bianco e nero

come una foto. in bianco e nero. nessuna concessione al colore, alla spettacolarita', ai nuovi barbari. bianco e nero colori vividi dell'essenziale, solo l'autenticita' della forma. della sostanza. l'occhio vede e non si inganna.
"questo e' il mio segreto.
veramente semplice.
si vede bene solo con il cuore.
L'essenziale e' invisibile agli occhi."
Il piccolo principe. A.d.S-E.

lunedì 9 settembre 2013

propizia l’aria fra quelle mura/alte agli incanti: la sicilia il suo barocco

imponente maestosa preziosa, la Sicilia e il suo barocco:
Siracusa, Noto, Ragusa e Modica, patrimonio dell'Unesco.


Scirocco
E sovra i monti, lontano sugli orizzonti
è lunga striscia color zafferano:
irrompe la torma moresca dei venti,
d’assalto prende le porte grandi
gli osservatori sui tetti di smalto,
batte alle facciate da mezzogiorno,
agita cortine scarlatte, pennoni sanguigni, aquiloni,
schiarite apre azzurre, cupole, forme sognate,
i pergolati scuote, le tegole vive
ove acqua di sorgive posa in orci iridati,
polloni brucia, di virgulti fa sterpi,
in tromba cangia androni,
piomba su le crescenze incerte
dei giardini, ghermisce le foglie deserte
e i gelsomini puerili - poi vien più mite
batte tamburini; fiocchi, nastri…
 
Ma quando ad occidente chiude l’ale
d’incendio il selvaggio pontificale
e l’ultima gora rossa si sfalda
d’ogni lato sale la notte calda in agguato.
da "Canti Barocchi" di Lucio Piccolo



La Torre 
Propizia l’aria fra quelle mura
alte agli incanti: dalle finestre
adito, il giorno, a colli, pianura,
spazi prativi, erte ginestre;
torre la chiamava, e la scala
e l’ombra che si piega sul gradino
innanzi a chi sale…
E dall’interno al suo sguardo la rosa
bianca che poggia su la ringhiera…
La stanza appesa all’arbitrio
dei colori, alle udienze dell’aure…
ove al segno del libro risponde 
l’astro. 
Lucio Piccolo






Oratorio di Valverde
Ferma il volo Aurora opulenta
di frutto, di fiore,
balzata da rive vicine
diffondi ancora tremore
 di conchiglie, di luci marine,
e valli dove passasti alla danza
pastorale fra le ginestre
t’empirono le canestre
di folta, di verde abbondanza
- a larghe onde di campane tessuta
 venivi, dai fili di memorie, dai risvegli infantili.
(…) 
 da "Canti Barocchi" di Lucio Piccolo





"Per Lucio Piccolo di Calanovella, poeta siciliano appartato e coltissimo, purtroppo noto soprattutto per essere il cugino di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, affidarsi al simbolo è una condizione ineludibile. Tanto che i suoi “Canti barocchi”, autentico caso letterario sollevato da Eugenio Montale nel 1956, sono il più tardo e riuscito esempio di poesia simbolista italiana." (G.Accolla)

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