bianco e nero

come una foto. in bianco e nero. nessuna concessione al colore, alla spettacolarita', ai nuovi barbari. bianco e nero colori vividi dell'essenziale, solo l'autenticita' della forma. della sostanza. l'occhio vede e non si inganna.
"questo e' il mio segreto.
veramente semplice.
si vede bene solo con il cuore.
L'essenziale e' invisibile agli occhi."
Il piccolo principe. A.d.S-E.

giovedì 27 settembre 2018

il miracolo della cena

quando crolla una civiltà e l’uomo diventa belva, chi ha il compito di difendere gli ideali della civiltà, di continuare ad affermare che gli uomini sono fratelli anche se per questo dovrà… pagare? Almeno i cosiddetti intellettuali, cioè coloro che hanno sempre dichiarato di servire le idee e non i bassi interessi, e come tali hanno insegnato ai giovani, hanno scritto, si sono elevati dalle file comuni degli uomini. Sarebbe troppo bello essere intellettuale nei tempi pacifici, e diventare codardi, o anche semplicemente neutri, quando c’è un pericolo.
Fernanda Wittgens

spettacolo interessante, emozionante, operazione culturale di grande livello.
un esordio insperato del nuovo anno teatrale che mi aspetta.
ecco, brava Sonia Bergamasco, anzi bravissima, qui trova la sua cifra, è strepitosa.
la ringrazio perchè mi dispiaceva non averla apprezzata negli ultimi lavori che ha interpretato, ero seriamente amareggiata.
dopo tante delusioni, toni sbagliati, enfasi non necessarie, la sua voce è sempre al suo posto, legge una lettera dell'anziana madre di Fernanda Wittgens ed è la voce di una donna anziana.
ma come fa? non è una voce caricaturale, è la voce di un'anziana donna che chiede grazia per sua figlia, incarcerata per aver favorito la fuga, oltre che il trasfermento di opere d'arte, di ebrei altrimenti deportati in campo di sterminio.
elegantissima e ipnotica, la Bergamasco trasmette, potente in sala, la forza di questa donna, Fernanda Wittgens, la sua fermezza.
è da brivido quando legge la descrizione del Cenacolo da parte di Goethe.
se una voce mi convince le credo con tutta me stessa, le affido la mia vita, la mia fede.

Dobbiamo spiegare un grande espediente di cui Leonardo si è servito per animare questo dipinto: il movimento delle mani. Soltanto un italiano poteva ricorrervi. Tramite il movimento delle mani, l'italiano dice: "Che m'importa!" - "Quello è un furfante, guardati da lui!"- "Ormai ha i giorni contati!". Perciò il dipinto che abbiamo davanti è unico. Il turbamento tramite il quale l'artista scuote la tranquilla sacralità della tavola serale, nasce dalle parole del Maestro: "C'è uno di voi che mi tradirà".
Alla destra di Cristo: Giovanni, Giuda e Pietro.
Pietro. Udendo le parole del signore si protende rapidamente, spinto dal suo carattere impetuoso, dietro le spalle di Giuda che tiene ben stretta nella destra la borsa, con la sinistra fa un movimento involontariamente convulso: "Cosa significa? Cosa succederà?". Pietro ha intanto afferrato con la mano sinistra la spalla destra di Giovanni, che è chinato verso di lui, indica il Cristo e al tempo stesso incita l'apostolo prediletto a chiedere chi sia il traditore. Punta inavveritamente il manico di un coltello tenuto nella destra contro le costole di Guda, provocandone con felice effetto lo sparuto movimento in avanti, che finsce per rovesciare perfino una saliera. 
Se alla destra del signore un movimento trattenuto minacca imminente vendetta, da sinistra scaturiscono il raccapriccio e la ripugnanza. Giacomo Maggiore. Si piega all'indietro per lo spavento, allarga le braccia. Tommaso. Spunta da dietro la sua spalla e avvicinandosi al Salvatore leva l'indice della destra al'altezza della fronte. Filippo, si è alzato in piedi, si china verso il Maestro, porta le mani al petto esclamando "Signore, non sono io! Lo sai! Conosci la purezza del mio cuore".
E adesso i tre apostoli vicini. Parlano tra loro della cosa tremenda che hanno udito. Con movimento appassionato Matteo volge il viso a sinistra verso i due compagni, mentre tende di scatto le mani in direzione del Maestro, e così collega, con inestimabile espediente artistico, il suo gruppo a quello precedente. Taddeo. Mostra il più vivo stupore, dubbio e sospetto: ha posato la mano sinistra sulla tavola col palmo aperto e leva la destra come se fosse in procinto di colpirlo...una mossa che si vede ancora da parte di persone semplici: "Io 'avevo detto! Non l'avevo sempre sospettato?". Simone siede con grande dignità a capotavola. E' il più anziano di tutti E' colpito e pensieroso. Volgiamo subito lo sguardo verso il capo opposto della tavola. Bartolomeo alzato, sostiene il corpo proteso puntellandosi comodamente con ambedue le mani sulla tavola. Sta in ascolto. Giacomo minore. Posa la sinistra sulla spalla di Pietro; ma il gesto di Giacomo è pacato, solo una richiesta di spiegazioni.
E come Pietro dietro a Giuda, così Giacomo Minore stende le mani dietro le spalle di Andrea, il quale, una delle figure più significative, sollevando a metà le braccia, mostra il palmo delle mani, in una chiara manifestazione di spavento che in questo affresco compare solo una volta.
"Si, in verità vi dico,c'è uno tra voi che mi tradirà".
Il Cenacolo di Leonardo- Johann Wolfgang Goethe






