mercoledì 21 gennaio 2009
Libertà l'ho vista dormire nei campi coltivati a cielo e denaro, a cielo e amore, protetta da un filo spinato.
Libertà l'ho vista svegliarsi
ogni volta che ho suonato
per un fruscio di ragazze
a un ballo,
per un compagno ubriaco.
E poi se la gente sa,
e la gente lo sa che sai suonare,
suonare ti tocca
per tutta la vita
e ti piace lasciarti ascoltare.
Finii con i campi alle ortiche
finii con un flauto spezzato
e un ridere rauco
ricordi tanti
e nemmeno un rimpianto. (suonatore jones)
non corro il rischio di essere alla moda.
de andre' lo ascolto da quando sono nata.
l'ho consumato, di persona, lui proprio lui, a furia di ascoltarlo.
forse gli ho perfino fatto male...
sono i poeti moderni, dicono.
i cantautori sono i poeti moderni, così dicono.
de andrè e' un poeta. ci sono dubbi forse?
il poeta delle cose tremendamente normali.
le sue canzoni si leggono. si intuiscono, si vivono sulla pelle.
le sue canzoni si ricordano. si portano addosso come un vestito buono.
si godono e si respirano, inalandole fino in fondo, leggendole.
e nemmeno lui le canta.
de andrè non canta. ve ne siete mei accorti?
de andrè ricorda ma non rimpiange.
de andrè parla, racconta. esulta, protesta, prende parte e lascia spazio, cucina la cimma, parla di donne e di amore, con la semplicita' delle parole, rotonde piene ma sussurrate e mai fino in fondo cantate.
l'uomo bomba e la donna cannone
Lui era un uomo-bomba.
Questa è la storia d'amore tra l'uomo bomba e la donna cannone. Lui era un uomo bomba, lei una donna cannnone. S’innamorarono a prima vista. Lei usciva da un circo, lui da una facoltà di teologia. Lei era capace di far ballare i suoi duecento chili sopra un cavallo bianco, lui era capace di dimostrare l'esistenza di dio. I due classici fenomeni da baraccone...
Quando la donna cannone si spogliò e si stese sul letto, il suo corpo pareva una nuvola e il suo immenso vestito azzurro con le stelline d'oro copriva tutto il pavimento. Lui camminava piano, per paura di calpestare tutte quelle stelle.
"Ma tu non ti spogli?"; chiese la donna cannone...
L'uomo bomba iniziò a spogliarsi molto lentamente, per paura che i fili dell'innesco s’impigliassero nella cerniera lampo. Aveva vergogna e aveva paura. Aveva vergogna del suo corpo magro e della sua verginità di studente; e aveva paura del giudizio di dio.
"Dovevo scoppiare alle sette e mezza davanti al supermercato per la gloria di dio; e adesso come potrò giustificarmi??"
Lei, non rispose. Chiuse gli occhi e aprì le gambe... Lui vide che tra le gambe della donna cannone c'era una lunga ferita. Senza sangue però.
Allora chiese "Dov'e' il sangue?"
"Ma non c'e!"
"Ma ti fa male?",
"Ma no!"
"E’ un taglio pazzesco, chi te l'ha fatto?? Ci sono state rivendicazioni??",
"Ma nooo, è sempre stata li, via..." lei fece una voce rauca, equivoca, un po' annoiata.
L'uomo bomba iniziò a srotolare tutto lo scotch che collegava i candelotti al corpo e per superare l'imbarazzo gliene mostrò uno.
"Hai visto com'e' grosso?"
"Veramente ho visto di meglio" rispose lei.
L'uomo bomba rimase quasi nudo vicino al letto, con i candelotti sul comodino e disse "Donna cannone... posso tenere le mutande?"
"Ma no, bisogna levarle, via!"
"E se ci vede dio??"
"Ci vedrà nudi."
"Nudi?? Ma è peccato!" disse lui.
"E’ peccato!", disse il ragazzo mentre si arrampicava su di lei. "E’ peccato" pensò sentendo arrivare una piccola erezione. "E’ peccato" pensò sentendo un piacere arrivare da lontano, da molto lontano
“Forse arriva dal cielo...” disse lui per giustificarsi.
