bianco e nero

come una foto. in bianco e nero. nessuna concessione al colore, alla spettacolarita', ai nuovi barbari. bianco e nero colori vividi dell'essenziale, solo l'autenticita' della forma. della sostanza. l'occhio vede e non si inganna.
"questo e' il mio segreto.
veramente semplice.
si vede bene solo con il cuore.
L'essenziale e' invisibile agli occhi."
Il piccolo principe. A.d.S-E.

lunedì 13 ottobre 2014

Segantini: i fiori sono fatti così e questa è l’arte divina


Giovanni Segantini (1858-1899), uno dei più grandi artisti europei di fine Ottocento, ebbe in Milano una vera e propria patria dello spirito, una città di riferimento per tutta la sua breve vita. Anche a seguito del trasferimento nei Grigioni, infatti, Milano continuerà a restare il fulcro della parabola segantiniana e piazza favorita per l’esposizione delle sue opere. 
Il suo avventuroso pellegrinaggio dai colli della Brianza alle creste granitiche dell’Engadina narra la storia straordinaria della creatività culturale che si sviluppò nelle valli tra l’Italia e la Svizzera all’inizio del secolo scorso. 
Prodotta da Comune di Milano – Cultura, Palazzo Reale e Skira editore in collaborazione con Fondazione Antonio Mazzotta la mostra partecipa a Milano Cuore d’Europa, il palinsesto culturale dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Milano dedicato all’identità europea della nostra città. Nell’anno che precede l’Expo, la mostra è una straordinaria celebrazione della “milanesità” dell’artista: un’intera sezione è dedicata proprio agli esordi milanesi del pittore, che con il suo ingresso all’Accademia di Brera diede il via a un promettente e fecondo percorso artistico. Pittoreschi scorci dei Navigli rievocano lo splendore della Milano di fine Ottocento. Non mancano sezioni dedicate alla natura morta e al ritratto. 
Costume grigionese, Ritratto della Signora Torelli e alcuni autoritratti, non sono in mostra solo per permettere allo spettatore di ripercorrere i legami affettivi dell’artista, ma soprattutto per testimoniare la sua indubbia potenza di ritrattista. Immancabile, poi, il percorso dedicato a Natura e vita nei campi. Un nutrito numero di quadri, tra i quali possiamo citare i bellissimi Sul balcone e L’ultima fatica del giorno, esalta il ruolo della montagna nella sua opera pittorica, che offre in mostra uno spaccato del paesaggio alpino, con le sue scene di vita nei campi, i suoi costumi caratteristici e una peculiare rappresentazione della società contadina. La sezione Natura e Simbolo, nella quale si possono ammirare i celeberrimi Mezzogiorno sulle Alpi e La raffigurazione della Primavera, esplora il dualismo iconografico caro a Segantini: una fusione tra i due opposti che determina la ricchezza del suo linguaggio. Infine, a ideale conclusione del percorso della mostra, una sezione dedicata al tema della maternità ospita L’Angelo della vita e Pascoli di primavera.


mi è piaciuto moltissimo Segantini.
non lo conoscevo, sono andata alla mostra di Palazzo Reale solo spinta dalla curiosità, un cartellone pubblicitario molto accattivamnte che mi ha fatto presagire qualcosa di bello.
leggo, rispetto a questo artista, di divisionismo e simbolismo, materia a me solo superficialmente nota.
so solo che il tratto di questo autore è molto singolare, filamentoso, e che i suoi temi sono diventati, nel corso della sua vita, sempre più ispirati al misticismo, al panteismo, alla divinità della natura.

Sento nel cuore la mia calma abituale e nel cervello come uno sbalordimento che è effetto del vento. Intorno, tutto è triste, il cielo è grigio, sporco e basso, soffia un vento di levante che geme come lontana bestia che muore, la neve si stende pesante e malinconica come lenzuolo che copra la morte, i corvi stanno tutti vicino alle case, tutto è fango, la neve sgela.

osservando, mi sono accorta che una cosa è vedere i suoi quadri da lontano o in un'immagine virtuale, una cosa è guardali da vicino.
c'è una trama, una tessitura, una composizione minuziosa che costruisce la visione globale che, in alcuni casi, ha un effetto luminoso strabiliante come nel quadro sottostante, Ave Maria a trasbordo: una visione pastorale della natività, della sacra famiglia, con un effetto di luce sconvolgente e palpitante, una creazione divina del mondo, una nascita. 
la linea dell'orizzonte divide in due il quadro. il chiarore si unisce, in alto, al cielo, in basso, al movimento dell'acqua. l'aria è sospesa, terrena ma oltre, la luce folgorante, l'effetto sacrale.

l'altro aspetto davvero singolare è la visione della natura, della forza pura e ascetica della montagna, la potenza espressiva del cielo dei prati degli animali. la natura è una divinità, un'intuizione dell'assoluto.
Segantini si è formato a Milano, cui ha dedicato quadri e ritratti, come Il Naviglio a Ponte San Marco e Ritratto della signora Torelli, ma si è evoluto artisticamente fuori dalla grande città, trasferendosi prima in Brianza, poi nei Grigioni e infine in Engadina, dove è morto, giovane a poco più di 40 anni.



l'arte, per Segantini, è un sostituto della religione, anzi, l'arte è religione e lui un vate, portatore di un messaggio al mondo, allucinato, sacrificato, devoto alla sua arte-religione, all'arte come vangelo.
Non cercai mai un Dio fuori di me stesso, perché ero persuaso che Dio fosse in noi, e che ciascuno di noi ne possedeva e ne poteva acquistare, facendo delle opere belle, buone e generose; che ciascuno di noi è parte di Dio, come ciascun atomo è parte dell’universo. Non cercai mai altra felicità all’infuori dell’unica vera, quella della conoscenza.
predica, e attualizza nella sua arte, una conoscenza superiore della realtà, attraverso la natura, eterna, divina.
uomini e animali sono sullo stesso piano, raffigurati insieme nella funzione materna (Le due madri), e la natura (dipinta en plein air) è la sua fede, la chiave di conoscenza del mondo.
giochi di luce, chiari e scuri, disegnano i movimenti della neve, il passare del tempo, il trascorrere delle stagioni, la condizione dell'uomo e la maestosità della natura. il paesaggio è il messaggio, è la spiritualità che ci circonda, per chi la sa leggere.






Io voglio che nel quadro non si veda la fatica poverile dell’uomo, voglio che il quadro sia il pensiero fuso nel colore. I fiori sono fatti così e questa è l’arte divina.


http://www.radiogold.it/notizie/8-cultura/68125-segantini-il-pittore-della-luce-e-dei-paesaggi

2 commenti:

corte sconta ha detto...

ma che bellezza!
grazie come sempre..
ciao Rossa.

Rossa ha detto...

ah si, una bella scoperta.
grazie a te!
Rossa