bianco e nero

come una foto. in bianco e nero. nessuna concessione al colore, alla spettacolarita', ai nuovi barbari. bianco e nero colori vividi dell'essenziale, solo l'autenticita' della forma. della sostanza. l'occhio vede e non si inganna.
"questo e' il mio segreto.
veramente semplice.
si vede bene solo con il cuore.
L'essenziale e' invisibile agli occhi."
Il piccolo principe. A.d.S-E.

lunedì 6 settembre 2010

nulla in terra più l'uomo paventa, se dei figli difende l'onor -Rigoletto



hanno fatto le cose per bene in Rai, almeno questa volta.
prima il saluto del presidente della Repubblica che apre la due giorni di diretta televisiva, su Rai1, del ''Rigoletto a Mantova'', evento tv in mondovisione in 148 Paesi per un pubblico, almeno teorico, di oltre 1 miliardo di persone. si tratta di un film in diretta, ideato e prodotto da Andrea Andermann, che coniuga l'opera con il cinema, ambientata in luoghi storici. non mancano i piu' grandi nomi del mondo della musica e del cinema come Placido Domingo (Rigoletto), Ruggero Raimondi (Sparafucile), Zubin Mehta (direttore d'orchestra), Marco Bellocchio (regia) e Vittorio Storaro (cinematografia). è interessante che sia andato in onda su Rai1, sabato 4 settembre alle 20.30 e domenica 5 settembre alle 14.00 e alle 23.30. nei tempi scenografici di Verdi.

il mondo di Verdi è un mondo perfetto, dove tutto risponde a regole precise, irrinunciabili e molto rassicuranti. l'amore, la passione, la vendetta, il fato, la morte, tutto si presenta puntuale, senza indugi, senza titubanze. come forse la vita non è, ma è proprio per questo che esiste la lirica.
ed è lì, sul quel verso, che l'emozione sgorga immediata, dove non ci sono il dubbio, nè il conflitto che crea contrasto, nè l'esitazione dello sconcerto. si sa, l'emozione che sconquassa arriva quando non c'è più mediazione della corteccia frontale, dove non c'è la costruzione, e la rimozione, del pensiero. pensate a un film che vi ha fatto piangere, a una scena strappacore, a una scena della vostra stessa vita: la sensazione irrimediabile di uno spostamento delle viscere, e del pianto per chi se lo concede, arriva quando la stoccata è dritta sul cuore, un filo diretto tra lama e coronarie. il conflitto e la contraddizione creano inquietudine, dissonanza, anche angoscia, ma l'emotività si mette in moto e si esprime libera quando la consapevolezza non mette mano al sentire: solo l'esperienza, solo il vissuto, solo il ventricolo destro in accordo con il sinistro, e via di batticuore.

Come fulmin scagliato da dio,
il buffone colpirti saprà.

così è l'opera lirica, e così è stato ieri e l'altro ieri.

al di là della bellezza indiscutibile di questa presentazione, palazzo Te e poi palazzo ducale, la ripresa diretta sui personaggi che va oltre la staticità del teatro e regala movimentazione alla scena, le immagini di sera e poi di giorno e di notte ancora, la percezione di esserci, proprio lì, nonostante la distanza spazio temporale, oltre tutta questa bellezza di grande pregio e cultura, è il motivo ben noto della donna mobile, apparentemente lieve come la piuma che le somiglia, intonato dal duca di Mantova, che risuona da lontano, che colpisce in faccia diretto il buffone Rigoletto e lo pone davanti alla morte dell'amatissima figlia, quello quello quello è il "momento" evocativo di rara bellezza. senza scampo, la maledizione ha concretizzato la sua condanna, la morte giunge inattesa come un falco proprio sull'oggetto d'amore infinito, la linea della vita corre dritta su quel binario, la fatalità compie il destino nella dannazione.

Sì, vendetta, tremenda vendetta
di quest'anima è solo desio...
di punirti già l'ora s'affretta,
che fatale per te tuonerà.

