domenica 7 marzo 2010
la casa del padre
c'e' un luogo, luogo dell'infanzia, che rimane dentro, come un luogo interno, una scatola dentro una scatola. una stanza della mente.
la casa dove abbiamo abitato da bambini, e poi magari anche piu' adulti, la casa dove abbiamo abitato con i nostri genitori.
la casa che e' sede dei nostri ricordi, sfondo della nostra crescita, testimone dei nostri cambiamenti, ambiente dell'amore, dei contrasti, dei conflitti, del disamore o dell'abbandono.
io sono cresciuta in un luogo caldo, pieno di libri, di musica, di cultura, di interesse. magari piu' freddo in altre cose, carente di giocosita', di divertimento, di spensieratezza. un luogo serio, maledettamente serio, a volte troppo. come sono io, alla fine, diciamolo, come sono io.
quella casa mi assomiglia, non e' piu' mia ma la frequento ancora, ceduta a qualcuno che venerava mio padre e ne ha mantenuto assolutamente intatta, come in uno stato di ibernazione, la sua natura piu' vera. torno in quella casa, non e' piu' casa mia, ma e' mia. mia, indelebilmente mia. per sempre. mi appartiene come un forziere carico di gioielli. e io ne possiedo la chiave.
e quella casa sono io, con un profilo preciso ma articolata in angolazioni e ombre, piccola, magari un po' stretta ma aperta, con uno sguardo sul mondo, molto calda e completamente, presuntuosamente, tappezzata di libri, di conoscenza, di curiosita'. importante e seria ma anche comunicativa. si entra e si capisce subito in che posto sei, difficile sbagliarsi.
difficile sbagliarsi su di me. sono inquieta e complessa, ma accogliente e interrogativa.
quella casa e' la forma della mia anima. il suo stile. la sua continuità.
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16 commenti:
mi sembra proprio una cosa preziosa, ti capisco perfettamente.
è qualche giorno che colgo ed elaboro accenni interessanti riguardo al discorso sull'anima che hai fatto anche tu, appena metto insieme due pensieri ti dico meglio.
alla prossima
nel mio caso "la casa del nonno" quella in cui vivo.
"la casa del padre" è sempre stata a Parma, città che non amo.
alla fine poco importa dove nasci o cresci ma quale senti casa tua. e casa mia è il mio "Eremo" dove viveva mio nonno.
i mobili sono gli stessi e mi piace lasciarli così (anche se avranno ancora vita breve) proprio perchè li stavo bene...
è semplice, come probabilmente sono io...magari meno interessante delle persone complesse...ma semplice come alla fine è la gente che vive in montagna...
ti aspetto pesa. ti aspetto.
ciao Cunny. è bello sapere che se scrivo tu arriverai fin qui. da casa tua fino a qui, sembra semplice ma non lo è in fondo.
è invece veramente semplice ciò che dici della casa di tuo nonno ed è in linea con quello che volevo dire nel post. io me la immagino la casa che descrivi. abbiamo luoghi che ci rappresentano e ci portiamo dentro. che importanza ha, in questo caso, essere semplici o complessi? le radici le abbiamo comunque, in ogni caso. buona giornata.
radici non so. quello che so è che alla fine, quelle rare volte che ricordo il passato, tutti i momenti più divertenti hanno come location la "casa del nonno" e dintorni.
quando la gente mi domanda perchè mi faccio quasi 200 km al giorno (abito a 98 km da dove lavoro) per vivere in un posto in cui io sono il solo abitante per gran parte dell'anno...è perchè è casa mia.
fin che posso scegliere non vivrò mai vicino a dove lavoro ma dove mi sento a casa :)
vuoi dire che non appartenenze? non hai qualcosa che ti lega, ti vincola, dentro? non ce l'hai? beh ci può stare sai, per come ti presenti ci può stare. sembri sempre senza legami, come se nulla ti ancorasse. io no, non sono così. sono legata, sono sentimentalmente presa, e in attesa. siamo diversi.
già...diversi (e ti va di culo...pensa se fossi come me ;))
diversi si, cosa c'è di più bello dell'essere diversi ma cercarsi? e scambiarsi le diversità?
mi va di culo nel senso che non voglio un walter tra le gambe e sono fiera portatrice sana della mia jolanda, ma per il resto non lo so...probabilmente tu vivi molto meglio di me.
200 km al giorno...facciamo un pochino meglio di me.
probabilmente vivo meglio di te perchè sono ignorante...volutamente ignorante, per pigrizia o per autoconservazione.
era questo che intendevo...non certo la yolanda o il walter (che poi avere il mio walter...equivale ad avere una yolanda con un clito un po' più grosso ;))
niente, non ce la fai a stare serio, al terzo commento sbrocchi.
a me non interessa che tu sia ignorante, o presunto tale. a me interessa che tu non sia scemo.
anche gli ignoranti vivono male comunque. ce la fanno benissimo.
ahahah...vero dopo un po' la mia cazzata la devo dire ;)
mi piace passare di qua sai?
e a me piace che tu ci passi. non smettere.
non ci penso nemmeno a smettere...che poi col fatto che io e te non finiremo a letto insieme...resteremo sempre in ottimi rapporti ;)
uomini...tante promesse e poi...non sei venuto a trovarmi oggi. ma mi sono consolata. tu le tue vippette io i miei scienziati. e' solo sesso quello che vuoi cunny, lo vedi?
ecco io quella casa non ce l'ho.
esiste, ma la odio. è stata una gabbia atroce.
non dire queste cose Rofrano, poi io mi metto sulle tue tracce. non resisto.
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