bianco e nero

come una foto. in bianco e nero. nessuna concessione al colore, alla spettacolarita', ai nuovi barbari. bianco e nero colori vividi dell'essenziale, solo l'autenticita' della forma. della sostanza. l'occhio vede e non si inganna.
"questo e' il mio segreto.
veramente semplice.
si vede bene solo con il cuore.
L'essenziale e' invisibile agli occhi."
Il piccolo principe. A.d.S-E.

giovedì 24 gennaio 2019

psychosis 4.48

Un attacco d'urla denota l'impellente collasso nervoso
Solo una parola sulla pagina ed ecco il dramma.
Io scrivo per il morto
Per il mai nato
Dopo le 4:48 non dovrei più parlare
Ho raggiunto la fine della desolata e ripugnante favola di un giudizio internato in una carcassa aliena, deformato dallo spirito maligno della maggioranza morale.
Sono stata morta per molto tempo
tornata alle radici
Canto senza speranza al confine


spettacolo incredibile
un'ora
terriccio per terra, lampadari rotti, pezzi di vetro, palline di una tombola
entra, vestita di uno straccio, spettinata, occhi bistrati
guarda, con occhi immensi, il pubblico, guarda e tocca, del suo pubblico, i visceri, il cervello e la pancia
parla, lancia parole come pallottole
a volte illogiche
a volte sparse 
a volte commoventi devastanti
a volte intelligenti
a volte poetiche
la voce è roca, è interiore, è piangente, supplicante, tenera e carnea
c'è odore, acre di terra, di sudore, di psicosi
lei è, come non succedde spesso, l'ho visto solo qualche volta, quel che dice
lei è matta, lei è a pezzi, lei è dissociata, lei è arrabbiata, lei è disperata, lei è il corpo della sofferenza
non dice con il cervello, dice con il corpo
lei è Elena Arvigo, un genio della scena, attrice vera
il testo è Psychosis 4.48
l'autrice è Sarah Kane, drammaturga inglese morta suicida 20 anni fa, poco dopo la stesura, senza spazio senza tempo, di questo testo testimonianza.
“Il mio è un teatro profano ma non osceno. Pensano che i miei lavori siano deprimenti mentre io parlo di speranza. Per me la funzione del teatro è quella di far sperimentare una cosa attraverso l’arte in modo che non ci sia più la necessità di sperimentarla effettivamente nella vita reale. Se sperimentiamo in teatro, come pubblico, quel che significa commettere un atto di violenza estrema, magari ne proveremo una repulsione tale da impedirci di andare a commettere un atto di violenza estrema fuori nelle strade. Io credo che la gente possa cambiare, e credo sia possibile cambiare il nostro futuro, ed è per questo che scrivo quello che scrivo”. (Sarah Kane)

"Non è stato a lungo, Non era a lungo, Io non ero li a lungo. Ma bevendo caffè amaro nero, Ho catturato l'odore di medicinali in una nuvola di tabacco atavico,e qualcosa mi tocca ancora in quel posto, e una ferita di due anni fa si apre come un cadavere e una vergogna seppellita da tempo ruggisce il suo orrendo orrore decomposto.
Una stanza di facce inespressive osserva blandamente il mio dolore, così privo d'intenzione dev'essere il male.
Dott Questo e Dottor quello e il dott "Cos'è quello" che sta passando e deve aver pensato di fare una puntata per stuzzicare.

Bruciando in un rovente tunnel di sbigottimento, la mia umiliazione è completa,mentre tremo senza ragione e balbetto, senza aver niente da dire riguardo la mia "malattia" , che in ogni modo riguarda solo il fatto che nulla è importante, visto che tanto morirò.

E sono incagliata da quella calma voce psichiatrica che mi dice che esiste una realtà obbiettiva in cui il mio corpo e la mia mente sono una cosa sola.
Ma io non sono qui, e non ci sono mai stata, dott Questo prende appunti e dott Quello si sforza in un simpatico mormorio.
Osservandomi, giudicandomi, annusando l'aroma di fallimento debilitante che sgorga dalla mia pelle,la mia graffiante disperazione e il panico debilitante , mentre mi apro terrorizzata al mondo, chiedendomi perchè tutti mi sorridono e mi guardano, consci della mia vergogna.
Vergogna Vergogna VERGOGNA


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