venerdì 6 novembre 2009
Luce e ombra
Non conoscevo Hopper ed e' stata una gran bella scoperta.
Lo pensavo un pittore normale.
cos'e' un pittore normale?
uno che dipinge e basta.
come mi sbagliavo.
me lo dice subito quanto mi sbagliavo, all'entrata della mostra:
"if you could say it in words,
There would be no reason to paint"
"What I wanted to do was to paint sunlight on the side of a house."
e in effetti Hopper non è un pittore normale ma dipinge cose normali.
si cose, si normali.
ma sospese, misteriose, interrogative.
in ogni quadro c'è un chiaro contrapposto a uno scuro,
una luce sostenuta da un'ombra.
nella luce c'è un'attesa
nell'ombra il dubbio di una realizzazione.
e in questo gioco apparentemente semplice c'è tutta la sua magia.
una donna che aspetta alla finestra.
cosa c'è oltre quella finestra?
oltre quel pensiero?
oltre quello sguardo?
oltre quello spazio?
c'è un mondo di qua. e un mondo che non conosciamo, dall'altra parte.
persone sedute a un bar.
piccoli angoli che sono squarci sul mondo.
l'ambiente del bar è illuminato, anche se uno dei personaggi è di spalle e già in penombra. Chi è? la luce del bar si proietta fuori e apre una lama di luce in uno spazio buio, una città, una via, un luogo disabitato, negozi e uffici chiusi...si intravede anche una finestra...chissà chi ci lavora lì...di giorno.
ora è notte. ora è mistero, gente parla seduta al banco del bar...succederà qualcosa?
è cinema. o anche solo romanzo. questo quadro è una narrazione.
il bianco e nero di questa china, night shadows, è, ancora di più, uno sguardo segreto da una finestra o da un punto di vista immaginario. noi vediamo dall'alto, quell'uomo cammnina da solo, in basso, la luce viene di lato, illumina di sbieco una casa, sull'altro lato...lo spazio è saturo di sguardi, di punti di vista e di possibilità di azione.
luce piena di giorno, vento che muove gli alberi, due persone in un angolo in ombra che parlano sedute a un caffè. è estate, la luce me lo dice, fa caldo, e c'è qualcosa di importante da discutere in quell'angolo. l'ombra è piena e tutta di lato, occupa un piccolo luogo del quadro e si contrappone alla luce splendente che allaga tutto lo spazio arioso, e deserto, ancora disponibile. ed è proprio questa posizione, tutta asimmetrica, di quel parlare sommesso che lo rende importante, misterioso, perfino centrale rispetto al dilagare dell'aria luminosa.
mi piacciono i colori, quest'acqua è di un azzurro impensabile.
mi piacciono i suoi nudi, alcuni veramente erotici e disinibiti, altri, come questo, in cui il corpo è solo una posizione che racconta: è delusione, è mancanza, è abbandono.
mi piacciono questi personaggi, insoliti, inaspettati, accomunati da una serata blu. forse a Parigi, o in un luogo senza nome, o in una scena teatrale senza tempo.
il ragazzo guarda la luna dal suo letto, rapito, completamente voltato. sta guardando nel suo sogno, sta ascoltando una voce, sta aspettando il suo futuro.
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2 commenti:
mai guardare le cose solo con i propri occhi, grazie!
"if you could say it in words,
There would be no reason to paint": la verità in un flash. aggiungo che alcune volte anche la pittura (o altre forma d'arte 'canonica') non è sufficiente.
beh si, rimane sempre qualcosa di inespresso, qualcosa che non si può dire in nessun modo, solo percepire da soli, o, se ti va alla grandissima, in due...ma è questo il segreto dell'arte, qualsiasi arte, dalla pittura all'amore. non credi??
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