io penso che se si esegue una pena di morte su una disabile mentale -oltre alle domande che mi pongo regolarmente anche su quelle eseguite su persone in pieno possesso delle proprie facoltà mentali- il mondo ha ancora una strada infinita da percorrere.
una strada di cui è difficile intravedere non dico la fine, ma nemmeno l'incipit.
ripongo fiducia nel genere umano e lo voglio fare ancora fino alla fine della mia esistenza perchè sono convinta, nel profondo di me stessa e del mio cuore, che solo la fiducia nel cambiamento potrà ripagarmi della mia costanza e restituirmi lo stesso trattamento.
non voglio dubitare di me stessa e nemmeno delle persone che amo e tanto meno di tutte quelle che popolano questa terra.
devo credere che un giorno qualcuno penserà dov'è collocato il confine invalicabile tra la giustizia e l'assassinio di stato.
devo credere che un giorno qualcuno capirà cos'è una mente che lucidamente può intendere di uccidere e una mente che non distingue tra realtà e delirio.
devo credere che in un paese sconfinato come gli stati uniti d'america qualcuno, almeno uno, si mobiliterà perchè il crimine dell'ignoranza e del fanatismo venga arrestato per fare spazio a una legislazione che abbia il senso civico e morale che ad essa si confà.
la pena capitale per una psicotica dice di un mondo che sragiona e delira quanto la giustiziata, che applica senza costrutto senza giustizia senza fondamento una pena che travalica ogni possibile ritorno in termini di regolamentazione sociale.
condannare a morte la follia è il gesto più folle insensato malato irrecuperabile manicomiale che mi sia capitato di leggere in questi anni di mondo alla deriva, di mondo dolorante, di mondo senza pace. di mondo senza mente e moralità.
condannare a morte la follia è la condanna a morte di noi sani di mente che non sappiamo distinguere il confine tra l'ordine superiore di una giustizia sociale e la vergogna amorale di una vendetta pubblica e legalizzata.
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14 commenti:
Chi invoca la pena di morte è un fanatico, come quelli che voglio lapidare un'adultera.
Nessuno ha il diritto di togliere una vita, però non nutro la tua stessa fiducia nel genere umano.
C'è gente che nonostante sia in galera per reati diversi riesce magari ad uscire in permesso premio per ammazzare un povero cittadino inerme.
Di fronte a tale disprezzo per la vita umana come bisognerebbe reagire?? con la misericordia?
io non ne sono capace!
Io credo che non ci siano speranze... Il mondo è destinato all'autodistruzione di massa a causa dell'essere umano. La razza umana è il cancro della stessa società che si è creata. Spero di sbagliarmi.
Riuscirei forse, cara Rossa, a capire l'assenza della pietà, se questo fosse dettata almeno, da quel sentimento che si chiama Paura.
Paura dell'assassino, del violento, di chi non ha rispetto della Vita, perchè questo prevede perlomeno un aspetto Umano.
Ma non è così.
Oggi ogni cosa è manipolata e orientata al fine personale: Avvocati, giudici, rappresentanti dello Stato, tutti hanno un solo obbiettivo...Far carriera.
E tutto allora diviene funzionale al personale tornaconto, di parcelle, gradimento, immagine politica: Triste? Si, molto.
applicare una giustizia giusta rimane improbabile in un mondo popolato da singole persone che guardano al loro orticello ben prima di dar voce a una coscienza civile. vale a dire in un mondo reale.
il comminare poi una pena adeguata mi sembra un traguardo ben più lontano. per sincerarcene basta leggere qualche articolo di cronaca attuale.
alla prossima
PS: una citazione leggera: "amo il genere unamo, è la gente che non sopporto" (Charles Schultz)
Ho appreso della possibilità che quest'omicidio di stato sarebbe stato perpetrato il giorno prima della sua effettiva realizzazione.
E la prima cosa che mi è saltata all'occhio è stata la scarsa rilevanza mediatica.
Nessun movimento civile e nessuna mobilitazione di massa.
Come se l'occidente fosse immune da critiche, solo per il fatto di usare un modo "civile" per ammazzare qualcuno.
La morte è morte sia che avvenga per mezzo di una lapidazione che per una iniezione letale.
Allora mi chiedo perchè ci siano due pesi e due misure.
