bianco e nero

come una foto. in bianco e nero. nessuna concessione al colore, alla spettacolarita', ai nuovi barbari. bianco e nero colori vividi dell'essenziale, solo l'autenticita' della forma. della sostanza. l'occhio vede e non si inganna.
"questo e' il mio segreto.
veramente semplice.
si vede bene solo con il cuore.
L'essenziale e' invisibile agli occhi."
Il piccolo principe. A.d.S-E.

lunedì 10 maggio 2010

ascolto, di sogno e amore spietato

"quando l'occhio si chiude
hanno inizio tutte le cose."

Islam Samhan



ascolto una conferenza sullo spazio dell'interpretazione e mi parlano di sogno.
Nel sogno tutto dice "io", anche gli oggetti, anche gli animali, anche i luoghi, si ritrova il mondo all'alba della sua prima esplosione, quando l'esperienza viene vissuta in modo radicale. nel sogno si verifica il ritrovamento di una parte mancante: si recupera l'esperienza preverbale del "trauma", l'esperienza in cui l'evento ancora non si può dire.
il linguaggio del sogno è quello precedente all'avvento della parola, un linguaggio di segni, di fusioni, di associazioni che non appartiene alla dimensione della logica.

di Milo De Angelis

A volte , sull’orlo della notte si rimane sospesi
e non si muore. Si rimane dentro un solo respiro,
a lungo, nel giorno mai compiuto,
si vede la porta spalancata da un grido. La mano feriva
con una precisione vicina alla dolcezza. Così
si trascorre ignoti dal primo sangue
fino a qui, fino agli attimi che tornano a capire
e cercano il significato dei corpi e restano
imperfetti e interrogati.


Nella serra
di Eugenio Montale

S'empì d'uno zampettìo
di talpe la limonaia,
brillò in un rosario di caute
gocce la falce fienaia.
S'accese sui pomi cotogni,
un punto, una cocciniglia,
si udì inalberarsi alla striglia
il poney - e poi vinse il sogno.
Rapito e leggero ero intriso
di te, la tua forma era il mio
respiro nascosto, il tuo viso
nel mio si fondeva, e l'oscuro
pensiero di Dio discendeva
sui pochi viventi, tra suoni
celesti e infantili tamburi
e globi sospesi di fulmini
su me, su te, sui limoni...





"un errore
ti ha amputato gli arti
nel pozzo di una donna"

Islam Samhan



ascolto, sempre la stessa conferenza, e mi parlano dell'amore spietato, di cui parlava Winnicott nello sviluppo dell'affettività a partire dalla relazione madre-figlio. alla radice del desiderio c'e' il possesso dell'oggetto d'amore, un possesso senza paura di danneggiarlo, un possesso senza preoccupazione. l'amore spietato, appunto, del neonato che tira calci nella pancia della madre, che quindi "fa male" e che non conosce il confine del sè e non conosce nulla di ciò che è al di fuori di sè. anche dopo la nascita, in questa fase di spietatezza, nei confronti del seno della madre, amare e divorare coincidono. è un amore che chiede tutto, senza paura di fare danno.
a questa fase ne segue un'altra di riparazione, in cui si sviluppa la capacità di "preoccupazione responsabile", quando il bambino capisce che la sua vitalità non distrugge la madre, pur provandola molto, e gradualmente gli consente di stabilire una fiducia nelle sua possibilità di "riparare" con nuove azioni la madre dalla quale dipende totalmente.
amore spietato, amore responsabile.
amore che esige senza confini, amore che cura e provvede.
amore senza preoccupazione per l'altro, amore che ripara ai propri gesti.




Tentativo di gelosia

di Marina Cvetaeva

Ditemi: come va con l'altra?
Meglio? meno grane? - Mano ai remi! -
Vana linea costiera s'assottiglia,
scompare la memoria estrema

di me, isola fluttuante
(per cielo, non per mare...)
Anime, anime: sorelle! Anime:
amiche - mai più amanti!

Come vi va con la creatura
semplice? Senza divinità? E poi?
Voi, sceso dal trono, voi
che avete deposto la regina,

come vivete? Non c'è male? Non più
beghe? E bevete - quanto, adesso? E la cucina?
Il dazio della mediocrità immortale
come lo pagate, poveretto?

"Basta con le scenate, con gli eccessi -
cambio casa, vado via!"
Con la qualunque - come state
di che vivete, voi - mio eletto?

Mangiate - e dopo pranzo un sonnellino?
- Non lamentarti quando sarai sazio!...-
Con il simulacro come state
voi che avete dissacrato

il Sinai? Come vivete con la donna
terrestre? Per la costola vi piace?
Non vi frusta la fronte la vergogna?
La briglia di Giove vi dà pace?

E la salute? E i nervi? Senza
problemi? A letto tutto bene?
L'immortale piaga della coscienza
come la curate, poveretto?

