gabbiano che vola più alto, vede più lontano.
ho appena finito di rileggere. o meglio di audio-rileggere (e non e' la stessa cosa) il Gabbiano Jonathan Livingston.
e penso che non e', o non e' solo, un libro sulla liberta':
"noi siamo liberi di andare dove vogliamo e di essere quello che siamo...una perfetta idea di libertà e volo, senza limite alcuno"
o un libro sulla mindfulness:
"per volare veloce come il pensiero, verso ogni luogo esistente, devi prima convincerti che ci sei già arrivato"
e' un libro sulla trascendenza, sul superamento della dimensione dello spazio e di quella del tempo:
"il paradiso non è un luogo e non è un tempo, il paradiso è essere perfetti. Raggiungerai il paradiso, allora, quando avrai raggiunto la velocità perfetta. Il che non significa mille miglia all'ora, né un milione di miglia, e neanche vuol dire volare alla velocità della luce. Perché qualsiasi numero, vedi, è un limite, mentre la perfezione non ha limiti. Velocità perfetta, figlio mio, è esserci, esser là, nella tua perfetta velocità"
Shanti
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domenica 18 luglio 2010
Gabbiano Jonathan Livingston, ovvero il principio invisibile della vita
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14 commenti:
...sul superamento dei nostri confini, del corpo e dell'essere, che ci troviamo imposti per nascita o per convenzione.
e arrivando fino al reale quotidiano di tutti quei confini artificiali che ci vengono costruiti intorno da coloro che ci vedono (in buona fede o con dolo) in maniera distorta.
alla prossima
uno dei miei libri preferiti...
caro pesa...sapevo di trovarti preparato sull'argomento!!
sul superamento dei confini mi trovi d'accordo, cioè sul lavoro costante su se stessi, sulla consapevolezza di sè che prelude all'andare oltre di sè. sulla visione degli altri non saprei, il gabbiano non si pone il problema della relazione con l'altro, se non nei termini di una condizione che, appunto, trascende il tempo e lo spazio. una relazione affettiva, così sembra dire Bach, non ha tempo di inizio nè di fine. vive il momento, e vive per sempre.
ah buongiorno Titano. eccoti qui. sono contenta il post parli di qualcosa che ti piace. un bel libro, e anche un bel audio libro -te lo consiglio- ma non il mio preferito. amo letture più dense, tipo il libro di cui parlerò a breve in un post, più carnali, più viscerali. ma l'aria zen e rarefatta di questo libro è veramente aria pulita per i polmoni.
al di là di ogni possibile previsione... è innegabile... mi stai spiegando bach :-)))))
scherzo, dai!
il mio discorso sugli altri era riferito alle convenzioni che il branco (nel libro) impone di rispettare e il comportamento che si aspetta dal singolo.
quello della relazione diretta, affettiva, con l'altro nei termini che illustri è uno degli argomenti 'principe' nelle opere di bach, ritorna in qualche modo, a livelli diversi, un po' un tutte.
alla prossima
vero, il discorso dello stormo, del branco, del gruppo e dell'adesione alle sue regole è molto interessante. come si può aderire alla norma di un gruppo, e quindi "sentirsi parte di" ma allo stesso tempo essere fuori dagli schemi, essere se stessi? non sembra esserci soluzione, la solitudine è il prezzo alla libertà. e questo è un punto che condivido pienamente. è molto realistico, libertà -piena assoluta- è solitudine. ciò che si può coltivare è solo la relazione interpersonale, la relazione che si sceglie, l'appartenenza al gruppo significa sempre sacrificare la propria individualità. a volte nella vita è desiderabile, come per gli adolescenti, a volte invece è davvero insostenibile.
pippone delle 11.40.
chapeau! (sempre)
:-)))
a mio parere diventa insostenibile quando la propria individualità si espande sufficientemente da non aver necessità - a mo' di stampella - di sostentamento (generico) altrui. il tuo riferimento all'adolescenza è indicativo.
alla prossima
L'uscita
"Quale memoria ti conta gli anni..."
Il passato s'è racchiuso in una scheda
e quella è la memoria
ordine del corpo e della stanza,
un libro a posto nello scaffale pieno.
E per la strada,non diventa ogni incontro
già un ricordo,il marciapiede
conduce a un numero,un numero
qualunque.....
Ma tu non credere a cifre troppo alte,
fermati nella distanza:
l'asfalto di novembre,giri larghi di foglie
nel ponentino e a terra un mare marcido.
L'arco di una cupola,la sua curva di cielo.
Strano, pensare,come lo sguardo complotti
con ciò che resta una vita senza velocità.
ciao. la poesia è bella, mi sembra parli di memoria, di tempo della mente, di una malinconia d'autunno. bella. ma cosa c'entra con il post? è già la seconda volta che lasci una traccia poetica ma preferirei "sentirti" parlare!!
a presto
amen...un po come vagare senza meta, senza porsi traguardi.
ho sempre pensato che jonathan livingstone avesse avuto un gran culo a non beccare un moscerino in un occhio mentre si tuffava a velocità incommensurabili
perche' vagare senza meta? no sai direi che il traguardo il gabbiano ce l'ha. superare se steso e trovare la perfezione. che altro non e' che cercare la propria velocita'. ma magari non ho capito cosa intendevi mio caro K.
buonasera kkazz, ero in pensiero. la tua visione non e' trascendente!! ma immanente!! e mi fa ridere...immagino la scena e non e' affatto elegante. ma nel libro il gabbiano si chianta qualche volta!!
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