Lei, magnifica, lo prese, e lo teneva come il mare fa con una barchetta. Lui,imparava a stare a galla. Dondolando zitto e intento.
e che silenzio. a parte il respiro, che silenzio…
I sei candelotti di tritolo furono ritrovati da una donna delle pulizie.
"Che perversi!" pensò”. Li gettò nella spazzatura, poi chiuse la porta della stanza.
Sul pavimento in un angolo buio rimaneva una stella che si era staccata dal vestito di lei.
Un'ora dopo, due isolati più in là, come ogni sera, ricominciava il circo...
non e' una canzone. e' una favola.
de andre' nella sua vocazione piu' autentica.
l'incanto si rivela in un racconto semplice, popolare, a tratti domestico, genuino. eppure attraverso la sua essenzialita' ci passa un mondo. un mondo di pensieri, di incontri, di momenti importanti e, allo stesso tempo, di trasparenza, di transitorieta', di relativita', di provvisorieta'.
il gioco della semplicita' della parola mostra i due lati degli eventi. la serieta' e la precarieta'. la solidità e lo stupore.
io vedo onesta' nelle poesie di de andre'.
ci vedo una lettura attenta e profonda che non si prende mai sul serio.
ci vedo nostalgia, ci vedo il tempo che passa e noi che rimaniamo, sempre uguali, sempre diversi.
ci vedo donne donne donne importanti, amate, desiderate, sognate e poi lasciate, dimenticate, ricordate, anche guardate senza pietà, nude.
c'è tutto in de andrè. ci sono tutte le note, ci sono tutti sentimenti, c'è tutto l'amore che si può e soprattutto quello che non si può.
"io mi dico è stato meglio lasciarci
che non esserci mai incontrati". (giugno'73)
Amore che viene, amore che va
Quei giorni perduti a rincorrere il vento
a chiederci un bacio e volerne altri cento
un giorno qualunque li ricorderai
amore che fuggi da me tornerai
un giorno qualunque ti ricorderai
amore che fuggi da me tornerai
e tu che con gli occhi di un altro colore
mi dici le stesse parole d'amore
fra un mese fra un anno scordate le avrai
amore che vieni da me fuggirai
fra un mese fra un anno scordate le avrai
amore che vieni da me fuggirai
venuto dal sole o da spiagge gelate
venuto in novembre o col vento d'estate
io t'ho amato sempre, non t'ho amato mai
amore che vieni, amore che vai
io t'ho amato sempre, non t'ho amato mai
amore che vieni, amore che vai.
l'amore e' tutto, l'amore e' niente. oggi e' la vita, domani solo un ricordo.
la consistenza delle cose vale e incide per il momento della sua espressione, ma potrebbe perdersi anche un istante dopo, portato via da un colpo di vento.
ma per quel momento siamo disposti a tutto:
"E' un errore ho commesso - dice -
un errore di saggezza
abortire il figlio del bagnino
e poi guardarlo con dolcezza
ma voi che siete a Rimini
tra i gelati e le bandiere
non fate più scommesse
sulla figlia del droghiere". (Rimini)
Verranno a chiederti del nostro amore
Quando in anticipo sul tuo stupore
verranno a crederti del nostro amore
a quella gente consumata nel farsi dar retta
un amore così lungo
tu non darglielo in fretta
non spalancare le labbra ad un ingorgo di parole
le tue labbra così frenate nelle fantasie dell'amore
dopo l'amore così sicure a rifugiarsi nei "sempre"
nell'ipocrisia dei "mai"
non sono riuscito a cambiarti
non mi hai cambiato lo sai.
E dietro ai microfoni porteranno uno specchio
per farti più bella e pensarmi già vecchio
tu regalagli un trucco che con me non portavi
e loro si stupiranno
che tu non mi bastavi,
digli pure che il potere io l'ho scagliato dalle mani
dove l'amore non era adulto e ti lasciavo graffi sui seni
per ritornare dopo l'amore
alle carenze dell'amore
era facile ormai
non sei riuscita a cambiarmi
non ti ho cambiata lo sai.
Digli che i tuoi occhi me li han ridati sempre
come fiori regalati a maggio e restituiti in novembre
i tuoi occhi come vuoti a rendere per chi ti ha dato lavoro
i tuoi occhi assunti da tre anni
i tuoi occhi per loro,
ormai buoni per setacciare spiagge con la scusa del corallo
o per buttarsi in un cinema con una pietra al collo
e troppo stanchi per non vergognarsi
di confessarlo nei miei
proprio identici ai tuoi
sono riusciti a cambiarci
ci son riusciti lo sai.
