bianco e nero

come una foto. in bianco e nero. nessuna concessione al colore, alla spettacolarita', ai nuovi barbari. bianco e nero colori vividi dell'essenziale, solo l'autenticita' della forma. della sostanza. l'occhio vede e non si inganna.
"questo e' il mio segreto.
veramente semplice.
si vede bene solo con il cuore.
L'essenziale e' invisibile agli occhi."
Il piccolo principe. A.d.S-E.

martedì 16 settembre 2014

viaggio al termine della notte.

"Céline è stato creato da Dio per dare scandalo"
Céline.
un bel viaggio, fino alla fine, fino al termine della notte.
non c'è scampo, con Céline.
non c'è salvezza.

La maggior parte della gente non muore che all'ultimo momento; altri cominciano e si prendono vent'anni d'anticipo e qualche volta anche di più. Sono gli infelici della terra.

un libro unico nel suo genere, singolarissimo, a tratti scioccante per tanta assoluta franchezza.
non ci sono veli, nè menzogne, nè mediazioni, la vita per quello che è: dannazione e dolore, disperazione e morte.
è tutto così chiaro che non resta che vivere, che fare qual che si può, la consapevolezza fa da timone, alla fine il risultato non è mortifero,  per quanto impregnato, anzi, è di rassegnazione all'ineluttabile ma con immensa forza di reazione, a tutto.
Forse è anche l'età che sopraggiunge traditrice, e ci annuncia il peggio. Non si ha più molta musica in sé per far ballare la vita, ecco. Tutta la  gioventù è già andata a morire in capo al mondo nel silenzio della verità. E dove andar fuori, ve lo chiedo, quando uno non ha più dentro una quantità sufficiente di delirio? La verità è un'agonia che non finisce mai. La verità di questo mondo è la morte. Bisogna scegliere: morire o mentire. Non ho mai potuto uccidermi io.
mi rammento bene una lezione di Baricco, quelle tenute a Palladium di Roma a gennaio e di cui ho già parlato (http://nuovateoria.blogspot.it/2013/10/dimorare-dentro-una-domanda.html), che trattava di Proust. Mi risultò chiaro che, a Baricco, Proust non piace. dietro al discorso tecnico, che non può che essere reverenziale data la maestria assoluta nello scrivere, emerse chiaramente la critica verso uno scrittore talmente ancorato alla forma da risultare poco credibile nella sua scrittura. Proust traccia una geometria del mondo e una sua interpretazione, a volte iperbolica, a volte enfatizzata, a volte falsa, artista attentissimo al suo sè, dotatissimo ma francamente eccentrico. dopo tanta grazia si sarebbe potuto pensare che nulla sarebbe stato più all'altezza di tanto talento letterario, dice Baricco, ma poi, afferma è arrivato Céline, e tutti hanno dovuto ricredersi.
e altrettanto chiaro, mi fu, l'assoluta preferenza di Baricco per il secondo. certo, stiamo parlando di una frattura iperbolica, tra Proust e Céline non ci passa il mare ma un oceano, siamo in dimensioni, di stile e pensiero, che non condividono nulla. leggendo Céline a volte siamo ai limiti della bestemmia, e un paio ce ne sono nelle primissime pagine del libro, leggendo Proust siamo di fronte all'ossessività stilistica, alla paranoia del dettaglio, della virgola, degli incisi. della parola.
eppure, come sostenie Baricco, la preziosità di Céline, arrivato solo qualche anno dopo Proust, non è certo da meno: "Per quanto fantastico sia Proust si può avere una forza pazzesca facendo tutt'altra cosa e il gesto si chiama sempre scrivere, libertà." (A.Baricco)
ho apprezzato moltissimo la sua prosa, ho ammirato la sua devozione alla verità, la sua aderenza alle realtà, l'assenza di bugia, la franchezza del pensare. lo trovo inarrivabile, singolare e autentico, di un'espressività del tutto originale, notoriamente scandalosa. 

