bianco e nero

come una foto. in bianco e nero. nessuna concessione al colore, alla spettacolarita', ai nuovi barbari. bianco e nero colori vividi dell'essenziale, solo l'autenticita' della forma. della sostanza. l'occhio vede e non si inganna.
"questo e' il mio segreto.
veramente semplice.
si vede bene solo con il cuore.
L'essenziale e' invisibile agli occhi."
Il piccolo principe. A.d.S-E.

martedì 5 novembre 2019

blondi

amo Federica Fracassi, la sua generosità in scena è unica.
la amo per come si da, tutta, al pubblico, all'arte che abita.
l'ho vista in "Eva" al teatro Litta, breve storia di Eva Braun, amante e infine moglie di Hitler.
storia di una devastazione, storica politica e sentimentale, accostata a quella di Via col vento, in cui una Eva senza speranza attende per sempre, ancora lo sta aspettando, il "suo" fürher.
il contatto con il diavolo, il male, bene non può fare. scie di suicidi hanno precededuto Eva, che a sua volta lo tentò, e poi comunque ne morì, mai riconosciuta, di questo diabolico incontro.
ieri sera l'ho vista in "Blondi", il cane di Hitler, un tentativo di mettere in scena un'altra forma di devozione cieca, come quella di un cane può essere per il suo amatissimo pradone.
è inquietante osservare che il male può essere amato, molto amato, da uomini e animali, ma questa è la lezione della storia e anche della psicoanalisi.
quante donne amano il male, soggiogate, incapaci di liberarsene?
quante Eva e Blondi ci sono al mondo?
rispetto allo spettacolo di ieri sera, pur ammirando la prova attorale della Fracassi, non mi hanno di certo convinto la messa in scena, che costringe l'attrice a uscire dal ruolo del cane per spostare oggetti in scena, tirare tappeti bianchi, mettere e togliere camicie in un tentativo di realismo assolutamente non necessario e certamente nocivo alla narrazione, e nemmeno la drammatrgia del testo, che entra in dettagli non necessari che appesantiscono il racconto, come la monta del cane Harass nel bunker e la nascita dei cuccioli. si tratta di incursioni che non aggiungono nulla al tema già abbondantemente trattato che distolgono dal motivo per cui siamo lì, a teatro, non le monte e le cucciolate di Blondi, ma la sua devozione, e come la sua quella di molti altri, alla perversione di un uomo che ha devastato la storia dell'uomo. il gioco inizia bene, ha la sua efficacia, ma man mano che procede lo spettacolo si perde dietro inutili dettagli. alla fine quasi si riduce a poco quel momento per cui Blondi fu comunque cavia, come milioni di uomini prima di lei, su di lei venne testato il cianuro poi usato da Eva, prima della caduta finale.

rimane comunque un'operazione teatrale interessante, una visione dal basso, viscerale, dell'orrore.

Teatro i
testo di Massimo Sgorbani
regia di Renzo Martinelli
 interpretazione, magistrale, di Federica Fracassi,

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