bianco e nero

come una foto. in bianco e nero. nessuna concessione al colore, alla spettacolarita', ai nuovi barbari. bianco e nero colori vividi dell'essenziale, solo l'autenticita' della forma. della sostanza. l'occhio vede e non si inganna.
"questo e' il mio segreto.
veramente semplice.
si vede bene solo con il cuore.
L'essenziale e' invisibile agli occhi."
Il piccolo principe. A.d.S-E.

venerdì 19 luglio 2013

Premio Mies van der Rohe 2013

una domenica mattina, in bici e in santa pace, mi sono recata alla Triennale.
ho visto un paio di mostre, deludenti, e poi di sfuggita questa esposizione che raccontava di questo premio.

Il Premio, nato per un’iniziativa congiunta della Commissione Europea e della Fundació Mies van der Rohe, riconosce l’eccellenza architettonica e valorizza l’importante contributo dei professionisti europei allo sviluppo di nuove idee e tecnologie, offrendo sia agli individui che alle istituzioni pubbliche l’opportunità di comprendere meglio il ruolo culturale svolto dall’architettura nella costruzione delle nostre città. Il Premio mira inoltre a supportare i giovani professionisti all’inizio della propria carriera. Ad ogni edizione biennale, le opere nominate, che devono essere state completate nei due anni precedenti, sono selezionate da un gruppo di esperti indipendenti, membri dell’Architects’ Council of Europe (ACE) e da altre associazioni nazionali di architetti. Per ogni edizione la Giuria seleziona due opere: a una è destinato il Premio e all’altra la Menzione Speciale; entrambi i riconoscimenti premiano le qualità concettuali, tecniche e costruttive dell’opera. La Giuria fa inoltre una selezione di progetti che verranno presentati nella mostra e nel catalogo realizzati in occasione dell’evento.  Nell’ambito del Premio 2013, sono state nominate in totale 335 opere, tra le quali la giuria, al primo incontro a Barcellona, ha selezionato le cinque finaliste, che sono elencate di seguito: 
Municipio, Gand, Belgio 
Architetti: Robbrecht en Daem architecten; Marie-José Van Hee architecten; 
Superkilen (parco urbano interculturale), Copenaghen, Danimarca
BIG Bjarke Ingels Group; Topotek1; Superflex; 
Harpa – Sala concerti e centro conferenze di Reykjavik , Reykjavik, Islanda 
Batteríid Architects; Henning Larsen Architects; Studio Olafur Eliasson; 
Casa per anziani, Alcácer do Sal, Portogallo
Aires Mateus Arquitectos; 
Metropol Parasol (spazio culturale e commerciale), Siviglia, Spagna
J. Mayer H. 
Subito dopo avere visionato queste opere, la giuria si è riunita per la seconda volta alla Triennale di Milano ed è stata scelta come opera vincitrice  Harpa, sala concerti e centro conferenze di Reykjavik progettata da Henning Larsen e Batteríið insieme all’artista plastico Olafur Eliasson. 

beh insomma, senza dilungarmi troppo, le foto di alcuni di questi posticini belli tanto premiati sono davvero singolari. io non capisco un accidenti, ma l'architettura moderna a volte mi folgora.
così, ignorante come sono, rimango attratta dalle belle forme.

Ghent, Belgium. Architects: Robbrecht en Daem architecten; Marie-José Van Hee architecten (photograph: Petra Decouttere)
City Hall, Ghent, Belgium
Superkilen
Copenhagen, Denmark, BIG Bjarke Ingels Group; Topotek1; Superflex (photograph: Superflex)
Superkilen, Copenhagen, Denmark
Harpa - Reykjavik Concert Hall and Conference Centre
Reykjavik, Iceland. Batteríid Architects; Henning Larsen Architects; Studio Olafur Eliasson (photograph: Nic Lehoux)
Harpa - Reykjavik Concert Hall & Conference Centre
House for Elderly People
Alcácer do Sal, Portugal. Aires Mateus Arquitectos (photograph: FG+SG)
House for Elderly People, Alcácer do Sal, Portugal
Metropol Parasol
Seville, Spain. J. Mayer H (photograph: David Franck)
Metropol Parasol, Seville, Spain



il vincitore del premio, la Sala concerti e centro conferenze di Reykjavik, mi piace moltissimo. è un posto blu, acquoso, leggero, luminoso, vetrato, riflettente, arioso, musicale. chissà se mi capiterà di visitarlo, di vederlo, di fotografarlo. ci sono tanti posti che so mi piacerebbero e che, nella mia vita, non vedrò mai.
Harpa Reykjavik Concert Hall and Conference Centre    harpa-reykjavik-concert-hall-and-conference-centre-1
"Harpa ha catturato il mito di una nazione che ha consapevolmente agito in favore della costruzione di un edificio ibrido culturale nel bel mezzo della Grande Recessione. L’iconico e trasparente “quasi mattone” impiegato appare come un gioco sempre diverso di luci e colori che avvia un dialogo tra la città di Reykjavik e la vita all’interno dell’edificio"

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