Ah! Se l'avessi incontrata prima, Molly, quando c'era ancora il tempo per prendere una strada invece che un'altra! Prima di perdere il mio entusiasmo su quella troia di Musine e su quella stronzetta di Lola! Ma era troppo tardi per rifarmi una giovinezza. Si diventa rapidamente vecchi e in modo irrimediabile per giunta. Te ne accorgi dal modo che hai preso di amare le tue disgrazie tuo malgrado. La natura è più forte di te, ecco tutto. Ci prende le misure in un certo genere e non puoi più uscirne da quel genere lì. Avevo preso la strada dell'inquietudine. Si prende pian piano sul serio il proprio ruolo e il proprio destino senza rendersene ben conto e poi quando ci si volta indietro è troppo tardi per cambiare. Si diventa tutti agitati e rimane tutto così per sempre...
Il treno è entrato in stazione. Non ero più molto sicuro della mia avventura quando ho visto la macchina. L'ho abbracciata Molly, con tutto il coraggio che avevo ancora nella carcassa. Avevo una gran pena, autentica, una volta tanto, per me, per lei, per tutti gli uomini. E' forse questo che si cerca nella vita, nient'altro che questo, la più gran pena possibile per diventare se stessi prima di morire ...   Per lasciarla mi ci è voluta proprio della follia, della specie più fredda e brutta. Comunque ho difeso la mia anima fino ad oggi e se la morte domani venisse a prendermi non sarei, ne sono certo, mai tanto freddo, cialtrone, volgare come gli altri, per quel tanto di gentilezza e di sogno che Molly mi ha regalato nel corso di qualche mese d'America.

diceva Céline:
..La cosa che mi interessa più di tutto è scrivere, dire tutto quello che ho da dire, con passione; non potrei fare altrimenti. Ci ho messo gli anni a mettere giù Viaggio al termine della notte. Ma ce ne vorranno forse cinque di anni per scrivere il libro che ho cominciato. Voglio che sia come una cattedrale gotica. Ci saranno buoni e cattivi, assassini, massoni, come viene in principio, finché tutto prenderà ordine, se ne avrò la forza, come in una cattedrale. [...] Il mio stile? Se lo abbasso al livello famigliare e volgare, è perché è così che lo voglio.
il linguaggio di Céline, frutto quindi di pazientissimo lavoro, è forte, impattante, tutt'altro che evocativo, presente e potente. un linguaggio parlato, immediato, senza sconti, spesso esclamativo e sospeso, violento e inesorabile. il suo grido è spesso di valore sociale, è in difesa dell'umanità debole, oppressa e muta, e intrisa d'odio verso quella agiata, egoista e marcia, cinica e faccendiera. si c'è l'odio in Céline, mai celato, sfacciatamente espresso, come ci sono la paura, il terrore, il pisciarsi addosso per l'orrore.
La paura non dice né si né no. Prende tutto quel che si dice la paura, tutto quel che si pensa, tutto.
Céline aveva vissuto le esperienze più drammatiche: la Grande Guerra e le trincee delle Fiandre, la vita grama dell'Africa coloniale, l'isolamento di New York , le catene di montaggio della Ford a Detroit, la vita di Parigi fatta di incontri con una piccola umanità meschina e desolata, la povertà più spinta della gente che curava, Louis Ferdinad Céline era un medico.
c'è tutto l'immaginabile del vissuto umano, c'è una rivoluzione assoluta, c'è l'uomo, al termine della notte, così com'è.

La grande sconfitta, in tutto, è dimenticare, e soprattutto quel che ti ha fatto crepare, e crepare 
senza capire mai fino a qual punto gli uomini sono carogne.
Quando saremo sull'orlo del precipizio dovremo mica fare i furbi noialtri, ma non bisognerà 
nemmeno dimenticare, bisognerà raccontare tutto senza cambiare una parola, di quel che si è 
visto di più schifoso negli uomini e poi tirar le cuoia e poi sprofondare.
Come lavoro, ce n'è per una vita intera.

2 commenti:

corte sconta ha detto...

avvincente e profondo,desolante forse,ma autentico.così trovo Celine ed il tuo bel post.per pura coincidenza giorni fa leggevo un articolo(sul Fatto credo)che riportava delle citazioni che anche tu hai scritto..mi avevano fatto riflettere,così come il tuo pezzo.grazie Rossa.

Rossa ha detto...

Ciao Corte Sconta, tutto bene?
grazie del commento, Celine è stata una vera rivelazione per me.
grazie
Rossa