bianco e nero

come una foto. in bianco e nero. nessuna concessione al colore, alla spettacolarita', ai nuovi barbari. bianco e nero colori vividi dell'essenziale, solo l'autenticita' della forma. della sostanza. l'occhio vede e non si inganna.
"questo e' il mio segreto.
veramente semplice.
si vede bene solo con il cuore.
L'essenziale e' invisibile agli occhi."
Il piccolo principe. A.d.S-E.

lunedì 15 luglio 2013

sconcerto

Flavio Soriga.
ho cercato di salutarlo all'uscita dell'OUTOFF ma nemmeno mi ha visto.
volevo comunicargli un alleluia per l'intelligenza e l'allegria.
ma non m'ha vista. troppo preso da saluti e complimentoni.
ultima serata della Milanesiana, un dono venuto dal cielo.
prima Walter Siti, poi Nicolai Lilin (autore vendutissimo acclamatissimo dell'Educazione Siberiana)
il primo se la tira da premio Strega -fresco fresco- e riferisce i segreti -ricordo che il segreto è il tema portante della rassegna- dell'alcova genitoriale e dei suoi gesti di onanismo adolescenziale, almeno credo, come vessilli di diversità e unicità, al solito, rispetto alla volgarità dilagante globalizzata.
il secondo si sforza moltissimo: ma quanto si sforza di scrivere bene! troppi aggettivi, troppi tentativi di colpi di scena, troppi tentativi di biografia originale DOC. mi ha fatto pensare a me, ho pensato ascoltandolo: aiuto scrive come me. si sforza troppo, troppo di tutto. sottrarre, meglio sottrarre, l'essenziale e il non detto contano molto di più di tutto quel che ci si sforza di dire.
poi arriva Flavio Soriga. mai visto, mai sentito, mai niente.
poi arriva Paolo Fresu, molto sentito, molto conosciuto, molto di tutto.
cosa hanno in comune? sono sardi, si anche, uno di Berchida l'altro di Uta, sono complici, silenziosamente complici, e divertenti.
tirano fuori un'oretta scarsa di puro divertimento e godimento, tra parole e musica. uno legge le sue parodie esilaranti, l'altro improvvisa con 'sta tromba che sembra una propaggine della sua stessa carne.
ne viene fuori una delizia cabarettistica musicata jazzata sincopata che vale tutta la Milanesiana messa insieme.

Soriga, al contrario dei suoi predecessori, ai quali chiede scusa della sua umile presenza e per l'importanza dei quali si scusa con il pubblico per la sua umile presenza, è simpatico, scorrevole, veloce, immediato. una scrittura - e lettura - alla mano, senza enfasi, senza riccioli, senza eccessi. via liscio, molto ironico, anzi, diciamolo, entusiasticamente divertente.
magari alla lunga, come narratore -è autore di alcuni libri editi da Bompiani- in un romanzo non regge, magari ha idee banali e senza sostanza, magari scrive solo così e si lascia il libro a metà per noia e imbarazzo, ma per l'occasione si è dimostrato non solo all'altezza -ed è basso basso- ma decisamente superiore agli altri.
fa coppia con quel genio del suo amico, Paolo Fresu, che improvvisa con la tromba ed è un fenomeno. ma non solo per quel che sa suonare, direi soprattutto per come sa suonare.
entra, vestito (!), scarpe jeans e camicia, lungo e magro, ma dopo pochi minuti si toglie le scarpe -a vederle poi lì abbandonate sotto la sedia, direi trattasi di vecchie e logore scarpe stra-usate in tempo di cestinatura- e prosegue così per tutto il concerto, o non-concerto che dir si voglia. quel che mi impressiona sono, appunto i piedi. lunghi e magri, scavati e arcuati che, durante il lavoro delle mani sui tasti della tromba- altrettanto lunghe e magre e affusolate- si torcono e si piegano, si alzano e si inarcano, ora a punta come un ballerino, ora a martello come un ginnasta. questi movimenti mi imbarazzano. sono movimenti del corpo, che seguono o forse proprio incarnano la musica, la rendono viva e possibile, che avverto come molto intimi. mi sembra di assistere a una pratica privata, a un'espressione sessuale del corpo, al quale non dovrei, per pudore, partecipare.
mi compiaccio si della musica ma poi mi libero da questa sensazione di sconcerto (...) quando arriva la voce di Soriga ad alleggerire il tutto con il suo tono canzonatorio e sarcastico. per fortuna, mi dico, esiste gente così. così diversa da me, leggera, sottile, libera dalla zavorra del senso di colpa, almeno apparentemente per questa ora che mi stanno gioiosamente regalando.
alla fine della serata, contenta, ho scoperto che Elisabetta -Sgarbi - compiva gli anni.
un cancrino come me...sarà scorbutica e asociale come me? pare di si...


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