Del resto siamo gli esseri della terra più crudeli che esistano per il fatto che ci mettiamo la ragione e non l'istinto.
e invece penso che avere fiducia, credere e lottare per una condizione migliore sia l'unico modo per uscire da questo pantano.
si lo spero anche io rospo, che tu ti stia sbagliando.
la paura è sicuramente il motore dell'assenza di pietà, se vogliamo chiamare così questa mostruosità. gli aspetti economici e i vantaggi finanziari non li ho nemmeno presi in considerazione, per me è un problema etico prima di qualsiasi altro. un stato non può uccidere per punire e tanto meno una psicotica che delira.
pesa il tuo commento mi lascia perplessa. molto. giusta pena? ma di cosa stimao parlando? già la pena di morte è un gesto di assoluta inciviltà, perpetrata poi su categorie di persone che non sanno intendere nè volere nel momento in cui agiscono è una barbarie. è vendetta senza senso. è paura del demoniaco. è folle.
qual è la pena adeguata?
io sto parlando di altro, di un mondo che va alla deriva se non sa arginare la vendetta su un disabile mentale.
la frase non mi convince, la conosco e non mi è mai piaciuta.
ciao amore immaginato.
la mobilitazione si è limitata a poche inziative. certo non c'è una Bruni che si strappa i capelli. una psicotica della provincia americana non è elegante quanto un'adultera iraniana. oppure sono ingiusta e non ci si può mobilitare per tutti.
ma l'iniezione letale non è sporca e volgare come la lapidazione. nom produce audience. una è approvata dal mondo intero e nessuno ha niente da dire agli americani brava gente, la seconda scuote le coscienze per un quarto d'ora in più e soprattutto l'iran è un paese potenzialmente esplosivo.
ci sono sempre interessi ddietro le prese di posizione. infatti queste iniziative non mi commuovono quasi mai. non le credo autentiche.
il problema è profondo, è radicato e sono in moltissimi a pensare che quella punizione sia giusta. per molti la pena di morte è giusta.
immaginavo, sospettavo, che due frasi messe li così non potessero rendere al meglio quello che volevo comunicarti :-)
non era un discorso specifico sul caso (concordo con te, grottesco e terribile in tutti i suoi aspetti) che hai segnalato nel tuo post, ma che voleva essere, nelle mie intenzioni, un po' più ampio sull'argomento giustizia.
provo quindi ad ampliarlo adesso sperando di riuscire a passarti una visione più rispondente al mio pensiero.
il primo punto è che la situazione attuale è del tutto falsata/sbilanciata/stravolta dagli interessi personali (come aveva accennato qui anche qualcun altro) di chi invece dovrebbe salvaguardare quelli altrui. è in quest'ottica che qualsiasi singola consider-azione di buon senso finisce in un baratro, in quanto non trova il terreno fertile su cui qualsiasi buona idea dovrebbe poter germogliare. è triste, si, è triste constatare dal vivo che ci vorrebbe un gran terremoto per ristabilire ordine in tutto questo. e questo era anche il senso della citazione ironica, che voleva stigmatizzare il fatto che alla fine bisogna comunque confrontarsi con i singoli. ne aggiungo anche un'altra da una voce ben più autorevole (sono in dubbio fra giolitti e togliatti) che identifica analoga situazione. a buon senso dice: "la giustizia per i nemici si applica, per gli amici si interpreta".
il tuo discorso giustamente indignato non avrebbe ragione di esistere in una realtà diversa dove il fine ultimo della giustizia (prima, durante e dopo il suo corso) fosse - appunto! sembra ironico, ma non lo è per nulla! - quello di essere giusta.
l'accenno alla giusta pena (equa, adeguata e sicura, a qualsiasi livello) era solo un ulteriore aspetto, più profondo e critico, della questione. non certo una giustificazione o approvazione a quello che hai denunciato tu. le disparità del sistema attuale le abbiamo sotto gli occhi tutti i giorni.
spero più chiaro, comunque son qui, eh? :-)
alla prossima
miii hai scritto unn post!! sembri me!! vabbè ti perdono.
qual'è la "giusta" pena per chi disprezza la vita umana? Per uno che ha sciolto un bambino nell'acido?
la pena non deve essere una vendetta, sullo stesso piano dell'individuo che agisce la propria aggressività omicida. un acosa è l'individuo, una cosa è lo stato. tra individui ci si regola con lo stesso metro, tu sciogli mio figlio nell'acido io stupro e uccido soffocata tua moglie. lo stato regola a livello superiore la pena per chi ha ucciso con lo scopo di rieducare, riabilitare, reinventare un valore civile. come possiamo chiede allo stato di avere rispetto e regola delle norme, per noi stessi, se è il primo ad applicare l'omicidio?
uno stato civile non uccide, non condanna a morte, deve porre una regola sul desiderio di vendetta personale dell'individuo.
questo è lo stato di diritto.
se ti piace la pena di morte, se richiedi la morte come pena giudiziaria, avrai lo stato a tua misura, lo stato che ti meriti.
io, parlo per me, voglio uno stato capace di ragione sui "delitti e sulle pene", voglio rispetto per me e anche lo stato in cui vivrò mi somiglierà.
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