bianco e nero

come una foto. in bianco e nero. nessuna concessione al colore, alla spettacolarita', ai nuovi barbari. bianco e nero colori vividi dell'essenziale, solo l'autenticita' della forma. della sostanza. l'occhio vede e non si inganna.
"questo e' il mio segreto.
veramente semplice.
si vede bene solo con il cuore.
L'essenziale e' invisibile agli occhi."
Il piccolo principe. A.d.S-E.

giovedì 10 aprile 2014

estoy viva

una mostra al PAC.
un altro bel posto di Milano, a me piace parecchio, affiancato alla Villa Comunale (una volta Villa Reale di Milano) e adiacente al suo bel parco, uno spazio arioso e luminoso, spazio espositivo per eccellenza a Milano dedicato all’arte contemporanea, sempre animato da belle mostre.
l'ultima che ho visto mi ha lasciata stupefatta.

Regina José Galindo 
ESTOY VIVA 
25 Marzo 2014 - 08 Giugno 2014
Guatemala City, luglio del 2003. Una giovane donna cammina dalla Corte Costituzionale fino al Palazzo Nazionale del Guatemala lasciando una scia di impronte di sangue umano con il quale si è sporcata i piedi poco prima, in memoria delle vittime del conflitto armato in Guatemala. 
É Regina José Galindo, oggi tra le artiste più rappresentative del magmatico continente latinoamericano. Due anni dopo verrà premiata con il Leone d’Oro alla 51° Biennale di Venezia come migliore artista under 35 "per aver saputo dare vita a un'azione coraggiosa contro il potere". L’artista indaga la dimensione soppressa e rimossa della sofferenza, utilizzando il proprio corpo in chiave politica e polemica per riattivare i traumi del rimosso e le rovine della storia. Partendo dal microcosmo del suo paese, il Guatemala, teatro di perenne instabilità e violenza, l’artista realizza opere scomode e drammatiche. Il suo corpo minuto e all’apparenza fragile è esposto ad una serie di azioni pubbliche che usano lo spazio metaforico dell'arte per denunciare le implicazioni etiche legate alle ingiustizie sociali e culturali, le discriminazioni di razza e di sesso e più in generale tutti gli abusi derivanti dalle relazioni di potere che affliggono la società contemporanea. Le sue performance sono realizzate in un’ottica di coinvolgimento totale. Rannicchiata nuda sotto una campana di plexiglass o sopra uno scoglio a picco sul mare, nascosta sotto un letto, appesa ad un albero dentro una rete da pesca, sdraiata immobile sull’erba con i capelli nella terra come radici, legata e accovacciata sul pavimento di un motel. Spalmata di carbone o di fango, con la testa sott'acqua fino ai limiti della resistenza o esposta nuda a getti violenti di acqua fredda. Immobile, respirando appena, a volte mani e piedi immobilizzati. In bilico tra la vita e la morte l’artista indaga la paura, l’angoscia e le loro conseguenze, affrontandone in prima persona il rischio fisico e psicologico, spingendosi oltre i propri limiti con performance radicali, spiazzanti ed eticamente scomode. La mostra racconta in cinque macro emergenze tematiche - Politica, Donna, Violenza, Organico e Morte – l’ultima produzione dell’artista e raccoglie un’ampia selezione dei suoi lavori più rappresentativi, dalle origini ad oggi. Un viaggio emozionale raccontato attraverso fotografie, video, sculture e disegni. Un percorso costruito attraverso cortocircuiti e slittamenti, che affianca ad alcune delle sue azioni più emblematiche e conosciute opere più recenti e numerosi lavori inediti o mai esposti prima in Italia, come l’intensa Descensión (2013) o la toccante La Verdad (2013).


potrei pensarla, Regina José Galindo, come l'erede diretta di Marina Abramovic, anche se molto meno sofisticata, meno esperta, e anche meno sgamata e furba. non vado matta per l'Abramovic, respiro aria di forte autoreferenzialità, di narcisismo, di esposizione mediatica molto studiata, troppo studiata.
questa giovane donna invece mi da un'altra impressione, che è molto diversa da quella che vuole comunicare.
durante la mostra, che mostra cose inaudite o, meglio dire, mostra esclusivamente il suo corpo nudo o semi vestito e le torture cui lo sottopone, non ho pensato alla violenza nel mondo, nel Guatemala, sulle donne, sugli uomini, sulle popolazioni inermi sterminate, ma esclusivamente alla sua follia.
quello che ho visto non è l'universo piegato dalla violenza e dal sopruso, ma il suo corpo torturato ed esposto in tutti modi possibili, macerato, violentato, operato chirurgicamente (immagini video che riportano un'operazione di imeno-plastica con sangue bisturi vulva e grandi labbra in piena visione), coperto di sangue sgocciolante da una tubo in una piazza pubblica, immerso per minuti interi in un barile d'acqua fino al soffocamento, piegato in posizione fetale come pietrificato sul quale urinavano pubblicamente uomini e donne, esposto a una mostra e toccato da tutti, sepolto vivo metri sotto terra, torturato da un dentista che le paralizzava la bocca con progressive iniezioni anestetizzanti fino a non riuscire più a leggere pagine di denuncia, punito dall'acqua a gettito fortissimo, dalla terra spalata da una tomba, lasciato morto in un bosco con i capelli lunghi risucchiati dalla terra, ferito a sangue da un coltello con cui scrive perra (cagna) sulla sua coscia.












di cosa stiamo parlando? cosa stavo vedendo? a cosa stavo pensando? alla psicosi.
con me, missione fallita! non ho pensato all'umanità ferita ma alla vicenda umana e personale di questa povera donna, alla ferita che questa persona imprime pubblicamente e reiteratamente al suo corpo continuamente esibito e offeso. mi è impossibile pensare a una questione personale di un corpo non preso a simbolo ma a reale, a un corpo come corpo estraneo, a una dissociazione tra arte (non ne ho vista) e realtà, qui c'è disagio mentale fatto esposizione mediatica, una grande risonanza non del Guatemala martoriato ma di un'anima malata e sovraesposta, fisicamente delirante.
probabilmente un problema mio da una parte e una grande artista l'altra, non lo posso escludere.

2 commenti:

corte sconta ha detto...

arte..non saprei:decisamente valido a parer mio,il grido animale,straziante e avvilente che denuncia l'estrema idiozia crudele delle menti dittatoriali,a tutte le latitudini,cambiando i metodi forse ma come finale sempre lo stesso,una cosmica miseria d'animo;che l'inferno li inghiotta con tutto il loro fetore a 'sti travestiti da umani.vedi io insisto molto sulle azioni "utili da divulgare,sono preziose,sono dei messaggeri alati e..profumano;al di là di tutte le ipotesi,le implicazioni psichiche o di gusto,ben vengano queste "follie.grazie Rossa.a presto.

Rossa ha detto...

probabilmente hai ragione corte sconta. e comunque infatti lo metto qui, in un modo o in un altro, per una questione personale o umanitaria, questo corpo è una denuncia.
Rossa