Come vivete con la merce da mercato?
Troppo cara la vita? Vi assilla
l'alto prezzo? Dopo i marmi di Carrara
che ve ne fate del tritume

di gesso? (E' in pezzi
il dio scolpito nell'argilla...)
Come ci state con la milleunesima
voi - che avete conosciuto Lilith?

Già v'annoia l'ultima trovata
della moda? Sottratto all'incantesimo,
dite, come ve la passate
con l'umana senza il sesto senso?

In coscienza - sei felice?
No? In quel disastro senza dei
come stai, amore? E' dura? Sì?
Come per me con l'altro?


Cercati meno esigenti amiche
di Marina Cvetaeva

Cercati meno esigenti amiche,
più tenere in fatto di prodigi.
So che Venere è un fatto di mani,
artigiano, conosco il mio mestiere:
dal silenzio più solenne fino
a sterminare l'anima - tutta
la divina scala - da:
mio respiro! a: non respirare!

Indizi
di Marina Cvetaeva

Come spostando pietre:
geme ogni giuntura! Riconosco
l'amore dal dolore
lungo tutto il corpo.

Come un immenso campo aperto
alle bufere. Riconosco
l'amore dal lontano
di chi mi è accanto.

Come se mi avessero scavato
dentro fino al midollo. Riconosco
l'amore dal pianto delle vene
lungo tutto il corpo.

Vandalo in un'aureola
di vento! Riconosco
l'amore dallo strappo
delle più fedeli corde
vocali: ruggine, crudo sale
nella strettoia della gola.

Riconosco l'amore dal boato
- dal trillo beato -
lungo tutto il corpo!



Marina Cvetaeva è una poetessa russa, nata nel 1892, geniale, assoluta, estrema, morta suicida nel 1941.
forse per lei l'amore era spietato.

7 commenti:

fabrax ha detto...

probabilmente la vita era contro di lei. Probabilmente non aveva diritto a niente

Rossa ha detto...

non so se la vita e' mai contro. pero' la vita puo' essere cosi' densa di eventi tragici da traformarsi in una dannazione. per lei lo fu sicuramente.

(pesa) ha detto...

mhhh, l'amore spietato come lo illustri qui con queste precise parole credo che possa appartenere solo a chi è senza coscienza di se e dell'altro, come il neonato che descrivi. quando appartiene ad un pensiero cosciente per definizione non è più amore, diventa follia (in negativo). chi depreda e distrugge scientemente il destinatario del proprio amore?
diversamente può essere inteso verso se stessi, spietato verso di se, perchè problematico, irraggiungibile o folle (in positivo). allora, si, io mi ferisco e mi danneggio con questo amore.
solita personalissima opinione da 'uomo della strada', ovviamente. :-)

le poesie sono toccanti, molto 'pratiche', 'quotidiane', ma con una visione... come dire... disincantata, senza aspettative, sembrano rassegnate, ecco. effettivamente la sua storia personale deve avere influito in modo rilevante, come protrebbe essere diversamente?

singolarmente faccio fatica a cogliere il tuo messaggio :-)
alla prossima

Rossa ha detto...

ma si in fondo non c'è messaggio. ho sentito una bella conferenza e ho trovato delle belle poesie che parlano di sogno e amore spietato.
anche la poesia di de angelis è molto bella secondo me, è onirica, rende bene il confine tra io reale e il sogno, il contatto con la terra di nessuno, quella che somiglia alla morte. mi piace.

l'amore spietato non è verso di sè, verso l'altro. esprime liberamente la sua rabbia e il suo bisogno, la sua dipendenza e il suo dolore. guarda che è pieno di "amori" così, amori che pretendono e declamano il possesso e che fanno molto male. senza preoccupazione.

grazie pesa.
Rossa

(pesa) ha detto...

mi sembra in antitesi definire amore un sentimento che deliberatamente distrugge l'oggetto dello stesso.
che esistano rapporti così non lo metto in dubbio, ma non li chiamerei rapporti d'amore.
alla prossima

Rossa ha detto...

si hai ragione pesa. l'amore, adulto e appunto responsabile, concepisce solo il bene per l'altro. vero verissimo.
ma.
c'è secondo me, dentro noi, nella nostra matrice primordiale, intrauterina, neonatale, una tendenza, magari momentanea, magari a tratti all'interno di un rapporto, a chiedere spietatamente l'attenzione e l'amore dell'altro, senza preoccupazione. secondo me c'è.
o almeno, c'è in me.
ecco.

(pesa) ha detto...

ecco, si, in questi termini è effettivamente tutta un'altra cosa.
degli episodi all'interno di un effettivo rapporto d'amore.
penso possa essere capitato un po' a tutti.
quello che mi faceva strano era il descrivere l'essenza di un rapporto d'amore esclusivamente con quella modalità.
alla prossima