bianco e nero

come una foto. in bianco e nero. nessuna concessione al colore, alla spettacolarita', ai nuovi barbari. bianco e nero colori vividi dell'essenziale, solo l'autenticita' della forma. della sostanza. l'occhio vede e non si inganna.
"questo e' il mio segreto.
veramente semplice.
si vede bene solo con il cuore.
L'essenziale e' invisibile agli occhi."
Il piccolo principe. A.d.S-E.

sabato 12 aprile 2014

brain

questi nativi digitali sono gente inaffidabile.
in fondo è proprio il cervello, brain, a fare di loro delle creature aliene.
perché non darci un'occhiata a quei circuiti cerebrali che li rendono veloci sui joystick della play station, mobilissimi con lo sguardo e messa a fuoco della retina, strabilianti nel progettare un'azione di guerra e di assalto nel giro di pochi secondi, inarrivabili nel capire il funzionamento del nuovo cellulare e nell'installazione delle sue app.
perché? perchè sono veloci ma analfabeti. 
è una provocazione pesante, forse troppo, ma l'ignoranza aleggia come un fantasma pesantissimo su questa nuova popolazione mondiale che abita anche la mia stessa casa.
meno male che ci sono almeno lo sci e il calcio che costringono ad uscire di casa oltre le ore di scuola, altrimenti le chiappe sono appostate e incollate sulla poltrona di camera, non per studiare ma mantenere vivo (vivo?) il contatto con il web in tutte le sue possibili forme.
queste popolazioni non sanno né leggere né tanto meno scrivere, la sintassi e l'uso dei verbi irregolari è di una generazione passata, un problema che non li tocca. pena l'analfabetismo.
è chiaro che sono abbattuta e amareggiata da quel che vedo, lotto e mi ribello, ma non posso che soccombere e dirmi che avranno, poi, ragione loro.
provengo da una famiglia colta e illuminata ma capisco che il mio passato e la mia stessa persona , che in qualche modo tramanda quell'eredità, la testimonia, sono del tutto indifferenti rispetto all'attrattiva di Call of Duty Ghost e F1 2013. 
in fondo la mia richiesta era leggera, niente Klimt a Palazzo Reale o Goldoni a teatro, era Brain, bella mostra per un pubblico giovane, interattiva e ben fatta, al Museo di Storia Naturale di Milano, Corso Venezia 55.
un gioiellino, 5 sale, snelle e ben strutturate, adatta alla velocità delle menti giovanili, molte immagini, video, prove interattive, poche parti scritte, enormi pezzi di cervello (in plastica!!) troneggianti nelle sale a mostrare visivamente parti anatomiche e funzioni neurologiche.
io l'ho vista in un lampo, grazie al cielo possiedo ancora buona memoria dei miei studi, ho ripassato bene cervelletto e corpo cingolato, fissazione della memoria a breve e lungo termine, coordinazione motoria e risoluzione dei conflitti, ma l'avrei girata volentieri nel doppio del tempo in compagnia di un giovane mostro a 10 dita per mano.







il rifiuto a partecipare è stato motivato dall'impossibilità di rinunciare al pomeriggio domenicale in fedele compagnia della simbiotica play, cosa c'è di più rassicurante di una patologica dipendenza?
tutto questo, di mio, della mia famiglia, della mia memoria, della mia storia, del mio brain, andrà perso come lacrime nella pioggia.

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