Ma senza che gli altri non ne sappiano niente
dirmi senza un programma dimmi come ci si sente
continuerai ad ammirarti tanto da volerti portare al dito
farai l'amore per amore
o per avercelo garantito,
andrai a vivere con Alice che si fa il whisky distillando fiori
o con un Casanova che ti promette di presentarti ai genitori
o resterai più semplicemente
dove un attimo vale un altro
senza chiederti come mai,
continuerai a farti scegliere
o finalmente sceglierai.
verranno a chiederti del nostro amore.
c'è tutto in questo titolo. c'è la fine, c'e' la storia, ci sono il futuro e il passato insieme, c'è il ricordo, c'è la curiosità del mondo e la gelosia, c'è la nostalgia, c'è l'unicità, ci sono gli amanti.
amarezza e delusione, per lei un attimo vale un altro. una donna ambiziosa e fatua, superficiale e alla ricerca dell'approvazione di se' toglie spazio all'autenticita' del sentimento ma prende solo la forma che appaga all'istante. non vede non guarda non sceglie.
Vanno
vengono
per una vera
mille sono finte
e si mettono li tra noi e il cielo
per lasciarci soltanto una voglia di pioggia.(Nuvole)
Ma lui l’ha guardata, l’ha guardata proprio bene.
Quanti uomini guardano cosi'?
La canzone dell'amore perduto
Ricordi sbocciavano le viole
con le nostre parole:
"non ci lasceremo mai,
mai e poi mai"
Vorrei dirti, ora, le stesse cose
ma come fan presto, amore,
ad appassire le rose
così per noi.
L'amore che strappa i capelli
é perduto ormai.
Non resta che qualche svogliata carezza
e un po' di tenerezza.
E quando ti troverai in mano
quei fiori appassiti
al sole di un aprile
ormai lontano li rimpiangerai.
Ma sarà la prima
che incontri per strada,
che tu coprirai d'oro
per un bacio mai dato,
per un amore nuovo
E sarà la prima che incontri per strada,
che tu coprirai d'oro
per un bacio mai dato,
per un amore nuovo.
c’è speranza nel pensare che tutto possa ricominciare.
ho sentito dire: de andre' parla dell'amore per l'amore. qualcos'altro?
non è questo che dice de andrè
a ogni nuova passione si perde l’autenticità della prima:
E mentre il sangue lento usciva,
e ormai cambiava il suo colore,
la vanità fredda gioiva,
un uomo s'era ucciso per il suo amore.
Fuori soffiava dolce il vento
ma lei fu presa da sgomento,
quando lo vide morir contento.
Morir contento e innamorato,
quando a lei niente era restato,
non il suo amore, non il suo bene,
ma solo il sangue secco delle sue vene.(Ballata dell'amore cieco)
la disillusione pesa sui nostri nuovi amori, perché tutto ha un termine, anche se durante non lo sappiamo. lo sappiamo solo dopo.
Le passanti
Io dedico questa canzone
ad ogni donna pensata come amore
in un attimo di libertà
a quella conosciuta appena
non c'era tempo e valeva la pena
di perderci un secolo in più.
A quella quasi da immaginare
tanto di fretta l'hai vista passare
dal balcone a un segreto più in là
e ti piace ricordarne il sorriso
che non ti ha fatto e che tu le hai deciso
in un vuoto di felicità.
Alla compagna di viaggio
i suoi occhi il più bel paesaggio
fan sembrare più corto il cammino
e magari sei l'unico a capirla
e la fai scendere senza seguirla
senza averle sfiorato la mano.
A quelle che sono già prese
e che vivendo delle ore deluse
con un uomo ormai troppo cambiato
ti hanno lasciato, inutile pazzia,
vedere il fondo della malinconia
di un avvenire disperato.
Immagini care per qualche istante
sarete presto una folla distante
scavalcate da un ricordo più vicino
per poco che la felicità ritorni
è molto raro che ci si ricordi
degli episodi del cammino.
Ma se la vita smette di aiutarti
è più difficile dimenticarti
di quelle felicità intraviste
dei baci che non si è osato dare
delle occasioni lasciate ad aspettare
degli occhi mai più rivisti.
