INDONESIA. Sumatra island. Banda Aceh. After the tsunami. 2005.
LEBANON. Qana. 56 civilians were killed during an Israeli air strike in the early hours of July 30th, 2006.
LEBANON. Qana. 56 civilians were killed during an Israeli air strike in the early hours of July 30th, 2006.
CISGIORDANIA. due bambine fanno il bagno nel mar morto. 2010
AFGHANISTAN. Nangahar province. May 2006. A helicopter used by Afghan interdiction to move from Kabul to team up with DEA agents to assault on compounds in a village hiding chemicals and drugs.
Kosovar refugees who have just crossed the border into Albania at Morina on their tractor.
ISRAEL. The blood stains on the bed where a mother and child were assasinated by Palestinian gunmen in a settlement near Hebron. 2002
HAITI. A homeless woman limps through the streets of Port au Prince, Haiti after an earthquake devastated the country. 2010
INDONESIA. Sumatra island. Banda Aceh. After the tsunami. 2005.
lo vorrei un talento così.
le ho ammirate a bocca aperta, tra stupore e sconcerto, venerdì scorso allo Spazio Forma. le foto di Paolo Pellegrin. "Dies Irae".
il talento satura il vivere? il talento favorisce la felicità? il talento limita le potenzialità? il talento è una responsabilità?
una responsabilità senz'altro. parlavo con qualcuno che, come me, ha visto la mostra e mi ha dato informazioni su questo autore, e si discuteva del fotogiornalismo in tempo di digitalizzazione delle immagini. ai tempi di una pellicola la possibilità di manipolazione e mistificazione di un'immagine era irrisoria e forse nemmeno considerata come un'opzione interessante. il fotogramma era quell'istante, certo nello sguardo e nell'inclinazione di chi fotografa, quindi un'opinione di chi fotografa, ma privo di operazioni aggiuntive dettate dall'intenzionalita' e non dalla realtà del momento. Pellegrin aderisce a un gruppo di fotografi che hanno deciso di mantenere un'aderenza alla foto originale, una forma di onestà di contenuto che non preveda uno stravolgimento dell'immagine in previsione di una volontà di convincimento.
delle sue foto apprezzo la crudezza senza ostinazione. senza ostentazione del marcio del maciullamento e dell'orrore che a volte finisce per rappresentare se stesso e non il momento nella sua interezza. Pellegrin usa filtri, sfuocamenti, vetri, annebbiamenti per ridurre l'impatto, per angolarlo, per circostanziarlo all'ambientazione più che allo stravolgimento emotivo.
vincitore di otto World Press, è il fotografo italiano più premiato di sempre con quasi vent'anni di avventurosa carriera, dalla Cambogia al Kosovo, dal Darfur ad Haiti, passando per Iran, Iraq, Palestina e Indonesia, Pellegrin ha raccontato la vita senza ricercare l'efficacia impattante dell'immagine privilegiando il valore storico della fotografia.
un'onestà di documentazione che mi ha molto colpito in alcuni ritratti di star holliwoodiane davvero belle e sorprendenti, dove il divismo lascia spazio alle persone, dove la posa abbandona i volti, dove lo sguardo passa oltre la recitazione.
mi piace. e molto.
e questa, secondo me, è LA FOTO.
CAMBODIA, Phnom Penh, 1998. Phanna, 24 lives in a shanty town on the outskirts of town she has AIDS.
6 commenti:
Bellissimo ed interessante il suggerimento a questo artista. La sua sincerità traspare e l'intuito a catturare alcuni dettagli è senza dubbio talento che a mio parere aggiunge qualcosa.
Brava Rossa
Yin
sono qui...grazie Yin!! vedi, e' un seduttore questo Pellegrin...
come stai?
ciao..
Foto come queste evocano in me qualcosa di grande e forte, che non so identificare con precisione.
L'arte ha la capacità di suscitare le emozioni più profonde nascondendone il nome.
Ciao Rossa, un buon fine settimana per te.
ciao Paolo, questi tuoi auguri di buon fine settimana sono ormai preziosi per me.
grazie.
anche a te.
Tu che, mi pare di capire, sei un po' addentro a queste cose, mi puoi dire qualcosa sulle emozioni suscitate da una foto o da altro, alle quali non so dare un appropriato soggetto/nome/espressione?
Ancoraciao
Enzo, potrei dirti qualcosa se ti conoscessi. forse non sai dare un nome alle emozioni sucitate dalle foto ma non lo sai dare alle emozioni in genere? sono un esercizio e un'attitudine della mente quello di dare il giusto nome alle cose, io credo.
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