bianco e nero

come una foto. in bianco e nero. nessuna concessione al colore, alla spettacolarita', ai nuovi barbari. bianco e nero colori vividi dell'essenziale, solo l'autenticita' della forma. della sostanza. l'occhio vede e non si inganna.
"questo e' il mio segreto.
veramente semplice.
si vede bene solo con il cuore.
L'essenziale e' invisibile agli occhi."
Il piccolo principe. A.d.S-E.

giovedì 20 febbraio 2020

la luce della luna e il silenzio di dicembre sembravano fondersi come le note di una tromba suonate in un unico soffio a unire il passato, il presente, il futuro...

...zio Len si fermò e guardò verso la locanda, fragile come il cartone sotto la luce forte della luna, e accarezzandomi il braccio, mormorò i nomi di tutti quelli che dormivano sotto il suo tetto, poi disse: "Buffo pensare a loro, tutti sdraiati lì, buffo". Alzai gli occhi  e la mia vista vagò tra le stelle fino allo spazio più estremo, dove non c'era più universo. Niente mi divideva da esso. Ero là: mio padre, mia madre, Richard Quin stavano lì e qui contemporaneamente, e Nancy non sarebbe stata distrutta.
La luce e il silenzio soffiarono con fragore nella tromba.

Rebecca West scrive una trilogia, sono arrivata a Rosamund, il terzo libro sulla famiglia Aubrey, e mi lascia stupefatta.
mi regala momenti di lettura estatica.
mi fermo, a volte, la densità è tale che mi sembra di non farcela. mi devo fermare e tornare indietro.  voglio rileggere e fissare nella memoria. oppure non pensare e rimanere sospesa tra le parole. mi dico che se leggo troppo veloce mi perderò qualcosa.
il libro, la parola, la narrazione spesso, come nel caso sopracitato, si fondono con la musica perchè la voce narrante, e sua sorella gemella, sono due pianiste di grande talento. l'effetto è potente, i linguaggi si fondono e io ne rimango scossa, sono tracce che rimangono, si depositano nella mia immaginazione.
questo è un libro, questo è un romanzo, questa è arte, è letteratura.
questo è un capolavoro.

...la vita è condannata al disordine perché non tutti gli uomini sono morti e non tutti muoiono nello stesso momento. Avrebbe potuto esserci un ordine perfetto attorno a me, se mio padre, mia madre, Richard Quin, Mary e io fossimo venuti al mondo tutti contemporaneamente, nessuno di noi avrebbe dovuto aspettare che gli altri nascessero, e nessuno di noi avrebbe dovuto perdere gli altri.
Il tempo, capii, era la colpa dell’universo, e a causa sua il dolore e le attese, ingannevoli allo stesso modo, ci avrebbero sempre impedito di osservare il presente con la dovuta pace.

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