bianco e nero

come una foto. in bianco e nero. nessuna concessione al colore, alla spettacolarita', ai nuovi barbari. bianco e nero colori vividi dell'essenziale, solo l'autenticita' della forma. della sostanza. l'occhio vede e non si inganna.
"questo e' il mio segreto.
veramente semplice.
si vede bene solo con il cuore.
L'essenziale e' invisibile agli occhi."
Il piccolo principe. A.d.S-E.

venerdì 10 dicembre 2010

porco rosso

"un maiale che non vola è solo un maiale"



cosa posso dire?
delizioso e sublime capolavoro di bellezza e creatività narrativa.
ambientato in Italia, anni venti, sull'adriatico e in una strana visionaria milano (troppa acqua e canali per essere vera!), questo cartone animato di quel genio di nome Hayao Miyazaki (La città incantata, Il castello errante di Howl, Ponyo sulla scogliera, La principessa Mononoke, Il mio vicino Totoro) è una dedica appassionata all'aviazione italiana -il film è colmo di citazioni, dai nomi dei personaggi, agli idrovolanti, ai motori, tutti realmente esistiti, fino ai nomi delle bande dei pirati- e un omaggio al coraggio di essere se stessi, a onta delle sembianze.
il protagonista, Marco Pagot, è un ex-pilota che, deluso dall’umanità durante la grande guerra, si è misteriosamente ritrovato nelle mutate sembianze di un maiale antropomorfo. di questa trasformazione non si sa nulla, solo vi si accenna, e nemmeno se ne vede il volto umano probabilmente ritrovato alla fine del film. con il nome di battaglia di Porco Rosso, vola alla ventura sui cieli dell’adriatico, con uno sguardo sulla costa della croazia, a bordo del suo idrovolante rosso (e che contrasto poetico con il mare blu!!), sfuggendo alla persecuzione fascista e procacciandosi da vivere come cacciatore di taglie. ma l’arrivo del pilota americano Curtis, assoldato dai Pirati del Cielo -che si chiamano "mamma aiuto", citazione di Mammaiut, soprannome di un idrovolante diventato poi il grido di un reparto dell'aeronautica italiana- lo costringerà a nuove battaglie per la salvaguardia dell’onore proprio e di quello di una radiosa fanciulla, la dolcissima Fio, per la riconquista di un perduto amore, la bellissima Gina, e della fiducia nell’umanità.
porco rosso non si omologa, persegue il suo credo e si muove nel mondo noncurante di un'estetica sfavorevole. ironizza con battute esilaranti sulla propia condizione di porco,"preferisco essere un maiale che diventare un fascista", piace alle donne e le donne gli piacciono, fa il suo mestiere senza pretese, non cerca la rissa, evita le complicazioni, non uccide nel duello finale "perchè questa non è la guerra".
e soprattutto sa, come racconta alla giovane Fio desiderosa di una fiaba per riuscire a dormire, che sono sempre i buoni a morire. in una scena meravigliosa e struggente del film, alla fine di un combattimento senza scampo nei cieli della prima guerra mondiale, si trova a planare sulle nuvole bianche, come fosse acqua, e a scorgere una scia in cielo che brilla e luccica: è la traccia gassosa di un aereo o forse, come a me sembrava, la coda di una cometa? sono gli aerei dei combattenti morti, tutti insieme senza distinzione di parte, è la miriade di idrocaccia caduti che, illuminata dal sole, crea questo cammino abbagliante di luce, è la conquista del posto che spetta agli uomini che hanno scelto di combattere volando. forse è questo il luogo del mistero, il momento della trasformazione in porco, perchè porta in sè la vergogna di essere sopravvissuto, lui non è tra i buoni, lui non è in quella scia dorata verso il cielo degli eroi.
forse il volo è il luogo della libertà ma anche della non appartenenza, porco rosso è schivo e non ama aggregarsi, accetta la sua trasformazione come l'inevitabile conseguenza della sua mancanza di valore tra i sommi della storia. al suo fianco è immancabile Fio, la figura femminile delle storie fantastiche di Miyazaki, volitiva e tenace, preparata e indomita, ma dolcissima ed entusiasta spinta dalla forza irresistibile di un bambino.
qui si respira poesia, paesaggi ariosi e carichi di fascino, ambientazioni raffinate, personaggi irresitibili densi di humor e ideali, qui si generano bolle di mistero, dichiarazioni affettuose e omaggi personali disegnando l'allegoria di fondo in un poetico paesaggio interiore.
qui si vola.

"finirai come un maiale arrosto, non voglio venire al tuo funerale".

11 commenti:

Blog Surfer ha detto...

trovo interessante l'aspetto che un maiale possa essere un supereroenoneroe antifascista.
Questo post mi ha fatto ricordare le avventure che leggevo da piccolo di Mister No.

lupo ha detto...

ho visto UP, questo no

DolcePrinciFessa ha detto...

lo recupererò!

Diario Supernova ha detto...

Porci con le ali? :)

Anche nella fattoria degli animali ci sono i porci e anche in quel caso sono rossi, ma li sono i cattivi.

Ma guarda tu che domande dobbiamo porci

Rossa ha detto...

chi è mister no??! raccontami, mi piacciono le storie da e dei bambini.

Rossa ha detto...

siete cripitici...UP? cos'é? chi é? cosa non capisco lupo? uffa dai..

Rossa ha detto...

si Princi, dolce ma mica fessa, vale la pena, è uno spettacolo.

Rossa ha detto...

"Quattro gambe buono, due gambe cattivo", così si dice nella fattoria degli animali...non vorrei mai lo pensassi anche tu.
porci con le ali lo ricordo bene...lo leggevo da ragazza e mi turbavo. succedeva anche a te?

Blog Surfer ha detto...

Mister no

Rossa ha detto...

mmhh ho sbirciato il tuo mister no e comprendo l'analogia della posizione di antieroe che lo fa eroe...ma porco rosso è POESIA, credimi.
comunque grazie dell'indicazione.

Anonimo ha detto...

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Silvia Laurenzi
Grazie e Buon Anno Nuovo!