"cena in Emmaus" - Caravaggio
sto leggendo Emmaus, di Baricco.
è come una domanda infinta, senza misura, senza confini.
è come se fosse la solita storia ma non lo è.
è lo spostamento pauroso drammatico inaspettato verso un altro punto di vista.
è impressionante, leggerlo è una voragine.
"così il mondo ha, per noi, confini fisici molto immediati, e confini mentali fissi come una liturgia. E quello è il nostro infinito."
è l'adolescenza nei rituali della sua martirizzazione, ma praticata e guardata da chi la liturgia la vive veramente, con l'effetto finale di un'enorme lente di ingrandimento.
impressionante.
domenica 29 novembre 2009
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4 commenti:
per l'amor del cielo! una picconata (per giunta consapevole e furbesca) alla lingua italiana...
non direi proprio. e se dici così secondo me non lo hai nemmeno letto. baricco ha i suoi difetti ma moltissimi pregi. in macchina sto ascoltando la sua iliade, adattamento, letto a Torino in una tre giorni, credo ormai almeno 4 anni fa. ci sono andata una sera. mi è piacuto e mi piace ancora. e non sono una lettrice dozzinale.
Accadono cose che sono come domande. Passa un minuto, oppure anni, e poi la vita risponde.
Sapeva ascoltare, e sapeva leggere. Non i libri, quelli sono buoni tutti, sapeva leggere la gente.
Perché è così che ti frega,la vita. Ti piglia quando hai ancora l'anima addormentata e ti semina dentro un'immagine, o un odore, o un suono che poi non te lo togli più. E quella lì era la felicità.
... c'è gente che muore e con tutto il rispetto non ci si perde niente. Ma lui era uno di quelli che quando non ci sono più lo senti. Come se il mondo intero diventasse da un giorno all'altro, un po' più pesante...
Ma tu, tu sembra che devi vincerla, la vita, come se fosse una sfida. Sembra che devi stravincerla, una cosa del genere. Una roba strana. È un po' come fare tante bocce di cristallo...
uno si fa dei sogni,roba sua,intima,e poi la vita non ci sta a giocarci insieme,e te li smonta,un attimo, una frase e tutto si disfa. Succede. Mica per altro che vivere è un mestiere gramo.Tocca rassegnarsi. Non ha gratitudine, la vita, se capite cosa voglio dire. Gratitudine.
Le citazioni potrebbero essere infinite. Questo scrittore è certamente una persona intelligentissima (e lo posso dire perché anni fa, per breve tempo, ci si parlava), ma qui siamo alla furberia pura: allo scrivere cose che fanno sognare le cassiere, che le fanno sentire profonde, che danno spazio alla loro "anima". E' la svendita delle emozioni in un outlet frequentato da sfigati in shorts e infradito. Si esce sentendosi anime elette. Il tono da linguaggio di tutti i giorni PIU' le meditazioni sulla vita... Ahhh... "accadono cose che sono come domande": ma a chi vuol darla a bere? Solo i sempliciotti che non hanno mai letto Virginia Woolf o Saul Bellow o Milan Kundera possono cascarci: NON TU!!! E' una formuletta facile facile (l'uso della stessa parola a breve distanza, l'apostrofe "tu" che ti fa sentire chiamato in causa, gli onnipresenti "mica" e "uno" e "roba"), ripetuta all'infinito con abile senso del commercio. E' la continuazione di quella palla mostruosa che fu "Il gabbiano Jonathan Livingston". E la conseguenza qual è? La proliferazione dei blog sul senso della vita, sul delirio dell'anima, sui gabbiani che svolazzano nei cieli (ma perché nessuno mai dice che scacazzano, oltreché svolazzare?). Per pietà... Ma prendiamoci un cocktail Martini noi due, secchissimo!
scusa non capisco. penso tu stia esagerando. saro' una cassiera o una fruttivendola, evidentemente. forse ti sbagli su di me. di baricco apprezzo la volgarizzazione della cultura. e' un'operazione coraggiosa. ascolto l'iliade e mi piace. ho letto quasi tutti i suoi libri e gli ultimi non mi sono piaciuti per niente. tranne emmaus. forse non sono alla tua altezza, sei colto di una cultura che ti fa vedere le cose dall'alto. le tue citazioni spesso non le conosco ma non e' che questo mi spaventi. ho l'intelligenza dalla mia parte, ho il mio modo di guardare le cose, analizzarle e goderne.
ma non faro' la preziosa non e' da me.
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