bianco e nero

come una foto. in bianco e nero. nessuna concessione al colore, alla spettacolarita', ai nuovi barbari. bianco e nero colori vividi dell'essenziale, solo l'autenticita' della forma. della sostanza. l'occhio vede e non si inganna.
"questo e' il mio segreto.
veramente semplice.
si vede bene solo con il cuore.
L'essenziale e' invisibile agli occhi."
Il piccolo principe. A.d.S-E.

giovedì 17 gennaio 2019

musicomane De Andrè

Cosa avrebbe potuto fare alla fine degli anni Cinquanta un giovane nottambulo, incazzato, mediamente colto, sensibile alle vistose infamie di classe, innamorato dei topi e dei piccioni, forte bevitore, vagheggiatore di ogni miglioramento sociale, amico delle bagasce, cantore feroce di qualunque cordata politica, sposo inaffidabile, musicomane e assatanato di qualsiasi pezzo di carta stampata? Se fosse sopravvissuto e gliene si fosse data l’occasione, costui, molto probabilmente, sarebbe diventato un cantautore. Così infatti è stato ma ci voleva un esempio. 
Fabrizio De André

non mi aspettavo una serata jazz, e invece è arrivata, regalata.

alla fondazione Feltrinelli c'è la presentazione di un libro, Falegname di Parole di Luigi Viva e mi aspetto dei reading, delle chiacchiere, interviste, qualche canzone con la chitarra.
invece mi si presenta, seppure con bei 20 minuti di ritardo, un signore, il sig. Luigi Viva, che mi parla del poeta con molta confidenza e vicinanza. non so chi sia, poi mi si chiarisce che di Fabrizio De Andrè era collaboratore e amico. il signore in questione dice alcune cose azzardate ma lo perdono perchè mi confida anche molte informazioni sull'uomo e sul cantante, sull'anarchico e sull'uomo civile e c'è da appassionarsi.
inoltre c'è il Modern Jazz Group (Luigi Masciari, arrangiamenti e direzione musicale; Francesco Bearzatti, sax; Pietro Iodice, batteria; Giampiero Locatelli, piano; Alfredo Paixão, basso) composta da personaggi improbabili, ma assolutamente godibili.
suonano de Andrè jazzandolo: come scriveva Fresu su La Lettura, si può fare, con De Andrè si può fare.
vengono narrati aneddoti, ci sono poche foto ma molte interviste audio inedite. si sente solo la voce magnetica di De Andrè che parla di musica e di scherzi e di impegno politico e della nonna: sentire la voce che parla di una persona che non c'è più mi fa un effetto potente, mi sento commuovere, mi sento attratta da un mistero che nessuno può capire.
scopro che Fabrizio De Andrè e Tenco si conoscevano già dai tempi del Modern Jazz Group (1956/58) dove avevano militato entrambi, Fabrizio alla chitarra, e Luigi - presenza saltuaria - al sax.
Così De Andrè riferì a Luigi Viva quel primo incontro: 
"A quel tempo ci conoscevamo appena, con lui le prove non le ho mai fatte; arrivava, suonava e subito dopo se ne andava". La vera amicizia tra i due nacque nel 1960, quando arrivò il primo successo di Tenco con "Quando": De Andrè andava in giro affermando di essere lui l'autore della canzone. un giorno, alla Cambusa di Piazza De Ferrari, Tenco lo affrontò. Così Gianfranco Reverberi racconta l'episodio a Luigi Viva: "Mi ricordo quando Luigi, divertito, mi raccontò questa storia. Si conoscevano appena e gli era giunta voce che Fabrizio andava in giro dicendo che "Quando" l'aveva scritta lui. Luigi non ci pensò due volte e andò a cercarlo. Una sera finalmente lo incontra e gli fa: - senti un po', sei tu che vai in giro dicendo che hai scritto "Quando"? A questo punto pare che Fabrizio gli abbia risposto: - guarda, ero con una donna alla quale piaceva "Quando". Ho detto che l'ho scritta io e me la sono fatta. Al che Luigi, scoppiando a ridere: - Beh! Se le cose stanno così..."  (http://luigi-tenco.tripod.com/frames/deandre.htm)
durante il concerto un signore, mooolto bizzarro, in prima fila, con capelli bianchi ma lunghi raccolti in un codino, si agita pazzamente. si scompone, si muove a tempo di musica, sembra dirigere un'orchestra. il signore degli azzardi allude al disturbatore in prima fila e penso oddio adesso lo buttano fuori. invece è un simpatico scherzo (sono cretina) e lo chiama sul palco. si tratta di Mark Harris, non lo conosco, però si mette al piano e mi fa ammattire di gioia.
scopro che è un compositore e tastierista statunitense che ha collaborato e suonato con De Andrè per molti anni ed è un giullare felice della musica, si agita al piano come sulla sedia, è matto, è adorabile.
una serata che più improbabile non si può, ancora De Andrè mi spezza il cuore. mille di questi giorni.

1 commento:

corte sconta ha detto...

felice per te Rouge!grazie per averci raccontato queste emozioni.
Faber vive,come altri..così sento
un abbraccio