bianco e nero

come una foto. in bianco e nero. nessuna concessione al colore, alla spettacolarita', ai nuovi barbari. bianco e nero colori vividi dell'essenziale, solo l'autenticita' della forma. della sostanza. l'occhio vede e non si inganna.
"questo e' il mio segreto.
veramente semplice.
si vede bene solo con il cuore.
L'essenziale e' invisibile agli occhi."
Il piccolo principe. A.d.S-E.

venerdì 6 aprile 2012

Tiziano e l'invenzione del paesaggio

sono finita, domenica mattina, in un paesaggio.
quello di Milano, piazza del duomo, palazzo Reale, quindi realisticamente architettonico, e io, in rassicurante compagnia, piccola piccola alla ricerca di qualche nuova cosa da conoscere e imparare.
banale e piatto, per certi versi, ma per me pur sempre uno sfondo pacificante con la mia città e la mia natura sempre inquieta. non sono finita in un paesaggio favolistico arcadico ma quel paesaggio milanese parlava del mio stato d'animo, della riappropriazione di una sensazione di benessere.
alla mostra che ho visto, Tiziano e la nascita del paesaggio moderno, ho imparato che quello sfondo che si vede in buona parte dei capolavori dell'arte da fine 400 all'inizio del 500 non è così neutro e ininfluente come si potrebbe immaginare, ma che anche lì, in quel contesto in secondo piano, accadono evoluzioni e mutamenti che segnano le epoche e l'arte che le rappresenta.
sembra che la definizione di paesaggio sia stata individuata precisamente per la prima volta in un una lettera del 1552 scitta da Tiziano a Filippo d'Asburgo, definizione che ha sostituito per sempre la precedente informe di "paese" connotando un'ambientazione specifica e non più un semplice sfondo. il paesaggio si trasforma, perde adesione con la realtà, diventa luogo di idealizzazione, di colore, di poesia, di stato d'animo, di luce, di previsioni funeste o avvenimenti catastrofici, di invenzione con panorami inventati e vegetazioni improbabili o di precisa connotazione storica, con città e castelli geograficamente definiti.

la madonna di Tiziano emerge da uno sfondo nero, forse capace di luce propria?, i santi adoranti prendono slancio da un cielo azzurro e da una vegetazione che sembra, a me, adorante anch'essa.
in quegli anni, fra la fine del '400 e il primo '500, Jacopo Sannazzaro componeva e pubblicava l’Arcadia dove la natura, le mutazioni atmosferiche, i lavori della campagna, la pastorizia presentano un mondo di felice semplicità. un nuova percezione della natura, fatta anche di tramonti infuocati, tempeste, greggi al pascolo, accompagna le trasformazioni del paesaggio, con sentimento, con suggestione favolosa, fiabesca.

Tiziano, nascita di Adone

la luce svolge una funzione descrittiva, intensa a mezzogiorno, crepuscolare la sera.
"l'ora del tempo e la dolce stagione" come dice Dante inseguendo il mattino e la primavera.



nel paesaggio appaiono lo sconvolgimento della naura, i terremoti, gli incendi, la catastrofe, le fornaci dell'Orfeo e Euridice di Tiziano...
...o uno sfondo archittettonico urbano descrittivo con le città fortificate..

Cima da Conegliano, Madonna con il Bambino.
..oppure uno sguardo negato, senza alcuna aderenza alla realtà nè verosimiglianza.


alla fine della mostra mi sono convinta che bisognerebbe saper guardare oltre che vedere, ma se non si sa cosa, come, o dove guardare, si vede e basta. 


2 commenti:

monteamaro ha detto...

Quanti rimpianti, cresciuto a Milano, e tanti tesori d'arte mai visitati... Pazienza, chissà che non sia ancora in tempo a farlo.
Ciao cara Rossa, e buona Pasqua.

Rossa ha detto...

ma cosa dici!!!??? certo che c'è tempo. ascolta Fossati: c'è tempo Monteamaro.
buonissima anche a te, carissimo.