bianco e nero

come una foto. in bianco e nero. nessuna concessione al colore, alla spettacolarita', ai nuovi barbari. bianco e nero colori vividi dell'essenziale, solo l'autenticita' della forma. della sostanza. l'occhio vede e non si inganna.
"questo e' il mio segreto.
veramente semplice.
si vede bene solo con il cuore.
L'essenziale e' invisibile agli occhi."
Il piccolo principe. A.d.S-E.

giovedì 9 gennaio 2020

Sylvia



passeggiando per il centro, attraversando piazza Duomo, sono arrivata alla Scala, il mio tempio, il mio luogo di fede.




mi sono accomodata in alto, seconda galleria, e mi sono vista Sylvia.
ispirato al dramma pastorale Aminta di Torquato Tasso, Sylvia ou la nymphe de Diane andò in scena all’Opéra di Parigi nel 1876. tra fasti mitologici, ninfe, satiri, pastorelli e dei dell’Olimpo, fu la straordinaria partitura di Delibes a trionfare: raffinata e ricchissima nei ritmi, armonie e melodie, ebbe in Čaikovskij un convinto ammiratore. nel solco della tradizione francese, Manuel Legris crea nel 2018 la sua versione per lo Staatsballet di Vienna; coprodotta con la Scala, arriva ora al Piermarini in debutto per il Corpo di Ballo scaligero, a inaugurare la nuova Stagione.

forse non l'ho nemmeno visto, l'ho sorseggiato, bevuto e goduto come una coppa di champagne.
un classicissimo balletto, con virtuosismi e tecnicismi iperbolici, è stata una festa, soprattutto per la presenta di Nicoletta Manni, per me icona straordinaria della bellezza della danza.
tutto il corpo di ballo è stato entusiasmante, sono uscita sbronza, ebbra di danza.
adoro quei gesti fuori dal tempo, quegli inchini, quei manierismi nelle reciproche gentilezze, quei riconoscimenti umili ed estatici dei ballerini tra di loro e verso il pubblico.
vorrei un mondo così, stracolmo di bellezza e cortesia, di umiltà e sapienza, di disciplina e di sconcerto.
di immenso stupore.

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