bianco e nero

come una foto. in bianco e nero. nessuna concessione al colore, alla spettacolarita', ai nuovi barbari. bianco e nero colori vividi dell'essenziale, solo l'autenticita' della forma. della sostanza. l'occhio vede e non si inganna.
"questo e' il mio segreto.
veramente semplice.
si vede bene solo con il cuore.
L'essenziale e' invisibile agli occhi."
Il piccolo principe. A.d.S-E.

giovedì 24 febbraio 2011

termination shock


Il signor Glicorov è uno strano personaggio.
è macedone.
si occupa di arte contemporanea.
esprime con una certa forza e determinazione visiva le proprie convinzioni.
costruisce immagini aberranti e spaventose in modo sensazionale.
vi consiglio di curiosare tra le sue opere d'arte...tipo questa


nella mostra allestita al PAC di Milano in verità non ci sono momenti shock nel senso usuale del termine, nè effetti strong.
c'è una specie di narrazione, breve ma efficace, sull'inganno.
inganno percettivo, visivo, illusione dell'immagine che poi diventa, però, stile di vita contemporaneo.
Termination shock 03 è un termine ripreso dalla terminologia astronomica per indicare una zona dell'atmosfera  ricca di scontri tra particelle, ripreso da Gligorov per sollevare domande inevase e interrogativi inaspettati sulla realtà, i rapporti tra immaginario e realtà, il potere mediatico e le rappresentazioni mentali che sostituiscono il reale.
lo shock e' un trauma, un incidente, un'interruzione, uno stato mentale, un'emozione improvvisa e violenta, una reazione organica indotta da uno stimolo esterno, confusione. ma oggi shock è anche altro: una "news", un'ultima ora, un effetto speciale. e da qui si puo' partire per un ripensamento della società mediale.
alla mostra ci sono questi allestimenti:
c'e' una piscina che si guarda in verticale, uno scherzo, una costruzione in cui le proporzioni reali vacillano, un ricordo tascabile...ogni cosa puo' essere riprodotta, anche gli anfratti della memoria?

c'e' una colomba che si libra su un pavimento nero, lucido, splendente. attenzione...e' vino. vino misto a solventi che ne riducono l'odore. se ci soffi sopra te ne accorgi, ma l'inganno visivo e' assoluto...attenzione a non camminarci sopra. un pavimento, solitamente solido che ci sostiene, di vino, che evapora ogni giorno, emblema dell'inconsistenza.
c'e' un cubo costruito con 160.000 mollette e una luce che viene dall'interno. le mollette non creano uno spazio pieno, la luce filtra e si vede da fuori, attraverso i canali creati dalle costruzioni metodiche delle mollette infilate le une sulle altre, in modo regolare. l'effetto e' di una forza mistica, aliena o cristiana o musulmana, caduta sulla terra a portare chissa' quale messaggio. ma sono solo mollette..
c'e' un intero spazio abitato da divani tappetti tavoli sedie palle piante persone pianoforti e vasi di fiori. sembrano appoggiati u un pavimento lucido, sono chiari i riflessi. invece...e' tutto doppio. avvicinandosi e' evidente che ogni oggetto e' appoggiato su un oggetto identico, rovesciato. vi assicuro che passandoci, senza saperlo, non si vede.
c'e' una coda, al piano superiore, gente che aspetta di entrare in una porta luminosa sul fondo, la coda a una mostra, a un cinema, a un evento. arrivi dalle scale e pensi...anche qui... eppure non c'era nessuno. ti metti in coda...ma...sono manichini. effetto immediato ingannevole verosimile e reversibile. la simulazione di una coda.

e' un gioco di lusso, una provocazione di carton gesso, e' l'illuminazione di una mezz'ora, ma qualche riflessione sul tempo dell'inganno, sulla sensazionalita' che sostituisce la concretezza, sull'immagine mediatica che si infiltra nelle esistenze fino a diventare reale, sulla moda della cultura che si ferma all'apparenza  e alla posa, qualche riflessione, anche in questo cervello contemporaneo e inquinato che scrive, si e' insinuata.

8 commenti:

fabrax ha detto...

tanto blu

laliebredemarzo ha detto...

Si, l'inganno. Cosa è reale e cosa non è. Quanto l'inganno, in fondo, ci piace perchè è più sensazionale della realtà. Ma è poi vero che l'inganno dia sensazioni tanto appaganti? A me pare di no. La riflessione che faccio è questa sulla piscina: a volte basta vedere le cose da una prospettiva diversa. Sulla fila delle persone mi viene in mente il pregiudizio ma non so perchè. Invece gli oggetti doppi mi fanno venire in mente quanto la nostra mente si abitui a pensare secondo quanto normalmente sperimenta, senza prendere in considerazione l'eccezione e l'inconsueto..
Bello, e belle le foto.
Ciao!

(pesa) ha detto...

buongiorno!
appena aperta la pagina ho pensato anch'io "oggi parlimo del blu!" :-)
devo ripassare perchè sto cercando una cosa da segnalarti in argomento, ma non riesco più a trovarla.
rimane il fatto che l'abitudine è ciò che fa assopire la nostra mente, in qualsiasi ambito, anche quello visivo :-)
alla prossima

enzo ha detto...

Il cervello si abitua a codificare ciò che gli occhi vedono.
Quando qualcosa non è "prevista" si crea lo shock visivo.
Inusualità equivale a pericolo o quantomeno prudenza.
Quanto sei stata in coda prima di accorgerti del cartongesso? Io ci sarei stato una giornata! :)
Ciao

Rossa ha detto...

blu arriva fabrax, prossima, o quasi,fermata.

Rossa ha detto...

forse pregiudizio come pre-visione, come se non ci fosse alternativa a quella visione, al senso di quella visione.
è stato interessante, io mi sono divertita. a presto lepre marzolina. ciao!

Rossa ha detto...

son qui che aspetto quel che hai da farmi vedere. ok ok blu pesa!!

Rossa ha detto...

ecco, la tua la chiamerei rassegnazione visiva! a prsto Paolo.