Villa Olmo, Como, bel posto.
Chagall, Kandinsky, Malevich e Filonov, bel gruppetto.
un'ora di mostra, quadri scelti, rappresentativi, buona scelta.
di Chagall sono pazza da sempre: se è arrivato nelle vicinanze (anche qualche centinaio di km) sono andata a vederlo. farei qualsiasi cosa per lui, perchè mi facesse entrare in quel mondo aereo fatto di amanti colorati sognanti che volano tenendosi per mano. amo i suoi colori, i suoi volti, le sue finestre, la sua Parigi, i suoi tetti e i suoi comignoli, gli uomini piccoli piccoli negli angoli che fanno la cacca (mai notati? i suoi quadri sono pieni..) o piccoli piccoli, disperati davanti a uno specchio grande grande.
lo vedete?
ammiro il suo mondo infantile e pieno di amore, di attenzioni, di particolari minuscoli ma grandiosi. amo il suo sguardo puro sulle cose. uno sguardo cui basta un colore per dare il volto dell'armonia.
come può essere un ebreo rosso? così. ce ne sono molti altri, verdi, violinisti..il mondo da cui si proviene merita sempre un tributo molto grande. e questo è così grande rispetto alle case alle sue spalle.
di Kandiski mi folgora la pittura figurativa: questo fiume d'autunno e il paesaggio soleggiato mi sembrano di una luminosità accecante. mi fanno desiderare di esser lì, ora, adesso, a respirare quell'inimitabile luce.
le immagini che lasciamo spazio alla sperimentazione avanguardista perdono l'ordine a favore dell'entropia ma mantengono quella padronanza assoluta del colore e della capacità di stupire. il colore è un proiettile dalla potenza psicofisica, produce risonanza emotiva e produce sensazioni di caldo, freddo, suono, note e strumenti musicali.
il signor Malevich mi fa uno strano effetto.
bellissimo quando guardo questo quadro.
uno sfondo verde senza prospettiva accoglie figurine bianche morbide tonde eleganti acquose, sembrano bolle d'aria bianca sopra uno stagno.
poi arriva il suprematismo, evoluzione estrema del cubofuturismo, e allora tutto diventa, come dire, più quadrato.
"Per suprematismo intendo la supremazia della sensibilità pura nell'arte. Dal punto di vista dei suprematisti le apparenze esteriori della natura non offrono alcun interesse; solo la sensibilità è essenziale. L'oggetto in sé non significa nulla. L'arte perviene col suprematismo all'espressione pura senza rappresentazione".
tutto diventa ideologico, la pittura perde il suo significato primigenio, diventa manifesto. la bellezza è veramente un'altra cosa.
ecco, Filonov mi inquieta, veramente. ho visto la gente entrare e uscire dalle due sale a lui dedicate con una velocità che non consente lo sguardo. piuttosto il non sguardo, la fuga. qualcuno ha detto che non gli sembrava il caso...il caso di disegnare così immagino.
la prima reazione, in effetti, è la voglia di non guardare. perchè quello che si vede è sgradevole, è catastrofico, è anche brutto, è deforme. una pittura fatta di grandi immagini costruite da un'attenzione ossessiva per i dettagli.
se guardi da vicino ci saranno centinaia di segni colorati, serrati, accorpati. un'ossessione. se guardi da lontano il dettaglio minuzioso crea il movimento dell'immagine nel suo complesso. un complesso che disturba direi. "Bisogna disegnare tenacemente e con precisione ogni atomo".
non è geometrico nè meccanico, è indipendente e critico, insofferente e contestatario. è oppositivo.
questi sarebbero dei fiori. fiori della coloritura universale.
questo un volto, la testa vivente. ne vedete le fattezze? impressionante. bello non so, agghiacciante di sicuro.
il festino del re è l'apoteosi dell'angoscia. il luogo del gaudio, il banchetto, diventa il momento della catastrofe. c'è un'amalgama di corpi volti e colori cupi che richiamano la disperazione, lo sfaldamento dell'uomo, la dimensione della disgregazione con grande potenza visionaria. che sia anoressia?
"La verità dell’arte è la verità dell’analisi.
La forza attiva dell’arte è l’azione della verità sottoposta
all’analisi e rivelatasi in una forma vivente e parlante,
una forma portata al grado massimo di persistenza e perfezione,
qualcosa di accessibile a chiunque […]
La pittura è il linguaggio universale dell’artista accessibile a tutti.
Questo linguaggio è incorporato nella coscienza dello
spettatore con una deduzione integrale che a volte
non può essere tradotta in parole.
Il fondamento della mia arte, cioè quello che osservo
studio e rivelo nei miei lavori, è lo studio dell’uomo,
dei suoi dati e delle sue caratteristiche intellettuali,
di classe e bio-dinamiche, del suo modo di vivere e pensare. "
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