bianco e nero

come una foto. in bianco e nero. nessuna concessione al colore, alla spettacolarita', ai nuovi barbari. bianco e nero colori vividi dell'essenziale, solo l'autenticita' della forma. della sostanza. l'occhio vede e non si inganna.
"questo e' il mio segreto.
veramente semplice.
si vede bene solo con il cuore.
L'essenziale e' invisibile agli occhi."
Il piccolo principe. A.d.S-E.

mercoledì 19 febbraio 2020

concerto ritrovato

non è una canzone facile da capire.
l'ha scritta completamente ubriaco dopo essere fuggito da una festa di gente danarosa e fatua che gli chiedevano di fare il burattino.
il significato della canzone Amico fragile è fumoso e confuso, come l'alcool in cui annega e da cui origina, si ritrovano alcune parole che ricompogono un senso, ma ascoltarla durante il suo concerto, ritrovato, ha amplificato la gioia di riaverlo, in quel suo angolo, seduto quasi accucciato, con le sue cose, la chitarra, protesi del suo corpo, il vino, le sigarette accese compulsivamente ad ogni minuto, testimoni di morte, le parole, che oggi nessuno canterebbe più sfidando il politically correct, la sua voce. la sua interminabile eterna voce, per sempre, davvero per sempre.

Evaporato in una nuvola rossa
in una delle molte feritoie della notte
con un bisogno d'attenzione e d'amore
troppo, "Se mi vuoi bene piangi "
per essere corrisposti,
valeva la pena divertirvi le serate estive
con un semplicissimo "Mi ricordo":
per osservarvi affittare un chilo d'erba
ai contadini in pensione e alle loro donne
e regalare a piene mani oceani
ed altre ed altre onde ai marinai in servizio,
fino a scoprire ad uno ad uno i vostri nascondigli
senza rimpiangere la mia credulità:
perché già dalla prima trincea
ero più curioso di voi,
ero molto più curioso di voi.
E poi sospeso dai vostri "Come sta"
meravigliato da luoghi meno comuni e più feroci,
tipo "Come ti senti amico, amico fragile,
se vuoi potrò occuparmi un'ora al mese di te"
"Lo sa che io ho perduto due figli"
"Signora lei è una donna piuttosto distratta."
E ancora ucciso dalla vostra cortesia
nell'ora in cui un mio sogno
ballerina di seconda fila,
agitava per chissà quale avvenire
il suo presente di seni enormi
e il suo cesareo fresco,
pensavo è bello che dove finiscono le mie dita
debba in qualche modo incominciare una chitarra.
E poi seduto in mezzo ai vostri arrivederci,
mi sentivo meno stanco di voi
ero molto meno stanco di voi.
Potevo stuzzicare i pantaloni della sconosciuta
fino a vederle spalancarsi la bocca.
Potevo chiedere ad uno qualunque dei miei figli
di parlare ancora male e ad alta voce di me.
Potevo barattare la mia chitarra e il suo elmo
con una scatola di legno che dicesse perderemo.
Potevo chiedervi come si chiama il vostro cane
Il mio è un po' di tempo che si chiama Libero.
Potevo assumere un cannibale al giorno
per farmi insegnare la mia distanza dalle stelle.
Potevo attraversare litri e litri di corallo
per raggiungere un posto che si chiamasse arrivederci.
E mai che mi sia venuto in mente,
di essere più ubriaco di voi
di essere molto più ubriaco di voi.



Concerto ritrovato

il 3 gennaio 1979 Fabrizio De André e la Premiata Forneria Marconi tengono un 'Concerto per la città", a Genova e di quell'evento c'era una registrazione autorizzata ma scomparsa.
ritrovata e restaurata, compare ora sullo schermo accompagnata da ricordi dei partecipanti che Walter Veltroni ha raccolto e collocato a prologo del concerto. è noto che Fabrizio De André non amasse né tenere concerti né, tantomeno, che questi venissero ripresi. già dal 1975 aveva ceduto sul fronte dei concerti proponendo le proprie canzoni quasi ed esclusivamente nella versione originale. l'incontro con i componenti della PFM lo spinse ad un ulteriore passo ma si trattava di un rischio perché erano due mondi e due tipologie di pubblico differenti. eppure, come ricorda Dori Ghezzi, Fabrizio amava tutto quello che poteva apparire come improbabile. il concerto non fu privo, in alcuni casi, di contestazioni e tensioni che, insieme alla sua genesi, vengono rievocate in un viaggio in treno dalla stessa Dori, Riondino, Di Cioccio e Djivas.

il prologo non so, ma il concerto è bellissimo. l'inizio poi è travolgente, inaspettato dopo lunga attesa tra interviste e ricordi, e arriva come un'onda. gli arrangiamenti della PFM sono straordinari, li avevo apprezzati un anno fa al Dal Verme nel concerto dedicato, appunto, a De Andrè.
canta testi immortali, canta benissimo, è magnetico, è una cosa sola con la sua chitarra e la sua musica, è oltre. oltre quando racconta di un nano il cui cuore è troppo vicino al buco del culo, e chi mai oggi potrebbe dire cose simili, è oltre quando canta con disincanto giugno '73, e tu aspetta un amore più fidato il tuo accendino sai io l'ho già regalato e lo stesso quei due peli d'elefante mi fermavano il sangue li ho dati a un passante, è oltre quando parlando di ieri parla di oggi, io nel vedere quest'uomo che muore, madre, io provo dolore/ nella pietà che non cede al rancore, madre, ho imparato l'amore.

4 commenti:

Corte sconta ha detto...

la musica ai tempi di Faber,Dylan, Brassens e Cohen ed altri, diversi, meravigliosi calibri artistici di questo tipo, uno per tutti:Chet Baker❤️
Grazie Rouge per averlo ricordato.

Rossa ha detto...

ti stavo aspettando Corte Sconta, sapevo che su De Andrè avrei dovuto aspettare solo qualche minuto...

Corte sconta ha detto...

ach sto diventando prevedibile.. oppure tu hai una vista attenta e acuta e una buona memoria. Comunque sia, mi fa un immenso piacere sapere che una persona come te, e sottolineo come te, ami De André. mi fa sentire meno solo.

Rossa ha detto...

non solo non sei solo, ma siamo in molti..