bianco e nero

come una foto. in bianco e nero. nessuna concessione al colore, alla spettacolarita', ai nuovi barbari. bianco e nero colori vividi dell'essenziale, solo l'autenticita' della forma. della sostanza. l'occhio vede e non si inganna.
"questo e' il mio segreto.
veramente semplice.
si vede bene solo con il cuore.
L'essenziale e' invisibile agli occhi."
Il piccolo principe. A.d.S-E.

lunedì 3 febbraio 2020

Cammino nella primavera avvolto da una moltitudine di farfalle

Massimo Recalcati
Claudio Parmiggiani
Brera
31 Gennaio 2020

Avevo esposto ambienti completamente vuoti, spogli, dove l’unica presenza era l’assenza, l’impronta sulle pareti di tutto quello che vi era passato, le ombre delle cose che questi luoghi avevano custodito. I materiali per realizzare questi ambienti, polvere, fuliggine e fumo contribuivano a creare il clima di un luogo abbandonato dagli uomini, come dopo un rogo, appunto, un clima da città morta. Restavano solo le ombre delle cose, ectoplasmi quasi di forme scomparse, svanite come le ombre dei corpi umani dissolti sui muri di Hiroshima. Delocazione, che ho realizzato nel 1970, [...] dove le uniche presenze erano le impronte degli oggetti che avevo rimosso. Un ambiente di ombre, ombre di tele rimosse dalle pareti, ombre di ombre, come vedere dietro un velo un’altra realtà velata e dietro quest’altra realtà velata ancora un’altra e altri veli, e così via perdendosi all’infinito. [...] Un luogo dell’assenza come luogo dell’anima.




una lezione straordinaria su Claudio Parmiggiani
due ore di enorme intensità narrativa, arte, psicoanalisi, comprensione.







Sogno terra nera e fango, terra di cimitero. Case senza porte, case sventrate, sgretolate. Finestre dai vetri rotti, povere, umide, umilissime camere, letti di ospedali, lazzaretti, garze intrise di sangue raggrumato, urina, tosse, fiato, volti di patimento, cucine rancide, pareti di cartone, ragnatele, reti da pesca appese ovunque, rossi gamberi su bianchi piatti... Cammino nella primavera avvolto da una moltitudine di farfalle. Mi vedo nella bianca luce correre a piedi nudi accanto a vecchi platani mentre cerco di catturarle, splendenti e palpitanti, premere dentro il palmo della mia mano. Vedo la vecchia Richina, accanto alla chiesetta dei lillà, con il chiaro d’uovo e la rugiada raccolta nella prima luce dell’alba, guarire con magici segni la mano ferita di mio fratello.

Recalcati fa il giro tra le tracce di Parmiggiani, le sue delocazioni, le impronte degli oggetti e gioca nella memoria, tra essenze e presenze. a volte le assenze valgono più, o sono più delle presenze. siamo fatti di assenze, più che di presenze. libri o bottiglie morandiane lasciano tracce dopo un fuoco, o dopo il tempo, polvere e cenere si depositano lasciando segnali indelebili delle cose che fanno la nostra vita. nella vita di Parmiggiani sono farfalle, campane, libri, stracci, vetri, fuochi, incendi, chiodi, pietre. luci e ombre delineano il nostro presente, un presente che è eterna ripetizione della cosa perduta, come Parmiggiani stesso identifica nella sua casa Rossa, poi scomparsa, poi bruciata, ma marchio indelebile della sua memoria e della sua infanzia. tutta la vita ripetiamo un gesto primario, che ci orienta come un faro, che ci definisce come un tatuaggio sulla pelle. la luce delle cose ci illumina a distanza di anni, anche quando la luce originaria si è ormai spenta, come le stelle che vediamo in cielo. l'immanenza è una piega della trascendenza, il divino, l'enigma, il mistero è ogni giorno qui e Parmiggiani ci ricorda questo senso religioso della vita.
poesia dalla prima parola all'ultima, seduta per terra in una sala affollatissima di Brera
non sempre amo Recalcati ma quando mi porta per mano tra le pieghe della trascendenza, io sono contenta e lo ringrazio.

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