bianco e nero

come una foto. in bianco e nero. nessuna concessione al colore, alla spettacolarita', ai nuovi barbari. bianco e nero colori vividi dell'essenziale, solo l'autenticita' della forma. della sostanza. l'occhio vede e non si inganna.
"questo e' il mio segreto.
veramente semplice.
si vede bene solo con il cuore.
L'essenziale e' invisibile agli occhi."
Il piccolo principe. A.d.S-E.

domenica 20 luglio 2008

incontri



qui si, il colore ci sta.
lavanda.
colore calore profumo silenzio.
scalata di colore
scie di calore
canali di profumo
la voce del silenzio.

"Ci sono cose in un silenzio
che non m'aspettavo mai,
vorrei una voce
ed improvvisamente
ti accorgi che il silenzio
ha il volto delle cose che hai perduto".
Tenco, la voce del silenzio.

http://it.youtube.com/watch?v=hpVtgJyCtkk

Percorsi.
quanti percorsi facciamo nella nostra vita?
rivedo foto dei miei genitori e mi perdo nei percorsi della mia memoria, quello che sento si impadronisce di me, mi fa sentire perduta e sola. penso al loro percorso, insieme, prima e dopo di me. un percorso finito, concluso. ma un percorso si conclude mai veramente? o il cerchio non si chiude mai?
Incontri.
quanti incontri facciamo nella nostra vita?
alcuni ci segnano per sempre e tracciano il solco dei percorsi della nostra esistenza.
ne ho fatto uno un anno fa che mi ha fatto sentire la forza del legame e dell'autentica vicinanza e ora temo di vederlo sciogliersi perdersi svuotarsi della sua sostanza. "ci sono" mi dice, ma esserci non vuol dire pensare insieme, immaginare e sognare insieme? ci sei? allora pensa con me. l'amicizia, come l'amore, ha bisogno di continuita': si alimenta e cresce di sostanza affettiva mentale emotiva vitale, si nutre di notizie di informazioni di parole di incontri di rinnovamenti. altrimenti non si sostanzia piu'. poi ci si dice "sto bene" ma non ci si e' detto niente, perche' dell'altro non si sa piu' niente e niente sa l'altro di te. si diventa come tutti, come tutti quelli che di te non sanno. non hai paura che succeda questo?
ne ho fatto uno piu'di dieci anni fa. definitivamente perduto, cosi' pensavo, si rivelava con flash mnemonici di luce, mi dava il senso concreto delle cose belle che si perdono senza saperne il motivo. un abbandono improvviso che, in me e nel mio ripensare, non ha mai trovato una spiegazione. succede. ora la vita mi riporta casualmente vicino e mi fa sognare. si mi fa sognare. incontro ancora, imprevedibilmente, e nel momento in cui mi sento abbandonata mi dice distrattamente "non credere che mi sia dimenticato di te". e io sogno. sogno di nuovo l'alleanza, sogno la presenza che quell'incontro mi ha dato, piu' di dieci anni fa. non tornera', quell'incontro, secondo me, ma lo sogno. ma sul serio. di notte, lo sogno.
incontro un nuovo amico, mi stupisco della sua semplicita' nello starmi a fianco, ne ritrovo uno antico, mi crogiolo nel suo farmi sentire bella, desiderabile.
incontro una vecchia amica, persa un anno fa, e ora casualmente ritrovata. senza rabbia senza rancore, facile e bello risentire la sua voce brillante che racconta la sua vita in una serata giapponese.
ho sulla scrivania, da giorni, il numero di un centro, porta il nome, tra i responsabili da contattare, di un amore, il mio primo grande amore. e' il mio lavoro, mi dico che devo telefonare. no, per ora non telefono. perche' non e' una questione irrisolta. e' passata, e' spenta, e' sciolta, e' superata. ma sarebbe un nuovo incontro con un qualcuno che ha gia' segnato il mio percorso. indelebilmente e ora appartiene alla mia memoria silenziosa, non chiede di essere richiamato alla realta' della mia vita quotidiana.
c'e' un incontro che ormai ha la sua età, un suo spessore. e mi ci perdo ancora confusa come se li', invece, il tracciato si insabbiasse ogni volta. e ogni volta si ricomincia da capo, ognuno, credo, con la sensazione che non possa mai finire. e' un cammino che fa crescere pensare e molto sentire.
c'e' l'Incontro, quello, quello che ha generato gli affetti indelebili della mia vita. quello che credo a volte credo, immagino e posso immaginare, a volte dubitando, ma non lo facessi sarei un'incauta, che sia l'incontro che segna la direzione del mio solco e del mio percorso.

Un'arancia sulla tavola
il tuo vestito sul tappeto
E nel mio letto tu
Dolce presente del presente
Freschezza della notte
Calore della mia vita.
Jacques Prevert

e poi. poi c'e'molto altro ancora.
gli incontri mi segnano. segnano la mia esistenza e la scavano dentro. per me un incontro e' per sempre. e' una scia un profumo un calore un colore un odore che si fissano indelebili nel percorso della mia vita, con la voce penetrante del silenzio.
e di questi tempi devo starci attenta, a incontri ed emozioni, perche' mai sono stata tanto vulnerabile.
quindi "se questo e' l'effetto sul tuo morale ti consiglio di mollare la psicoterapia". ma l'effetto sul morale, l'effetto del bene-stare, del bene-essere non sono di pertinenza degli incontri, dell'amore e dell'amicizia? io penso di si.
quello della psicoterapia e' un percorso di conoscenza interiore, e' la ricerca della propria domanda, e' uno sguardo nello specchio della propria memoria. e' sedersi a tavola con se stessi e rivedere un album di foto, e' ritrovare il valore del proprio DESIDERIO.


Amore dopo amore

Tempo verrà
in cui, con esultanza,
saluterai te stesso arrivato
alla tua porta, nel tuo proprio specchio,
e ognuno sorriderà al benvenuto dell'altro,

e dirà: Siedi qui.Mangia.
Amerai di nuovo lo straniero che era il tuo Io.
Offri vino. Offri pane. Rendi il cuore
a se stesso, allo straniero che ti ha amato

per tutta la tua vita, che hai ignorato
per un altro e che ti sa a memoria.
Dallo scaffale tira giù le lettere d'amore,

le fotografie, le note disperate,
sbuccia via dallo specchio la tua immagine.
Siediti. E' festa: la tua vita è in tavola.

Derek Walcott
("Mappa del nuovo mondo" Adelphi 1992)
premio Nobel per la letteratura nel 1992

e' un posto speciale, questo luogo senza spazio e senza tempo che e' l'analisi. un luogo dove ogni parola ha il suo valore, ma, al tempo stesso, lo perde, dove ogni esperienza fatta oggi, in questo minuto, si sovrappone a quella fatta dieci venti mille anni fa, anche prima che nascessi, riprende vita, si rivive in quell'istante. una dimensione dove si prova dolore e poi sollievo, dove la mia pelle assume colori e temperature diverse, dove si disegna del mio umore, della mia tristezza e della mia speranza. è un luogo dove tutto sta sullo stesso piano, senza giudizio, sogni e domande.
è un posto che fa un po' paura a pensarci.
perche' c'è liberta'. c'è solitudine, c'e' ricerca, c'è tempo. c'e' il proprio tempo.
e' li che rinascono e rivedo i miei incontri, ritrovo l'origine del mio linguaggio affettivo -che si illude che l'intensità sia un bene desiderabile per tutti-, interrogo la mia memoria, interpreto il mio personalissimo percorso.

1 commento:

corte sconta ha detto...

profondo,quasi inquietante,ma terribilmente..bello.