la frase: "I miei pensieri vanno di nuovo ai capezzoli eretti, alle eiaculazione notturne, ai sogni bagnati di Mary Jane Ficarotta, alle fantasie dell'immensa scopata al ritorno a casa. Sono proprio contento di essere vivo, tutto d'un pezzo, e prossimo al congedo... certo vivo in un mondo di merda, questo sì, ma sono vivo... e non ho più paura". (soldato Joker)
uno strano vietnam quello di kubrick, senza giungla ma edifici sventrati targati oriente.
me lo ricordavo violento inguardabile, l'ho rivisto con altri occhi, la violenza ha soggiogato seviziato stuprato i nostri occhi.
mi colpisce di più la velocità della morte, e la pernanenza della vita. la paura della carne maciullata che scivola via e ridisegna la traccia, prepotente, indelebile della vita. voglia di scopare che ti ricorda, cazzo duro, che sei vivo, che ci sei. tutto negli ultimi venti minuti di film.
10 commenti:
i film sul Vietnam non possiamo dimenticare APOCALIPSE NOW di Francis Ford Coppola e PLATOON di Oliver Stone
non ti facevo una da Full metal jacket!
Quanto ci mancherà SK, illuminava la verità con immagini bellissime, affilate come ghigliottine, e indimenticabili.
io ho mato la prima parte di FMJ che trattava il condizionamento mentale dell'addestramento. Per tutto quello che invece concerne la guerra Apocalipse Now aveva gia' tragicamente detto tutto in maniera eccezzzzzzionale.
apocalipse now ce l'ho stampato in mente...platoon proprio non me lo ricordo, pur avendolo visto..
ma tra i film che parlano di guerra, quello che proprio ritengo unico e denso è La sottile linea rossa. ciao Fabrax a presto.
come non mi facevi? e come mi facevi?
no no sono, sono onnivora, tutto mi incuriosisce. poi scelgo, questo si.
ciao
kubrick è sottile. affilato mi sembra perfetto. non eccede, lancia il suo segnale e lascia che lavori da sè...
è vero surfer, la prima parte parla dei condizionamenti, ma anche che qualcuno si lascia condizionare e molti altri no. jocker rimane fuori, sempre, comunque. è indipendente di pensiero, mantiene l'ironia.
secondo me apocalypse now parla di altro. quello è il film sull'angoscia, sel terrore, sulla morte che scava dentro i suoi tunnel. è tutto giocato sull'analisi psicologica, di cui il protagonista è portatore incondizionato. è vietnam ma potrebbe essere qualsiasi altro luogo, qualsiasi dove. è il luogo dell'angoscia.
Non l'ho visto. Non potrei vedere un film così. Mi darebbe solo angoscia. Davvero non so apprezzare questo genere.E' un limite.
ma no sai, non lo penso. nemmeno io riesco a vederli. non gli ultimi, non quelli in cui la violenza è propaganda, esercizio di stile. non ce la faccio. ma questo è un vecchio film, in cui il senso del limite presenta il dolore ma non l'orrore in modo perverso, potresti farcela.
Posta un commento