bianco e nero

come una foto. in bianco e nero. nessuna concessione al colore, alla spettacolarita', ai nuovi barbari. bianco e nero colori vividi dell'essenziale, solo l'autenticita' della forma. della sostanza. l'occhio vede e non si inganna.
"questo e' il mio segreto.
veramente semplice.
si vede bene solo con il cuore.
L'essenziale e' invisibile agli occhi."
Il piccolo principe. A.d.S-E.

lunedì 2 settembre 2013

la signorina Else

e così si entra nella mente di Else e progressivamente si assiste al suo cedere, al disorientamento, alla paura, alla confusione, alla colpa, alla perdita di senso, al delirio, al suicidio.
è un libro notevolissimo quello di Arthur Schnitzler, pubblicato nel 1924.
siamo a Vienna, in un periodo di straordinario fulgore letterario e culturale, Schnitzler e Freud si conoscevano, si scrivevano, si capivano. e nel libro si respira, si fluttua nel pensiero e nell'inconscio di Else, giovane viennese in vacanza in Italia,  a San Martino di Castrozza, catturata suo malgrado in una spirale che, dall'obbligo di rispondere a una richiesta genitoriale -la madre scrive a Else da Vienna chiedendole di intercedere presso un ricco mercante presente nel suo albergo per ottenere un prestito che consenta di evitare la prigione e la vergona al padre avvocato ma patologico giocatore d'azzardo-, la spingerà verso la perdita del senso di sè, alla disperazione, al delirio sul suo corpo e la sua mercificazione.
non a caso, inquadrando perfettamente sia il periodo storico di pubblicazione di questo libro, sia la sua stretta connessione con il lavoro fortemente intimista dei pittori viennesi dei primi del 900, la copertina dell'audiolibro riporta, appunto, l'immagine di una donna nuda di Egon Schiele. quale scelta più fortunata per raccontare di una nudità- la cui visione viene richiesta a Else dal ricco mercante se vuole ottenere la cifra di cui ha bisogno per salvare il padre- vissuta come salvezza e come colpa, come bellezza e come disfacimento.

Else è una giovane bella ragazza, ragiona in modo incerto sulle persone e sulle cose e soprattutto su se stessa. si vede bella, altera e distaccata ma è come se non sapesse cosa farsene delle sue doti di acerba bellezza in crescita nel mondo. è frivola, in fondo ha 19 anni, sostenuta solo da un'educazione molto formale e dalla fantasia di una vita agiata e borghese, un futuro da sposa. non sembra essere sorretta da un senso di sè, da un significato della sua persona, corpo e mente, che vada oltre un disegno predestinato di moglie e madre. non ha nulla da fare e non c'è nulla che sappia fare. però ci sono pulsioni e fantasie che premono nella sua giovane mente, fantasie sessuali, erotiche, di liberazione ed emancipazione che non si sostanziano di niente, non certamente di esperienza, forse solo di illusioni e sentito dire, da sguardi sulla sua persona, da occhi che, bella, la scrutano e le fanno pensare di poter vivere il suo corpo come una donna. 
quando arriva inaspettata la richiesta della madre, di intercedere per il padre chiedendo un prestito, qualcosa nella mente si Else si scoordina gravemente. i genitori le affidano un'enorme responsabilità, ovvero, senza mezzi termini, la salvezza del padre -dal carcere? dal suicidio dello stesso?-, e sembra chiaro a Else, a anche a me che la leggevo, che questo compito le venga affidato in virtù della sua avvenente bellezza.
i genitori le chiedono, implicitamente, di usare la sua bellezza per ottenere una cifra in denaro, sostanziosa, che possa colmare il debito del padre.
ecco che Else comincia a sentire su di sé, sul suo corpo ancora vergine ma oggetto di fantasia, il peso di una forma, di una sostanza che ancora non ha.
infatti, puntuale, il ricco mercante d'arte di 65 anni cui Else, dopo mille tentennamenti e ripensamenti, si rivolge si dirà disponibile a concedere la cifra richiesta ma a un prevedibile patto: vederla nuda, da solo, per 15 minuti.
se qualcosa aveva cominciato ad incrinarsi nella visione unitaria di sè, ora Else si spacca letteralmente, si frantuma, senza un senso che possa tenerla insieme. la salvezza del padre passa attraverso il suo corpo, la sua mercificazione. una giovane donna di 19 anni, e questo valeva allora come oggi anche se le apparenze odierne di semplificazione e accelerazione sessuale potrebbero far pensare il contrario, non è in grado di tenere insieme una visione unitaria della propria persona quando da una parte deve rispondere a una responsabilizzazione così schiacciante e dall'altra deve cedere un corpo che ancora non conosce, che ancora non sente suo, un corpo giocattolo che ancora non ha conosciuto l'attenzione dell'amore e che già deve svendersi in un gesto di prostituzione. vaneggia su di sé, la sua bellezza, le sue prime fantasie ed esperienze nell'illusione di avere consapevolezza del proprio corpo, e quindi di essere preparata a un gesto così seduttivo e spudorato, ma si vede proiettata in una dimensione conflittuale con la sua formazione, l'educazione genitoriale che l'ha sostenuta fino ad allora: è proprio dai suoi genitori che arriva il dettato di usare il suo corpo per ottenere un sostegno economico. come si conciliano due indicazioni così profondamente antitetiche, dove aggrapparsi per tenere salda la propria integrità se proprio da lì, ove riteniamo origini e trovi sostegno e protezione, riceve l'indicazione di sfaldarsi?
ed Else si sfalda, perde il controllo di sé, si presenta nuda davanti a tutti, ha una crisi isterica, sviene, apparentemente, ma è cosciente, immobilizzata e paralizzata da una mente dissestata, sente gli altri parlare di lei, scopre che il mondo è ipocrita e falsifica il marcio: Else sente di non avere la forza di rispondere a pesi gravitazionali così insostenibili.
la narrazione è incalzante, il flusso del pensiero somiglia al nostro, al mio, la mente si sposta da un oggetto all'altro, a volte illogica e insensata, a volte lasciando spazio a fantasie e pulsioni inconsce. lentamente si scorgono l'angoscia, la paura, il non senso, si evidenzia la mancanza di strumenti e risorse personali che le diano la forza per una risposta salvifica per se stessa, per un no. ma Else non è ancora persona, è ancora una ragazza aggregata a quel possibile senso di sè che solo la sua famiglia le da e non può sostenere un conflitto che la renda indipendentemente da tutto e tutti. 
un no che rifiuti la posizione imbarazzante in cui la pongono i genitori.
un no che la preservi da un'esperienza traumatica di un corpo acerbo che ancora non le risponde, che ancora non le appartiene se non tramite le sembianze di una bambola.  
è l'abisso. è il delirio. è la morte.
è lei, la signorina Else.

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