bianco e nero

come una foto. in bianco e nero. nessuna concessione al colore, alla spettacolarita', ai nuovi barbari. bianco e nero colori vividi dell'essenziale, solo l'autenticita' della forma. della sostanza. l'occhio vede e non si inganna.
"questo e' il mio segreto.
veramente semplice.
si vede bene solo con il cuore.
L'essenziale e' invisibile agli occhi."
Il piccolo principe. A.d.S-E.

martedì 6 maggio 2014

Rebecca Dautremer

Feltrinelli di Piazza Gae Aulenti. e scopro Rebecca Dautremer.
non cosa cosa sia più bello, la piazza, la Feltrinelli risto-libreria o i libri.
scherzo, certamente i libri e i disegni di questa autrice mozzafiato.

guardavo l'ambiente di questa Feltrinelli, una sorpresa!, i tavoli, le scritte sui muri, i banconi del bar e del ristorante, gli espositori dei libri, la gente che beve, la gente che mangia, la gente che legge, la gente che scrive, e lo vedo, lo scaffale delle fiabe per bambini, e poi ancora eccolo lì, il Cyrano, illustrato da Rebecca Dautremer.
dautremer, da un altro mare, penso, così, da un altro mondo, realmente un altro mondo. la realtà di un mondo diverso.
lo sfoglio, il Cyrano, e rimango pietrificata dalla sorpresa.
ambientato in Giappone, le immagini sono strabilianti, sono poesia e narrazione, sono bellezza e fantasia.
sono sufficienti a se stesse, contengono in sè tutto quello si deve sapere, che si può sapere, che si immagina di sapere.







secondo me c'è tutto, il naso di Cyrano, la bellezza di Rossana, la poesia e anche di più. l'infinito.
che talento si può avere in dono dalla vita?

sale lo sguardo e la vedo, Alice, nel suo paese delle meraviglie.
qui rischiamo grosso, Alice è la mia fantasia infantile dominante, è la mia fiaba, è, anche figurativamente, l'immaginario più solidificato, più radicato, impigliato in me.
eppure, ci siamo, ci siamo anche qui.
riesco perfino, grazie a queste mani prodigiose che hanno disegnato, a questi colori, a queste forme, a immaginare Alice diversa da sempre, collocata in un altro paese, in un altro Mondo Altro, meraviglioso, comunque.











la bellezza del sogno, del sogno infantile, ora adulto, è confortante per me.
guardo queste immagini e penso che la bellezza è possibile, la bellezza delle immagini, la potenza del creare.
Alice, dai tratti orientali e meno bamboleggiante che nelle raffigurazioni classiche con il grembiulino, non segue i canoni della rappresentazione classica che la vede bionda con lunghi capelli, e anche gli altri personaggi seguono un percorso affine e, attraverso la mano dell'artista, si trasformano in figure mai viste prima. l'aspetto più innovativo del lavoro della Dautremer, però, è nella scelta della localizzazione temporale, dell'ambiente naturale. la Dautremer rompe la tradizione di Sir John Tenniel, che per primo ha dato un volto ad Alice dopo Carroll, e di tutti gli illustratori di Alice dopo di lui.
questa, per me, è sempre stata Alice, a parte la rappresentazione stereotipata di Walt Disney e quella, sopra ogni altre e per me primigenia, delle Fiabe Sonore pubblicate dalla Fabbri, a puntate, con il piccolo 45 giri all'interno, per seguire, ascoltando,  la narrazione scritta sulla grande rivista rettangolare. 
questa è la mia vita, la mia impronta, questa è la mia infanzia.

bene, ora, con la Dautremer, l'avventura di Alice si svolge in una località balneare: marittima, lacustre e palustre. l'aria non è fatata, non ha necessariamente i colori dell'infanzia, il gioco con la voce in falsetto, è grigia e nebbiosa negli esterni, molto colorata e brillante negli interni. i personaggi sono delineati da un'aria malinconica, triste e pensosa. come pensosa e assonnata è Alice sul suo sofà, sta per sognare, sta per viaggiare: il Paese delle meraviglie della Dautremer è il prodotto di un sogno.
sono contenta di averla vista, la mia Alice, così trasportata altrove, in un altrove così ricco e iperbolico, così fantasioso e alternativo, dagli orizzonti infiniti mai finiti,  è come averla conosciuta una seconda volta.
quel libro sarà mio. è mio di diritto. come la corona per un re.

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