lunedì 22 febbraio 2010
incontro reale e non ideale
Appunti, appunti di lavoro, appunti da una collega, appunti preziosi, per tutti.
la solitudine è una dimensione intima.
non tutti sanno stare soli, perche' la posizione di solitudine è la capacità di separarsi da ciò che ci sollecita. sa essere solo chi ha potuto sperimentare il tempo logico della separazione, chi, attraversato un primo tempo, quello dell'alienazione, lì non si è fermato. nella separazione sentiamo una perdita di godimento ma, al contempo, di recupero di qualcosa di prezioso, vitale.
di personale e privato.
la solitudine è la capacità di separarsi da qualcosa che fa godere, che eccita: e' una specie di trattamento del godimento, una separazione necessaria, un distacco che consente il riavvicinarsi. essere soli significa anche sapersi distaccare dal proprio pensiero e trovare una propria mancanza, significa separazione dall'altro ritagliando uno spazio di differenza.
chi si è separato dall'altro non ha una consistenza piena, basti pensare a tutti noi nevrotici sempre presi dal dubbio e dall'appello all'altro e al paranoico, di contro, in preda alla dimensione della certezza.
la solitudine non è l'isolamento. Isolarsi è evitare l'incontro con la solitudine.
la solitudine non è l'esclusione dell'altro mentre l'isolamento è tagliare fuori l'altro. è il rifiuto dell'altro.
si può evolvere dall'isolamento alla solitudine? Fabbricare una nuova solitudine che permetta di costruire una base operativa solida per poter incontrare gli altri?
si può prendere posto vicino all'isolamento per vedere se è possibile costruire una nuova solitudine meno precaria a partire dalla quale si potrà rompere il proprio isolamento?
l'incontro con la propria solitudine può diventare anche una forza, può dare peso e valenza alle parole. perchè le persone lo sentono. sentono se stai stare solo. sentono sei sei stato solo.
se la solitudine è una condizione che permette di incontrare la differenza nell'altro, e di accoglierla, allora terribilmente isolati sono coloro che frequentano solo i "simili".
scoprire che non c'è garanzia nell'altro, estremizzando, che l'altro non esiste, non toglie il desiderio: la solitudine conserva, al caldo, dentro, qualcosa del "gusto", un aspetto libidico, vitale, pulsionale.
l'altro "ideale" può mancarci, fino a sentirne nostalgia, perchè è difficile accettare che il campo dell'altro non sia il campo ideale. ma se si riesce ad andare oltre e consentire l'incontro con l'altro, detotalizzato ovvero detronizzato del suo valore assoluto, si può innescare una nuova dimensione di desiderio. può verificarsi l'incontro con l'imprevisto, la parzialità, può voler dire, finalmente, stare e godere dell'incontro reale e non ideale.
Luciano Erba
(Milano, 1922)
L'altra metà
Non mancano i segnali, anzi in eccesso,
mi sfugge il loro senso, sono troppi?
alla fine mi resta solo un responso:
stai attraversando un incanto a metà.
Basterebbe un piccolo passo, di misura
una luce appena intravista
allora il silenzio sarebbe un altro
sarebbe l'altra metà.
Pedro Salinas
(Madrid,1891 – Boston,1951)
Io non ti vedo
Io non ti vedo. So bene
che sei qui, dietro
una parete fragile
di mattoni e di calce, alla portata
della mia voce, se io ti chiamassi.
Ma io non chiamerò.
Perdonami se vo così cercandoti
Perdonami se vo così cercandoti,
così maldestramente dentro
di te.
Perdonami il dolore, qualche volta.
Il tuo modo d'amare
Il modo tuo d'amare
è lasciare che io t'ami.
Il sì con cui ti abbandoni
è il silenzio. I tuoi baci
sanno offrirmi le labbra
perché io le baci.
Mai parole, abbracci
mi diranno che sei esistita
che mi hai amato: mai.
Me lo dicono fogli bianchi,
mappe, telefoni, presagi;
tu, no.
E sto abbracciato a te
senza chiederti nulla, per timore
che non sia vero
che tu vivi e mi ami.
E sto abbracciato a te
senza guardare e senza toccarti.
Perché non debba mai scoprire
con domande o carezze
l'immensa solitudine
d'essere solo ad amarti.
