giovedì 15 luglio 2010
Bolero: erotismo firmato Bejart
i miei festeggiamenti sono inziati sabato. Milanesiana, rassegna culturale che verte, quest'anno, sul tema del paradosso. tema interessante, non sempre rispettato nel suo vero significato, ma sabato ho ascoltato Jane Campion e Salma Rushdie confermare il senso portante della contraddizione nella genesi letteraria, ho ascoltato Ute Lemper (aaahhhhhh Ute, mia divina co-concerina) cantare Weill, e infine mi sono vista, fino alle due di notte wow, alcuni corti della Campion...bianco e nero...espressione potente dell'immagine.
il genio espressivo mi consola della miseria umana, la mia in primis.
un buon inizio ma il crescendo, si sa, e' un moto dell'anima e non solo di quella.
e la mia festa è stata un 'evoluzione verso il cielo, a partire dai baci alle carezze sono arrivata in cima, fino alle nuvole, fino al blu.
infatti, ieri sera Villa Olmo, lago di Como, trittico di Bejart.
infatti ieri sera, il Bolero di Ravel nella versione di Bejart.
atmosfera incantata, lago, estate, cielo, stelle, bellezza neoclassica...e anche caldo e pubblico molesto.
ma.
nulla ha potuto, nemmeno la mia vicina che fa atto di presenzialismo ma chiaramente non guarda quel che vede, si sventola insopportabilmente un ventaglio che rumoreggia ritmico alla mia destra e distoglie la mia attenzione con quel movimento continuo e inutile, nemmeno la fila delle vedove inconsolabili che ridono senza motivo se non quello del chiacchiericcio inopportuno, nulla ha potuto evitare l'ipnosi del Bolero di Ravel.
nessuno mi può dire che merdailballettomivienedavomitare senza aver prima visto questo capolavoro del genio e dell'intelligenza emotiva e motoria.
la potenza di questo pezzo di musica e danza è, ogni volta, devastante.
l'ho visto quattro volte e ogni volta mi dico che non sara' l'ultima.
ballava il Tokio Ballet, a buona ragione uno dei rappresentanti piu' significativi dell'eredita' artistica di Bejart, una scuola di perfezione stilistica e interpretativa.
ma nel Bolero non c'e' solo lo stile.
nel Bolero c'e' movimento corporeo che inneggia alla mascolinita', alla sessualita', all'eccitazione e all'estasi corporea, oltre che, come sempre nella danza, alla sfida alla legge di gravità.
il ballo è, spesso, un'espressione libidica che sottende al sesso, anzi è sesso quanto una scopata.
nel Bolero c'è una tavola rotonda, rossa, nel mezzo della scena, sopraelevata e vi danza un personaggio. ieri sera era una donna, anche se il balletto e' stato anche interpretato al maschile.
nel Bolero ci sono una ventina di sedie intorno occupate, dapprima silenziosamente, poi vorticosamente, direi inesorabilmente, da uomini. lei balla con calzamaglia nera e body color carne, loro con calzamaglia nera e petto nudo. niente piu' di questo.
niente ovvero tutto quel che serve.
a dispetto dei corpi iperesposti che non hanno nulla da dire, qui c'è minimalismo che esprime tutto con un linguaggio diretto che prende le viscere il cervello i genitali e conduce alla felicita'.
poi la musica, poi il ballo, poi l'orgasmo.
perchè questo è un balletto orgasmico, è un balletto dedicato alla virilità, alla forza genitale, fallica e vaginale, in quanto forza creativa, vitale, rigenerante.
la figura femminile sulla tavola comincia piano e finisce forte, si intravede al buio e finisce nella luce più accecante, inizia con stile e proseguendo si scompone, inizia perfetta e finisce sudata nel corpo e all'attaccatura dei capelli, lunghi, che scendono sulle spalle e lungo la schiena.