Studio testa di Filippo

Studio su Giacomo maggiore

Sonia Bergamasco legge scritti, appunti e note di Fernanda Wittgens, storica e critica d’arte, donna determinata che sempre antepose l’amore per l’arte e il proprio senso etico e civile a scelte di convenienza. Raffinata studiosa, prima donna Soprintendente alle Gallerie di Milano e prima donna in Italia a vincere tale concorso nel 1940, Wittgens partecipò con tempestività ed energia alla salvaguardia di numerosi monumenti milanesi contro il rischio di irreparabili danni di guerra. Anche l’Ultima cena di Leonardo da Vinci venne riparata dai colpi d’arma da fuoco, dalla violenza delle esplosioni e sottratta miracolosamente alla distruzione: “Il Cenacolo è salvo!“ Si legge negli appunti e nelle relazioni dopo i bombardamenti. Nella Milano del dopoguerra, ferita nei principali luoghi e monumenti della sua storia e cultura, dopo anni di conflitto mondiale e di guerra civile, Wittgens operò un nuovo miracolo: agì con determinazione e forza perché la ricostruzione dei monumenti fosse ritenuta necessaria e prioritaria, al pari di quella di fabbriche, ospedali e scuole. Così la fine degli anni Quaranta vide raccogliersi intorno al sindaco Greppi uomini e donne straordinari: tra gli altri, oltre a Wittgens, Arturo Ghiringhelli, che fino al maggio 1946 coordinò la ricostruzione della Scala di cui sarebbe divenuto sovrintendente, Paolo Grassi e Giorgio Strehler, che il 14 maggio 1947 inaugurarono il Piccolo Teatro. È anche questa la ragione della sintonia che ha guidato il Piccolo e il Museo del Cenacolo Vinciano a progettare insieme una serata di letture, a cura di Marco Rampoldi, dagli scritti di Fernanda Wittgens. Sonia Bergamasco dà corpo e voce a una donna che interpretò nel modo più nobile la missione del servizio pubblico a tutela del bene comune, fu sempre fedele ai propri ideali – anche nel terribile contesto delle leggi razziali – e votò tutta se stessa alla conservazione e valorizzazione di un patrimonio di Milano e del mondo. Al miracolo dell’Ultima Cena di Leonardo, al restauro dopo le profonde ferite belliche, diede un tributo fondamentale che descrive con “una quantità di forza vitale” sacrificata, per otto anni, per Leonardo. Lo spettacolo sarà rappresentato al Museo del Cenacolo Vinciano, per un pubblico di necessità contenuto, il 25 settembre in due recite; repliche il 26 e 27, significativamente, al Teatro Grassi, altro simbolo forte della ricostruzione.

"Ho l’orrore (checché se ne dica…) della polemica… – diceva Wittgens – Mi definiscono scherzosamente una “donna terribile”, a causa della mia franchezza e io mantengo la fama… Sono voci di corridoio di cui ormai è inutile occuparsi.
Leonardo è il primo pittore cosmico, ossia ,moderno...Nel cenacolo concilia arte e scienza nell'unità di una sublime meditazione sull'essenza universale della vita.
...Di fronte a tutto questo, direi che non ha molto interesse la storia della mia vita. Passo la fiaccola della "socialità dell'arte", che ho tentato di accendere uscita da San Vittore, avendo compreso là nella sua interezza il problema umano. Vale a dire che ovunque, persino nella galera, può essere salvato "l'umano" dal "bestiale" e che l'arte è forse una delle più alte forme di difesa dell'"Umano".
Fernanda Wittgens

Studio su Andrea

Studio mani di Giovanni

2 commenti:

marco eugenio ha detto...

Molto interessante, grazie Rossa e saluti

Rossa ha detto...

Buongiorno Marco.
molto interessante, solo 2 gg di rappresentazione però.
Saluti a te e buona giornata