bianco e nero

come una foto. in bianco e nero. nessuna concessione al colore, alla spettacolarita', ai nuovi barbari. bianco e nero colori vividi dell'essenziale, solo l'autenticita' della forma. della sostanza. l'occhio vede e non si inganna.
"questo e' il mio segreto.
veramente semplice.
si vede bene solo con il cuore.
L'essenziale e' invisibile agli occhi."
Il piccolo principe. A.d.S-E.

venerdì 2 aprile 2010

LEBANON. gruppo di guerra in un interno.



campo di girasoli.
3 giugno 1982, prima guerra del Libano.
progressiva melmificazione.
campo di girasoli.
così comincia, così finisce, questo film.
la guerra è un'allucinazione.
forse il "rinoceronte", il carroarmato, non si è mai spostato di lì.
il resto, il disfacimento e la paura, la dissociazione mentale e la lordura, sono, come sempre, dentro di noi.
lo avrete pensato anche voi, quante volte, vedendo i film di guerra.
avrete pensato che, in fondo, la guerra è bella. è tosta. è forte. è coraggiosa. è inevitabile. è maschia. è cazzo duro e fanculo ai bastardi assasini. dovete morire tutti.
si lo avete pensato.
e, ve lo dico, chi ve lo ha fatto pensare ha fatto bene il suo mestiere, ipnotizzandovi.
la maggior parte dei film di guerra sono propaganda guerrafondaia allo stato puro. puro perchè sottili, insinuanti, subliminali: ti faccio credere di mostrarti una tragedia e, invece, ti convinco di quanto sia santificante il martirio.
invece la guerra è una merda lurida che ti spappola il cervello, un nero che ti dilaga dentro, un mare di sangue che cola lentamente dissanguandoti, uno schizzo di cervello impazzito che, oltre a uscire dalla scatola cranica a insozzare il terreno con le tue circonvoluzioni cerebrali, si insinua all'interno e ti martoria il pensiero fino a desiderare di morire.
ora. adesso. finalmente. e poi più.
Lebanon è un film, Venezia 2009, è la guerra dentro un carroarmato, mai fuori di essa, è lo sguardo dal mirino del mitragliatore, un occhio a forma di cerchio millimetrato, è piscio, cacca, sangue, terrore.
una guerra in cui niente e dico niente funziona.
in cui nessuno, dico nessuno sa fare niente.
nessuno sa comandare, nessuno sa obbedire, nessuno sa sparare, nessuno sa guidare e leggere i comandi, nessuno sa dove andare.
quell'interno è l'interno di una mente assediata dalla paura. è il panico direi. ogni tanto si apre la botola dall'alto e penetra qualche elemento da fuori.
interno, esterno.
mente, realtà.
a volte è un superiore decisionista che mette ordine, raziocinio, volontà e rassicurazione.
oppure è un cadavere che puzza di morte, fa vomitare, rivoltante, gocciolante.
ogni tanto è un prigioniero cui sono state tolte le scarpe che parla arabo e non si capisce un cazzo di quello che dice. piange, si dimena, insulta e poi soccombe.
ogni tanto è un civile, un falangista, bastardo, invischiato, subdolo e probabilmente solo infinitamente furbo e opportunista.
sussurra parole di morte al prigioniero, gli prospetta una fine lenta e crudele, inimmaginabile.
ogni volta in quell'interno, in quella mente, nel panico, incapace, impaurita, assediata, inesperta si insinua un elemento esterno, con effetti devastanti.
in quella mente-carroarmato-rinoceronte c'è acqua, riflesso dei volti e poi della sporcizia, c'è grasso che cola da tutte le pareti, ci sono comandi che non rispondono più, lentamente soverchiati dall'olio che prende possesso di tutto -e ci informa del tempo che passa e della disfunzionalità che inesorabile avanza-, ci sono volti che progressivemente diventano sempre più luridi neri fino a cancellarne i lineamenti lasciando in risalto solo occhi enormi dilatati e increduli.
alla fine tutto è il buio, come la morte, con occhi-fari spalancati sul terrore.
una psicosi allucinatoria.
fuori accade l'inimmaginabile, sguardi terrorizzati di kamikaze, uomini fatti a pezzi, busti senza arti, asini squarciati che piangono, donne stravolte nude che ricordano in un flash la bellezza e la vita dei corpi interi, sguardi duri irremovibili di vecchi in attesa orgogliosa della fine.
la realtà è inguardabile, è invivibile, ricorda la vita in una mente a mollo nella morte.

non so se dobbiate vederlo. non voglio fare propaganda. io l'ho visto. e ci penso ancora.
ho fatto un viaggio, iniziato e finito tra i girasoli, con un passaggio di morte che mi risuona come un avvertimento.
NON SPARARE.

17 commenti:

Anonimo ha detto...

Credo che una sola parola serva per riassumere ciò che è la guerra: "umana". Nel senso che è la degna opera dell'uomo. Solo l'uomo, con la sua intelligenza, evolvendosi sopra ogni altra forma di essere vivente ha potuto inventare una parola, un'azione, per giustificare l'uccisione di migliali, milioni di suoi simili. Solo l'uomo, la guerra è "umana".

Ma l'uomo è tanto intelligente da farla sembrare ciò che non è. E' accaduto anche con il genocidio degli indiani d'america e i film sui cow boys. Cavalleria buona, indiano cattivo. E' giusto uccidere l'indiano, anzi, è consigliabile. I media possono influenzare le menti, molte menti.

Vuoi sapere cos'è la guerra? Fai una gita al Redipuglia, soffermati davanti ad ogni caduto per la patria e chiediti, perchè quest'uomo è morto? per quale motivo?