è chiara evidente l'eccitazione di lei che balla, il corpo si muove sempre più accelerato e comunicativo, sembra prendere tutto quello che le sta intorno, non solo i maschi intorno a lei, tutta la platea, tutta la mascolinità possibile. tutta per sè, tutta in sè. è vorace.
le figure maschili sono un ritratto perfetto della genesi evoluzione e conclusione di un atto di seduzione maschile. prima seduti, semplicemente seduti, poi insieme, tutti, un gesto, un semplice cambiamento di posizione. una posizione inconfondibile. la vedi e la riconosci. quello è un uomo. poi un'altra, una mano che dalla testa scende fino all'inguine, poi qualcuno si alza, sono solo due, alla fine saranno tutti, e si muove con andamento ritmico del bacino, intorno a lei, per lei. lentamente, inesorabilmente, seguendo l'invito di lei sulla tavola, tutti parteciperanno al banchetto della seduzione al ritmo incalzante diabolico della musica. una musica che non da scampo, credetemi.
la parte finale è un'orgia di sensi, i movimenti maschili di certo non sono misteriosi, ci danno dentro con forza e potenza, lei sopra è regina regista e al contempo schiava dell'eccitazione, di se stessa e della forza che la circonda. una forza alla quale è impossibile sottrarsi. cadere sfiniti, appagati, moribondi e non riprendersi mai più, questa sembra la fine, ma il rimando di quella musica e di quell'onda travolgente è ancora nell'aria.
il bolero di Bejart è un fantasma che naviga dentro.
“Il Bolero di Ravel è una musica sempre nuova, una musica di origine orientale, che si avvolge instancabilmente su se stessa, divorando lo spazio sonoro e inghiottendo alla fine la melodia". Maurice Béjart
http://www.youtube.com/watch?v=ApwenICr4g0
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
12 commenti:
merdailballettomivienedavomitare...
ma lo sai che sono uno che non sa apprezzare il bello (infatti apprezzo la gnocca non il bello...)
che ne pensi del ballo del quà quà, è erotico quanto basta?
siete due bru bru e io non vi parlo più.
Kermit guardati il filmato (che non è intero ma rende lo stesso...). la gnocca non è il bello? ma da quando?
Lupo anche tu...comunque il quà quà ha il suo bel perchè, magari non in senso erotico.
santocielochepazienza.
Lo voglio vedere!!!
Devi Bum Bum!!
il bello è maschile...a me piacciono le donne..le belle
non fare così... lo sai che ti amo...
io amo la danza, amo il balletto... ho sempre invidiato la leggiadria delle ballerine... e mi sono ripromessa che prima o poi riuscirò ad indossare le punte... da bambina non ho mai potuto frequentare una scuola di ballo perchè era troppo lontana dal posto in cui vivevo... ma prima o poi mi metterò a studiare danza davvero! e il balletto vado a vederlo appena posso... quest'inverno ho visto Giselle, il lago dei cigni e il balletto di pechino in un meraviglioso spettacolo con tanto di pugnali, spade, samurai, e addirittura abiti con maniche lunghe 6 metri con cui creare vorticose coreografie in aria... bellissimo...
non dire cosi' lupo...se poi ti amo anche io...e' finita!!
anche io ho visto la scuola dell'opera di Pechino!! se e' lo stesso spettacolo.. bello davvero. immaginifico. mi piace questa tua estroversione, la tua curiosita'. se vai a vedere qualcosa di bello, raccontamelo.
ciao bum bum
il bolero l'ho sempre considerata una musica molto coinvolgente. non sapevo, fino ad ora, che fosse stata scritta per un balletto.
belle come sempre le tue descrizioni. è straordinario (così sembra a me almeno. ci siamo confrontati in passato su qualche film :-) ) come tu riesca a vedere, sentire, assorbire tutte quelle sensazioni che riporti. che magari son limitato io, eh? però rimane il fatto che mi piace leggerti, anche in questo caso.
alla prossima
psssst... pssst... rossa?!? senti... il tuo blog spia i miei commenti... è successo anche altre volte... oggi la parola di verifica è 'sensible'... e fa anche i giochi di parole... :-)))
buongiorno pesa. musica per balletto si, credo proprio commissionata allo scopo, ma Bejart ne ha fatto magia.
grazie amico, sensibile, a presto.
Posta un commento