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10 commenti:
continuo a percepire una tristezza, una mancanza nelle liriche di salinas, che avevo già avuto modo di leggere. non mi sembra la tua solita poesia tormentata :-))), in positivo, eh?!?
le frasi sono belle, trasmettono intensità e passione, ma paiono non essere ricambiate e/o orientate verso un soggetto passivo.
anche l'immagine (un cuore fatto non con due diverse mani, ma con uno specchio) mi ha rimandato lo stesso messaggio.
alla prossima
a me piace la solitudine...vengo considerato un cinghiale o un orso...ma credo che quando sei capace di stare solo e stare bene nella tua solitudine puoi definirti uno che sa vivere :)
pesa, le poesie sono tristi si ma rimandano bene l'idea di solitudine che volevo comunicare. un amante solo ma non isolato. un amante che ama e cerca, da solo, l'altra metà, consapevole di una finitezza, di una diversitaà, di una distanza, di una mancanza. mi sembravano, tutte, perfette e calzanti alle mie di parole. l'altro non è passivo, l'altro è altro, altro da sè, altro comunque. l'altro è un altro mondo, un altro modo di amare. l'incontro è possibile, ci si tocca, ci si ama, ci si cerca ma, "nella nostra epoca, dice Galimberti, l'amore diventa indispensabile per la propria realizzazione coma mai prima ma, al tempo stesso, impossibile perchè, nella relazione d'amore, ciò che si cerca non è l'altro, ma, attraverso l'altro, la realizzazione di sè".
ma non sono triste, te lo giuro!
ciao cinghiale, o leone se ho visto giusto questa mattina..., non so se stare soli significhi saper vivere, dipende da come te la vivi e come la usi la tua solitudine, secondo me. diciamo che mi sembri dotato di ironia, come i tuoi post e commenti dicono e come l'immagine che scegli per rappresentati comunica. sdrammatizzare e alleggerire sono grandi armi per viversi bene le cose, se poi sai anche usare il tuo tempo da solo per crearti spazi, dimensioni, distanze e relazioni adeguate, allora ti vedo parecchio avvantaggiato!!
sei gentile a passare di qua, se penso alla dimensione da cui vieni qui deve sembrarti tutto molto menoso. quindi se hai voglia di annoiarti ancora ripassa.
a presto
Rossa
Salinas mi piace...consiglio di lettura: Juan Ramon Jimenez.
Dovrebbe piacerti.
ma guarda...grazie!! apprezzo moltissimo i consigli e trovo che scambiarsi queste informazioni sia un bel modo di conoscersi. vedi...ti vendi come una specie di animale in calore e sei oltre. guarderò e ti dirò. comunque anche Elio è un grande, sono d'accordo con te. è bella l'inventiva la creatività la capacità di stupire realmente e autenticamente. qualsiasi forma abbia.
grazie ancora Chiodo, se non hai altro nome.
Prego! Spero che Jimenez ti piaccia!
Per quanto riguarda me stesso...beh...non mi vendo per animale in calore...hai presente il Tao?...ecco, dentro il candido me c'è un puntino nero, il mio chiodo fisso...ma esiste anche un'altra metà oscura di me...nel quale però c'è un puntino candido...convivo con queste due anime, perennemente in conflitto un tempo e adesso quasi in armonia.
Un bacio
C.
tutti abbiamo due anime, anche tre, molte insomma. il vero peccato non sta in questo, anzi è una ricchezza averle e sapere di averle e farle crescere insieme, scusami, è che tu ne mostri solo una. perchè non stupisci i tuoi lettori con una poesia di jimenez?
"Col nuovo mattino,
il mondo mi bacia
sulla tua bocca, donna."
questa ho trovato, adesso, bella, sembra un haiku (brevi poesie giapponesi). mettimi qui una delle tue preferite. mi piacerebbe, dai.
eccola:
Io non sono io
io non sono io
sono colui
che cammina accanto a te senza che io lo veda;
che, a volte, sto per vedere,
e che, a volte, dimentico.
Colui che tace, sereno, quando parlo,
colui che perdona, dolce, quando odio,
colui che passeggia là dove non sono,
colui che resterà qui quando morirò.
guarda un po', sta parlando di due anime, come le tue. una calda, o candida, che vivra' in eterno e una tormentata che scalpita odia e prende il sopravvento. ma, come dice, qualche volta quella che sa stare e perdonare si fa vedere, ma poi di nuovo scompare. c'e' un qui e ora e c'e' un per sempre. una bella poesia chiodo. grazie
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