Sali nel museo, leggi le didascalie, guarda come i nostri soldati cercavano di forzare il filo spinato avversario, sotto il fuoco nemico, a volte con tenaglie che non tagliavano.

Perchè l'hai fatto? Perchè sei morto? soldato? Per fare quest'Italia che ci troviamo oggi? Ecco, questa è la guerra.

Anonimo ha detto...

io non amo i film di guerra e non credo quindi lo vedrò. non sono cazzuto evidentemente.
quanto alla guerra...quella vera...beh se calcoli che non ammazzo nemmeno le zanzare...capisci che non fa per me.

poi possono lanciare tutti i messaggi che vogliono ma per me è sempre una merda.
ovvio che per difendere quello che amo non esiterei ad uccidere...ma per altri motivi...politici, religiosi o di potere no...mai

Rossa ha detto...

no non ho capito il tuo commento Baci Segreti. di giri ne ho fatti tanti, veramente tanti. l'ultimo sul molte Grappa. sono morti per questa Italia, bene o male, saremmo evoluti meglio o peggio, non lo so, non mi fa differenza la risposta. la guerra esiste, come l'uomo esiste, non ne nego l'esistenza. non so nemmeno se sia evitabile. voglio solo guardarla senza veli, se ci riesco. ma dopo un po' distolgo lo sguardo, non ce la faccio mai fino in fondo.

(pesa) ha detto...

per metterla sul piano pratico: se non ci fosse la mentalità "armiamoci e partite" alla base di tutte le guerre esse tenderebbero a zero e si proverebbe a risolvere le questioni (qualsiasi questione) con il buon senso anzichè sulla pelle degli altri.
a livello di concetti e/o ideali sono arrivato tardi e non posso che quotare bacisegreti e il tuo Kermit.
alla prossima

Rossa ha detto...

non ho capito sai...non ammazzi una mosca ma, ovvio, per difendere ciò che ami si? quindi sapresti uccidere, o almeno pensi. forse tutti, forse anche io, forse qualcuno no, proprio non ce la farebbe.
oggi mi viene uno sturbo, mi sembra che tutto sia ineluttabile.

Rossa ha detto...

ciao pesa. so che tu leggi le mie risposte. lo so bene. forse ti ho dato per scontato, tu sei una musica di sottofondo. forse non dovevo scrivere questo post. forse sono più confusa di prima. le vostre risposte sono razionali, sono ragionevoli, sono statistiche, sono giornalistiche. io sono solo a un livello emozionale, io penso alla mente, alla follia probabilmente. volevo scrivere questo.

(pesa) ha detto...

si, follia, in definitiva è la parola esatta per descrivere la guerra.
alla prossima

PS: immaginavo che mi avresti detto così, ma hai chiesto e quindi ho risposto :-)

Anonimo ha detto...

beh...una mosca non desidera farmi del male in modo deliberato...quindi non mi va di ucciderla solo perchè mi infastidisce...dovessi uccidere tutti quelli che mi infastidiscono...

tutti sarebbero capaci di uccidere...ovvio che le motivazioni sarebbero differenti per ognuno.
ma è diverso dalla guerra.
difendere noi stessi, le persone che amiamo, la nostra "tana" è un comportamento naturale...la guerra è un comportamento innaturale...proprio delle menti malate degli esseri umani

Rossa ha detto...

io dovrei andare e VOI mi inchiodate qui. oggi sono emozionata, come se tremassi un po'. mi aspetto qualche cosa che non succede o forse, come nel film, ho paura che accada.
ciao, a tutti, torno dopo, magari mi passa.

Rossa ha detto...

la parità dei sessi si ottiene anche in guerra. le bombe scoppiate a mosca nella metropolitana il 29 marzo erano allacciate ben strette alla vita di due donne, una di 17 anni. che abbaglio l'emancipazione, a volte.

lupo ha detto...

l'uomo per sopravvivere ha bisogno della guerra, non dell'amore.
I film di guerra che preferisco sono: FULL METAL JACKET, SALVATE IL SOLDATO RYAN, LA SOTTILE LINEA ROSSA

lupo ha detto...

ho dimenticato, IL NEMICO ALLE PORTE con Judge Law nel ruolo di Vassili Zijavev

Anonimo ha detto...

Nel commento ho usato il "tu" ma era generico per chi legge, non riferito a te, Rossa. La guerra esiste perchè esiste l'uomo. E' una cosa sciocca, inutile, ma inevitabile. C'è stata e ci sarà ancora, e ancora.

Si, la guerra è follia, ma non è confinata alla mente, la guerra è reale, materiale. Morte fisica.

Rossa ha detto...

l'ultimo film che hai citato non lo conosco Lupo. vale la pena di vederlo? tra gli altri, assolutamente, la sottile linea rossa. un film che non mente. una riflessione importante sulla guerra, varamente un bel film. mi fa piacere tu venga a trovarmi sai, molto piacere. e apprezzo le tue segnalazioni (ma quelle dell'altra volta non le ho capite, mi dispiace, limite mio probabilmente). devo imparare a capire il tuo modo di commentare o di lasciare messaggi.
ciao, a presto

Rossa ha detto...

certo che non è confinata alla mente occhi neri. è fisica. ma io non ho detto questo. ho solo voluto scrivere un post su una guerra mentale. che si svolge metaforicamente in una mente. è la forza di questo film. è la guerra in libano, è la guerra nella mente di un uomo in guerra.
ciao Achab, a presto

lupo ha detto...

se vale la pena vederlo? Certo che sì. Fidati

Rossa ha detto...

mi fido. lo guardero'.