'affiliata. non so se per questo sono più libera.
pur non volendo sono di un individualismo spinto, pornografico.
non provo invidia, più spesso distanza, a volte disprezzo.
in definitiva, come so, un po' triste un po' orgogliosa, sono sola.

giovedì 26 luglio 2018

il paesaggio dell'architettura



la mia domanda è:
perchè le foto (quelle degli autori che sanno farle) si riconoscono, si attribuiscono, a prima vista?
perchè guardando le foto di Ghirri so che sono di Ghirri?
o di Basilico
o di Jodice
o di Smith
o di McCurry
o di Woodman
o di Battaglia
o di Lange
perchè?
perchè le foto non sono tutte uguali?
come fa una foto a essere così inconfondibilmente riconoscibile e identificabile?
si potrebbe dire, perchè anche i quadri sono diversi a seconda di chi dipinge.
e dico no.
c'è un mezzo, la macchina fotografica, oggetto industriale ripetibile codificato, che media tra l'uomo e la sua creazione.
un occhio è diverso dall'altro, va bene, ma la macchina come si piega a questa diversità?
certo, direte voi, è chiaro che tu non sai fotografare.
certo, è chiaro.
altrimenti capirei.
forse non so spiegare il senso della mia domanda.
non importa, per me il mistero resta.

Luigi Ghirri, Triennale.
come mi piacciono le sue foto, e adoro saperle riconoscere al primo sguardo (certo, quella è una mostra, è facile, ma lo sapevo riconoscere anche prima della mostra).
il suo mondo è semplice, si può dire come un pregio?, la sua semplicità è un monumento.
il suo sguardo è nebbioso. c'è una patina, sempre. è la patina del tempo sullo spazio, io la vivo così.








Sempre più mi rendo conto che fotografare architettura necessita una consapevolezza, un tempo di attuazione molto dilatato. Tradizionalmente cosa fa il fotografo? Va in un luogo, guarda come gira il sole, ci ritorna. Cerca l’immagine, che dovrà essere il più possibile in asse, perfetta, regolare, incisa, dove tutto si dovrà vedere… E in queste foto non succede mai niente. Ma l’architettura vive, vive di sottili e affascinanti mutazioni spaziali e di tempo, anche atmosferico. Io di solito tendo a costruire un sistema di visione… Così per esempio fotografo nelle diverse ore del giorno, per evidenziare come la luce modifica e trasforma.








La prima cosa che mi colpì della fotografia degli anni Settanta era l’assoluta mancanza del presente. C’era una specie di rimozione di tutto il paesaggio che ci stava intorno. Mancava il presente e io volevo il presente! Forse è per questo che molti dicono che mi interesso del mondo minore. Per me non è il Duomo di Modena che fa una città. Sono l’insieme delle atmosfere presenti che fanno una città.





Mi sembra che dietro a quello che vedo ci sia un altro paesaggio, che è il vero paesaggio, ma non so dire quale o immaginarmelo. Dagli altoparlanti, l'autoradio ha cominciato a suonare la colonna sonora di Blade Runner, la musica è in strana sintonia con quello che vedo. Sembra che la musica stia celebrando un rito liturgico per il paesaggio, e la montagna sventrata che appare sulla destra illuminata dalle ultime luci del giorno non appare come è, cioè grottescamente fantascientifica, ma di una normalità inquietante.

samos

una settimana
solo
quanto una vita
grecia, quella che brucia e brucia viva la gente, quella
samos, attaccata alla turchia
la bellezza è un dono per chi ce l'ha negli occhi































giovedì 12 luglio 2018

Icona verde
















dopo Alik Cavaliere, Ana Blandiana
(La lettura, 1 Luglio 2018)

l'universo verde

mostra davvero inaspettata
Alik Cavaliere
chi è?
uno scultore italiano del secondo 900
"Nessun artista, nella scultura del Novecento, ha scolpito il mondo della vegetazione e, per essere più precisi, l’universo verde delle foglie, dei frutti, dei cespugli, degli arbusti, degli alberi, come Alik Cavaliere.” 
opere radiose, rigogliose, a volte invece intime e segrete
germogli e fiori, sterpaglie e gabbie, l'infinito generarsi delle cose
sala delle Cariatidi, sempre maestosa, le esalta
tante suggestioni, Lucrezio De rerum Natura, la poesia di Campanella, la mela di Magritte, le figure di Giacometti

le sorprese, la scoperta di ciò che non sapevo, ovvero il gusto che rende possibile il mio stare in vita





























"Una natura in cui il tempo muta la natura delle cose, dove ogni cosa è il limite e la libertà di un'altra, è il personaggio dominante del mio recente lavoro".

lunedì 9 luglio 2018

matera














fotografie di Massimo Listri
Galleria Jannone
Milanesiana 2018

c'è una splendida pulizia in queste foto di Matera di Massimo Listri. magari Matera non è così, ma così sembra.
così piace, senza polvere, senza tempo.