bianco e nero

come una foto. in bianco e nero. nessuna concessione al colore, alla spettacolarita', ai nuovi barbari. bianco e nero colori vividi dell'essenziale, solo l'autenticita' della forma. della sostanza. l'occhio vede e non si inganna.
"questo e' il mio segreto.
veramente semplice.
si vede bene solo con il cuore.
L'essenziale e' invisibile agli occhi."
Il piccolo principe. A.d.S-E.

venerdì 8 novembre 2013

veicoli

Veicoli
Colui che leggi
sta indosando un vestito

entri controluce in stanze interne

insieme annegate sulla superficie dello specchio

Gu Cheng
luglio 1984

quante soggettività ci sono in questa poesia? almeno tre.
il poeta, il maestro (colui che leggi)
tu (che entri)
voi (che insieme annegate)

questa poesia è un capolavoro di maestria, una metafora del vincolo con il maestro, dell'analisi del sè, dell'alterità dei soggetti e dei vincoli, o veicoli per dirla con il poeta, che orientano la relazione tra i soggetti.
c'è il riconoscimento del maestro e del suo valore (colui che indossa un vestito e che leggi, colui che investi di un sembiante, ovvero il vestito, il tranfert, e al quale riconosci un supposto sapere), ci sono l'analisi, la ricerca del sè, della profondità del sè, dell'inconscio, che comportano accecamento e disorientamento, e c'è infine l'avvertimento sul rischio di fondersi con il maestro perchè al punto di congiunzione tra poeta-analista  e lettore-analizzando ci si perde nell'immaginario e si annega insieme.
cosa dire di più in tre righe di magistrale poesia?

3 commenti:

corte sconta ha detto...

Ciao Rossa:con quanta leggerezza(sigh) si "giudica"a volte.limpida,pulita,è l'analisi che fai,come valido ed efficace è il poeta Cheng.buoni giorni a te.

Rossa ha detto...

grazie, alla fine del we, eccomi qui.
perchè sigh?

corte sconta ha detto...

bentornata;avrei potuto dire anche "sob"onomatopeici simili.ciò che davvero mi preme dire,dirti,è il gelo o meglio l'apatia in cui ci si imbatte a volte in noi,una nebbia che ti impedisce di vedere la Bellezza,in questo caso le poesie orientali che hai postato.è rischioso avvicinarsi troppo agli abissi,come lo è smarrirsi in un deserto :caduta ed aridità,due situazioni in cui è meglio non soffermarsi.molto più salutare perdersi nella letteratura e nella poesia.scusami per le troppe parole ed il tempo che ti sto prendendo.a la prochaine.