è proprio vero che arie così apparentemente leggiadre come "la donna è mobile", estratte dal loro contesto, abbiano un sapore di scherno e di gioco canzonatorio, ma ascoltate nell'interezza dell'opera ne acquistino veramente tutt'altro. proprio il duca, malandrino libertino inaffidabile e senza vergogna, canta "è sempre misero chi a lei s'affida", proprio lui, incapace di parola e di promessa, infedele dopo una sola notte, ripete "la donna è mobile qual piuma al vento", proprio lui, senza alcun affanno e senza coscienza, rimanda l'immagine femminile come "muta d'accento e di pensier". proprio lui.
è una crudele ironia, un colpo di scena formidabile e geniale, una dannazione che fa eco in tutta Mantova, che questo scherzo così superficiale e senza sostanza debba fare da sfondo alla morte, e darne la drammatica certezza, di Gilda, colei che invece di amore eterno fedele e senza inganno è morta e si è sacrificata, cosciente e coraggiosa, proprio lei.
un applauso, veramente un grande applauso, a questo amore paterno di cui è risuonata la mia notte, a questi duetti ineccepibili dove il sentimento è padrone assoluto della scena, interiore e non, senza sfumature ma carico di lacerante certezza, dove l'amore arriva dritto al cuore, lo spalanca, lo divarica e lo divora.



La donna è mobile
Qual piuma al vento,
Muta d'accento - e di pensiero.

Sempre un amabile,
Leggiadro viso,
In pianto o in riso, - è menzognero.

È sempre misero
Chi a lei s'affida,
Chi le confida - mal cauto il core!

Pur mai non sentesi
Felice appieno
Chi su quel seno - non liba amore!

14 commenti:

Il rospo dalla bocca larga ha detto...

Che coinvolgente commento il tuo... Sei riuscita ad imprimere i concetti in modo talmente diretto da renderli palpabili, presenti e vivi come non mai. Purtroppo mi sono ahimè perso lo spettacolo e le tue parole rendono ancor più atroce questa mancanza...

enzo ha detto...

sVidi il Rigoletto al Teatro Verdi, a Pisa, avevo forse dieci anni o meno. Tutta la famiglia stipata nel palchetto, il sonno che combatte con la scomoda forzosa immobilità.
Qualche anno fa ho assistito alla Carmen, all'Arena di Verona, eravamo così in alto che solo dopo dieci minuti capimmo che cantavano in francese.
Non ho mai amato la lirica, ma dal vivo ha una bellezza tutta sua, travolgente e affascinante.
Ciao

fabrax ha detto...

come disse Totò nel film UN TURCO NAPOLETANO: si sa la donna è mobile e io mi sento un mobiliere

lupo ha detto...

di Mantova apprezzo il vino e gli insaccati. Non mi piacciono i tortelli di zucca soprattutto se riempiti di mostarda

giardigno65 ha detto...

daqvvero incredibile non siano riusciti a rovinare tutto con un bello spottone TIM

(pesa) ha detto...

ohhhhhhhhhh, s-e-n-z-a-p-a-r-o-l-e!
riesci a lasciarmi periodicamente senza parole :-)))
proprio bello.
alla prossima

Rossa ha detto...

buonasera rospo, sei gentile ma forse non ho scritto così bene. a volte mi rileggo e non mi piaccio. a volte compongo post che mi fanno strippare e non piacciono a nessuno...mah.
dai non prendermi in giro, le mancanze atroci non sono queste...

Rossa ha detto...

ciao.
non mi definisco appassionata nemmeno io. proprio non potrei. ma ho ascoltato e ho goduto nel farlo. e ho pensato. allora ho scritto.
mi piace averti qui.

Rossa ha detto...

grazie fabrax, tu sei una ragazza con molto spirito. inafferrabile ma fuori dagli schemi.

Rossa ha detto...

io vado matta per i tortelli di zucca. anzi ora li voglio. avrei detto andiamo a pranzo insieme...ma non ti piacciono...un'altra volta lupo.

Rossa ha detto...

giardigno sono stati bravi,non trovi?

Rossa ha detto...

pesa pesa tu sei un amico, esageri per farmi piacere. ma ti perdono!!

(pesa) ha detto...

nonono! amico senz'altro, ma esagerare proprio no :-) ecco, entusiasta, se vuoi, un po' bimbo con il naso sciacciato sul vetro e l'occhio stupito, quello te lo concedo volentieri.
mi hai fatto venire la curiosità di vedere questo allestimento in particolare, ma so già che vedrò tutta un'altra cosa rispetto a quello che hai raccontato tu :-)
alla prossima

fabrax ha detto...

grazie per avermi dato della ragazza, nonostante i miei (stupendi) 48 anni finiti