Allora nei momenti di solitudine
quando il rimpianto diventa abitudine,
una maniera di viversi insieme,
si piangono le labbra assenti
di tutte le belle passanti
che non siamo riusciti a trattenere.
Smisurata preghiera
Alta sui naufragi
dai belvedere delle torri
china e distante sugli elementi del disastro
dalle cose che accadono al disopra delle parole
celebrative del nulla
lungo un facile vento
di sazietà di impunità
Sullo scandalo metallico
di armi in uso e in disuso
a guidare la colonna
di dolore e di fumo
che lascia le infinite battaglie al calar della sera
la maggioranza sta la maggioranza sta
recitando un rosario
di ambizioni meschine
di millenarie paure
di inesauribili astuzie
...
ricorda Signore questi servi disobbedienti
alle leggi del branco
non dimenticare il loro volto
che dopo tanto sbandare
è appena giusto che la fortuna li aiuti
come una svista
come un'anomalia
come una distrazione
come un dovere
quello che penso è che de andrè viaggia.
viaggia, instancabile e senza paura, nei luoghi della memoria. e io con lui.
quello che penso è che de andrè si schiera, che de andre' crede. e io anche.
amore che vieni, amore che vai
http://www.youtube.com/watch?v=w7u_j9vRwm8
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5 commenti:
"memoria", scrivi.
non ho trovato una forma al passato nel tuo delicato post.
a prescindere dai contenuti sempre emozionanti/reali/vissuti delle sue canzoni (si, è vero, poesie!) che hai così lievemente analizzato (mi trovo ancora una volta a concordare sulle scelte che hai fatto nell'immenso mare da cui attingere e sull'interpretazione che ne hai dato).
dicevo: de andrè (come molti altri prima di lui) "è" e "sarà" in quello che ha scritto e che (lui, prioprio lui) noi attingiamo direttamente da quelle parole.
"memoria", appunto.
la distanza fisica che ci separa da lui, ora incolmabile (ma anche prima difficilmente azzerabile se non da pochi "eletti") non rende la forza e l'emozione contenute nelle sue parole meno tali.
perchè le sue parole, proprio come dici, sono vere e vissute: non possono 'spegnersi' solo per l'assenza di colui che le ha poste su carta con l'estrema sensibilità che ben conosciamo.
il rammarico per la perdita di una persona rimane forte, ma, almeno in questo caso, ne possiamo conservare, riascoltare, rivivere e fare (nuovamente) nostre l'esperienza, le emozioni e l'impegno così come abbiamo fatto da sempre.
per me de andre' c'e'. e come lui molti altri che fisicamente non ci sono piu'. per la verita' proprio non ci penso alla sua assenza fisica. come tutti quelli che hanno avuto il coraggio di esporsi con qualcosa da dire ha poi avuto il privilegio di non esser mai dimenticato, di piu', di non morire mai.
la memoria non e' su di lui, e' il suo viaggio nella mente. e' de andre' che ricorda, non dimentica, non rimpiange, che preferisce il dolore di lasciare piuttosto che non conoscere.
comunque leggi bene Pesa, sei un lettore attento. e questo mi piace. ti faccio un invito adesso, un pubblico invito.
si, è esattamente quello che volevo intendere. probabilmente mi sono attorcigliato un po' su me stesso. in sintesi: memoria che diventa nostra attraverso la memoria e le esperienze altrui. questo succede quando l'impegno e la forza di questa espressione ci colpisce nel profondo. perdona, non ho invece (credo) afferrato il significato dell'invito.
perdonami due volte, non avevo capito l'invito perchè ho letto solo il commento e non il tuo post di oggi. come ti ho lasciato scritto anche nell'altro commento mi sento un po' come il topolino al cospetto dell'elefante - metaforicamente, s'intende! :-) - ma sono onorato del tuo invito e proverò a mandarti qualcosa a partire dalle poesie di Frost. purtroppo non credo di riuscire poi ad aggiungere granchè dal momento che utilizzo proprio queste brillanti creazioni (altrui) per dare forma ad un pensiero/intuizione che non riesco a esprimere altrimenti. la formula che uso in questi casi è "... ha scritto per me". grazie ancora, a presto.
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