bianco e nero

come una foto. in bianco e nero. nessuna concessione al colore, alla spettacolarita', ai nuovi barbari. bianco e nero colori vividi dell'essenziale, solo l'autenticita' della forma. della sostanza. l'occhio vede e non si inganna.
"questo e' il mio segreto.
veramente semplice.
si vede bene solo con il cuore.
L'essenziale e' invisibile agli occhi."
Il piccolo principe. A.d.S-E.

venerdì 13 settembre 2019

a questa particolare persona, a quella, selezionate dal mucchio, apposta, una alla volta

- C'è una cosa di cui non ti ho parlato.
...
- Riguarda il nostro bambino più piccolo- disse- il nostro bambino più piccolo è morto l'estate scorsa.
Oh.
- Travolto da una macchina - disse - al volante c'ero io. stavo facendo marcia indietro sul viale di casa.
...
Sapevo già tutto. Adesso sapevo vhe Mike aveva toccato il fondo. Mike sapeva con esattezza - come io non potevo sapere e nemmeno lontanamente immaginare - che cosa sia il fondo. Lui e sua moglie l'avevano scoperto insieme, e questo li aveva legati, come una cosa che può soltanto separare per sempre o legare per tutta la vita. Non che avrebbero continuato a vivere là, sul fondo. Ma gliene sarebbe rimasta la consapevolezza, sarebbe rimasta la conoscenza di quello spazio chiuso, centrale, vuoto e senza calore.
Poteva succedere a chiunque.
Certo. Ma non è così che sembra. Sembra invece che capiti a questa particolare persona, a quella, selezionate dal mucchio, apposta, una alla volta.
Dissi: - Non è giusto -. Mi riferivo alla distribuzione di questi castighi casuali, di questi corpi devastanti e maligni. Peggiori in circostanze del genere, forse, che non quando avvengono fra mille disgrazie, nel mezzo di una guerra o di un'altra catastrofe umana. Peggio che mai quando esiste un individuo il cui gesto, magari nemmeno consueto, è da ritenersi l'unico responsabile dell'accaduto.
...
- Comunque - disse Mike, con voce gentile. Il giusto non sta di casa da nessuna parte, in fondo.
(da Ortiche, Alice Munro)

ammiro e invidio il talento di Alice Munro, anche se lo guardo come una cosa lontana, in fondo.
condensa, sintetizza, narra in poche pagine.
quando leggo un'autrice come lei mi rendo conto del vano tentativo di migliaia di scrittori improvvisati che scrivono libri inutili e nocivi alla letteratura, che danneggiano l'ambiente saturandolo di prodotti scadenti e scaduti.
saper scrivere è un dono raro e quando c'è è irrimediabile, è devastante. è una marea, uno tsunami, è un effetto potente che cambia la vita, di chi scricve e di chi legge. 
è inequivocabile.
Munro ha un talento spaventoso, anche troppo.
di lei non amo troppo la condensazione del racconto. il racconto è una formula ibrida che non mi soddisfa, direi mai.
non posso che riconioscerne il carattere e inchinarmi al genio ma un racconto mi lascia pochissimo, quasi niente.
Munro poi è anche criptica a volte, leggo e non so cosa abbia voluto dirmi con quella storia al punto che credo non gliene freghi un gran che di dirmi qualcosa.
è COME lo dice che conta.
almeno, che conta per me.
a volte rimango minuti a pensare alla parola che ha usato, all'espressione che ha adottato, a ciò che ha osservato e descritto, a come è entrata dentro, nella carne.
lei scava, con grazia e senza ombra di retorica, non è mai ridondante, è raffinatissima nelle tecniche temporali e nei colpi di scena, negli avanti e indietro nel tempo narrativo. è cinematografica.
certo sono istantanee, sono attimi, sono momenti sublimi di verità letteraria.
di lei, di Ortiche, di Nemico, amico, amante, non mi porto via le storie,
mi porto via un universo di parole e di descrizioni esemplari esaltanti, l'idea che dovrei mettermi a studiare la lingua italiana, scandagliarla, imparare parole nuove, arriccchire il mio vocabolario, per poi usarlo e trasmetterlo, e combattere tenacenente e fino all'ultimo respiro una battaglia per questo barbaro impoverimento, miserevole e meschino, della nostra lingua italiana. 

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