bianco e nero

come una foto. in bianco e nero. nessuna concessione al colore, alla spettacolarita', ai nuovi barbari. bianco e nero colori vividi dell'essenziale, solo l'autenticita' della forma. della sostanza. l'occhio vede e non si inganna.
"questo e' il mio segreto.
veramente semplice.
si vede bene solo con il cuore.
L'essenziale e' invisibile agli occhi."
Il piccolo principe. A.d.S-E.

giovedì 11 luglio 2019

Black Leather, due pugni guantati di nero

onore al merito.
lo spettacolo narrazione di Federico è davvero potente, pulito, rigoroso, ricco, dettagliato e di grande impatto emotivo.
una narrazione stupefacente, con momenti di grandi intesità.
la forza di Federico è che parte da lontano, si aggira e ricostruisce e solo dopo avere creato la cornice e approfondito i dettagli si inoltra nel vivo dell'episodio.
è una narrazione efficace, forte, coinvolgente.
era ieri sera a Lodi, nel corso della Milanesiana d'esportazione nel bell'auditorium Tiziano Zalli progettato da Renzo Piano.
pieno di ragazzi, i suoi fan.
quel che mi piace è che parte dallo sport e ci racconta che nello sport accade la vita.
così i ragazzi hanno un bell'aggancio, un punto di vista per loro interessante ma, alla fine, quel che portano a casa è una bella e commovente storia sui diritti umani.
Federico ama gli afroamericani, parla di loro più che di chiunque altro e dopo Owens Berlino 1936 e Muhammad Ali Kinshasa 1974, eccoci a parlare del podio di Tommie Smith, olimpiadi 1968 Città del Messico, medaglia d'oro nei 200 metri, e John Carlos, bronzo nella stessa specialità, che si trasformò in momento epocale, in una straordinaria immensa gestualità di protesta sullo slancio degli atti di Malcom X e dei Black Panthers e che si portò dietro la loro rovina oltre che un punto fermo nella storia dei neri d'America.
gli aspetti della storia e i risvolti personali furono molteplici e parlano della storia dell'uomo, di diritti calpestati allora esattamente come lo sono oggi, come se nulla fosse cambiato, come se migliaia di morti e vite sacrificate non avessero avuto la propulsione necessaria a modificare la meschinità dell'uomo bianco. 
nel 2005 l’università di San José ha dedicato a Tommie Smith e John Carlos, che non hanno mai più gareggiato e sono stati minacciati e hanno vissuto all'inferno, un monumento, posto nel campus. sul podio ci sono loro due, manca il terzo, l'australiano Peter Normann anch'egli destinato alla rovina per il suo tacito assenso a quel gesto di insubordinazione. 
sul fianco dell’opera è riportata la frase 

Take a Stand

che potrebbe essere mettiti in posa per la foto,
oppure, soprattutto:

Prendi Posizione

questo ci dice Federico, prendi posizione e questo ascoltano i suoi ragazzi a Lodi ad ascoltarlo.
cosa possiamo volere di più?

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