bianco e nero

come una foto. in bianco e nero. nessuna concessione al colore, alla spettacolarita', ai nuovi barbari. bianco e nero colori vividi dell'essenziale, solo l'autenticita' della forma. della sostanza. l'occhio vede e non si inganna.
"questo e' il mio segreto.
veramente semplice.
si vede bene solo con il cuore.
L'essenziale e' invisibile agli occhi."
Il piccolo principe. A.d.S-E.

domenica 6 luglio 2008

Chi ha visto la Fura dels Baus?

o chi non li ha visti? a milano,in questi giorni.
Gruppo teatrale di catalani senza regole, teatro di spazi aperti, teatro aperto, teatro dentro. L'estetica dei corpi in scena.
Imperium. Il potere delle donne.
chi ha fatto lo spettacolo? le donne della Fura direte voi.
o il pubblico che guarda il potere delle donne della Fura dels Baus?
non lo so, sono indecisa. seguitemi...
lo spettacolo: corpi e scena in movimento, corpi nudi vestiti travestiti trasfigurati mascherati, donne, fisici forti di donne muscolose, voci, voci alte, urla, sudore, maschere, schermi, elementi di scena trasportati da macchinisti (uomini), violenza, corpi trasformati in larve da cellophane, donne fatte schiave, schiave robotizzate con arti inferiori artificiali, corpi martoriati, esposti, frustati, maltrattati, cibati di paura e poi vomitati. donne schiave che si spogliano e si rivestono e si trasfigurano di liquido d'argento, di nuovo si robotizzano, corrono impazzite tra la folla e spostano, toccano, spingono, impauriscono. impossibile non sporcarsi. ci sono anche acqua e farro e scoppi e petardi e musica che ti risuona un po' dentro.
siamo in guerra.
botte violenza torture. bastoni. DI CARTONE. di cartone? quando mai la Fura fa uso di cartone. e lì cominciano i miei dubbi, le mie domande.
In breve due donne detengono il potere. e hanno schiave da martirizzare. e cosi' fanno per tutto lo spettacolo. esercitano il potere, così come farebbero gli uomini. come uomini, sono uomini: donne virago. peggio degli uomini, perche' dalle donne non ti aspetti il peggio degli uomini, ovvero la guerra.
la scena si sposta con il movimento dei corpi e il cambiamento della scena. le schiave si ribellano, uccidono il potere, lo annientano. ma si ricomincia, è una legge: lottano tra loro, dopo tanta sofferenza fisica e mentale, per ottenere, riguadagnare, esercitare lo stesso identico malato e perverso potere. imperium, il potere delle donne.
nessuno vince. muoiono tutte, non c'e' supremazia, il potere non appartiene a nessuna di loro, il potere non e' donna. ed ecco che si aprono botole, escono uomini, mascherati, prendono i bastoni di cartone ritornano nelle botole. non è per questo che erano di cartone? le donne, quelle donne travestite da uomini giocavano e essere uomini, stavano giocando, imitavano senza successo il gioco della guerra, che e', rimane, sempre sara', un intrattenimento per maschi.
donne, avete finito di massacrarvi, veniamo a prendervi, portiamo via i giocattoli e vi riportiamo a casa.
donne non confondetevi, la guerra non e' un gioco da imitare, lasciamolo a chi, da sempre, lo sa fare meglio di noi. mai viste donne tanto brutte trasfigurate dalla violenza...
la simbologia e' semplice, quasi elementare. alla fine mi viene da pensare che lo spettacolo non sia questo. lo spettacolo e' il pubblico, lo fa il pubblico. e' il pubblico che ci crede, gli attori lo sanno che e' un gioco e che, alla fine, verra' smascherato. e' il pubblico che si muove, va avanti e indietro, si sposta per evitare gli elementi di scena, scivola, cade, suda, si porta in avanti e poi di nuovo indietro. il pubblico ha paura, qualcuno si esalta, alza le braccia, salta, fa gesti da guerriglia, si eccita. donne, molte donne, semi nude, che giocano alla guerra: non è eccitante, coinvolgente? e la guerra non è un gioco attraente? e la fura ci fa giocare, noi del pubblico. pubblico che si ferma, guarda incredulo i travestimenti, gli arti finti, la fatica, la violenza, guarda attonito, poi di nuovo scappa e si sposta. si porta vanti, quasi corre, per vedere in prima fila, poi di nuovo indietreggia. la guerra, il fremito, lo spostamento rapido, l'odore del sudore, gli aliti, sono giu', tra la gente. e' il pubblico che gioca alla guerra, applaude, ma a cosa? non agli attori. no. agli eventi della guerra, sembrava avessero vinto, ma poi hanno perso. tutto finisce in un attimo. gli uomini entrano, portano via le armi, se ne vanno. le luci si alzano, le attrici sono scomparse, così come erano apparse, nel nulla. la gente non capisce. e' finito? non si gioca piu'. chi ha vinto? noi?

http://www.lafura.com

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