bianco e nero

come una foto. in bianco e nero. nessuna concessione al colore, alla spettacolarita', ai nuovi barbari. bianco e nero colori vividi dell'essenziale, solo l'autenticita' della forma. della sostanza. l'occhio vede e non si inganna.
"questo e' il mio segreto.
veramente semplice.
si vede bene solo con il cuore.
L'essenziale e' invisibile agli occhi."
Il piccolo principe. A.d.S-E.

lunedì 3 giugno 2019

piccole storie di vita - ignoranza

siamo nello spogliatio della palestra.
arriva un personaggio improbabile, vestita come alice nel paese delle meraviglie, ma in nero.
sgambetta e parla molto, forte accento sardo.
parla con un'amica, esprimono commenti su questo caldo africano.
a me sembra eccessivo, ci sono 26 gradi, ventilato, piacevole, certo siamo passati dall'autunno all'estate, ma per intere generazioni, indenni, siamo passati da queste temperature senza tante storie,  e penso che la gente è viziata e lamentosa, su tutto, e tutto deve avere una soluzione, anche se un problema non è.
l'amica prima dice che freddo dopo la doccia ,?, poi dice che insomma fa un caldo intollerabile.
penso alla tiroide, poi agli ormoni glucocorticoidi, poi all'ipotalamo e all'ipofisi, insomma si trattetrà di un problema di termoregolazione.
poi la sarda vestita da heidi dice, furbissima, che lei questo caldo apocalittico non la frega.
"io accendo il condizionatore, anche adesso, è acceso in casa, ma con la finestra aperta perchè è troppo, a me CHE ME NE FREGA".
eccoci.
ecco abbiamo toccato il punto.
dolente e davvero apocalittico.
sento la mia turbina che parte e potrei intavolare una discussione, anche accesa, gli argomenti li ho.
eviterei quelli sulla necessità di fare politica, ogni giorno della nostra vita, fare scelte politiche sempre, come sosteneva (vabbè poi si è un po' persa) Ulriche Meinhoff. non le direi che si vota ogni giorno per la nostra libertà, che ogni giorno esercitiamo, possiamo e dobbiamo, il nostro diritto di voto, per noi e per il nostro pianeta, per gli abitanti dell'Antropocene, anche, o forse soprattutto, sull'utilizzo del condizionatore d'aria.
no, sarei più semplice.
serei tipo olli e bengi.
penso alla casa in cui fino a sera, oggi e domani, e dopodomani, chissà forse fino a ottobre, magari anche quando sarà in vacanza al polo artico, in cui un condizionatore va a manetta in una casa disabitata, e con la finestra aperta, perchè il brutto anatroccolo non ha gli strumenti mentali per agire contro un caldo desertico che si sviluppa nella sua fantasia, nella sua immaginazione post atomica.
mi freno, e so quanto male mi fa, e non aggiungo nulla a quanto ho sentito, mi limito a un:
chissà cosa ne direbbe Greta.
ma, oibò, temo che la battuta sia caduta nel vuoto, mi guardano prima smarrite e poi contrariate.
ma è scema questa?

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