bianco e nero

come una foto. in bianco e nero. nessuna concessione al colore, alla spettacolarita', ai nuovi barbari. bianco e nero colori vividi dell'essenziale, solo l'autenticita' della forma. della sostanza. l'occhio vede e non si inganna.
"questo e' il mio segreto.
veramente semplice.
si vede bene solo con il cuore.
L'essenziale e' invisibile agli occhi."
Il piccolo principe. A.d.S-E.

domenica 5 maggio 2019

il meraviglioso mondo della natura, al buio



così, come in questo quadro, di Gioacchino Banfi doveva essere la stanza di Palazzo Verri che raccoglieva originariamente le 23 tele del ciclo di Orfeo. commissionato da Alessandro Visconti intorno al 1670 e ospitato in Palazzo Sormani dal 1877, era qui giunto fortemente manomesso, dopo essere stato smontato da Palazzo Visconti (poi diventato Lunati, e infine Verri) per il quale era stato realizzato.



per questa mostra a Palazzo Reale, così singolare, il ciclo è stato esposto in una sala, ricostruita, così come doveva essere nella sua disposizione originaria. questa è poi solo la parte finale di una mostra che vanta diverse anticipazioni sulla rappresentazioni della natura nella storia della pittura. in entrata una pagina del codice, con l’immagine di un gatto, dialoga con un disegno di Leonardo da Vinci della Biblioteca Ambrosiana. un'altra sala ospita invece la Canestra di frutta del Caravaggio e il Piatto metallico con pesche di Giovanni Ambrogio Figino - che si mostrano al visitatore in tutta la loro distanza espressiva. 
e via dicendo.

una mostra colta.

anche un'idea gagliarda (la nostra pur sempre encomiabile Margherita Palli si prende cura della scenografia).

e un gran bel vedere, avrebbe potuto essere.
il ciclo di Orfeo è sontuoso, di una ricchezza stordente, di un affollamento sorprendente, di una varietà insospettabile, di una densità mozzafiato.


















ma.

non si vede niente.
i curatori hanno avuto l'inusitata idea di ripercorrere nella stanza del vecchio palazzo seicentesco anche il ciclo di luce del giorno, le intere 24 ore, dall'alba al tramoto perfino di notte. un ciclo che si ripete di continuo, come a farci un inedito regalo. 
bene.
ne siamo felici.
a che pro?
nella sala non si vedeva nulla, è chiaro come il sole, come d'altronte il quadro all'inizio del post fa intendere molto bene.
la sala era cupa.
e lo è anche la mostra.
indispettita ho chiesto a una guardia quando sarebbe arrivata la luce... è questa, mi ha detto.

beh complimentissimi.
ho visto la mostra con il cellulare in mano, avevo gli originali davanti agli occhi e per vederli ho dovuto guardare le foto sul cellulare.

un'idea gagliarda. davvero

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