bianco e nero

come una foto. in bianco e nero. nessuna concessione al colore, alla spettacolarita', ai nuovi barbari. bianco e nero colori vividi dell'essenziale, solo l'autenticita' della forma. della sostanza. l'occhio vede e non si inganna.
"questo e' il mio segreto.
veramente semplice.
si vede bene solo con il cuore.
L'essenziale e' invisibile agli occhi."
Il piccolo principe. A.d.S-E.

domenica 3 giugno 2018

ora lo stato siamo noi

facciamo che questa dichiarazione, tra l'allarmante e l'esilarante, rende bene l'dea di chi ora ci governa.
facciamo che è per sola ignoranza. 
facciamo che è per la totale mancanza di consapevolezza del ruolo e del valore delle parole.
all'ignorante Di Maio faccio notare che nè lui, nè la sua cricca stellata di destra, ora è lo stato.
lui è al governo di questo stato, se mai ce la farà.
ma no, non ce la fa.
forse qualcuno gli deve spiegare cos'è un golpe, qui ancora non ci siamo arrivati ma gli attacchi alle cariche istituzionali hanno già preso piede, avendo cura di dargli anche delle coordinate geografiche, non vorrei che facesse confusione tra Cile, Venezuela e Argentina. 
diciamo che la sua fregola governativa, quell'eccitazione pulsionale adolescenziale che anima lui e tutto il suo gruppetto, gli fa dire cose di una maleducazione istituzionale incurabile.
una maleducazione ingovernabile.
la stessa maleducazione era già stata ampiamente espressa dalla sua collega al comune di Roma, non si contano le male parole e gli atti di ineducazione della Raggi.
una maleducazione istituzionale che gli fa gridare all'impeachment del presidente della repubblica, che lo grazia con la sua paterna benevolenza, e tanto meno gli fa porgere le sue istituzionali scuse.
siamo nel pantano. al governo c'è anche la Lezzi, una che non sa bene orientarsi nello spazio e nel tempo cognitivo, era lei, o sbaglio?, che sostenva il legame tra pil e caldo estivo, e per un pelo ci siamo evitati la Castelli, un'altra maga di improvvisazioni esilaranti sull'euro e altri fatterelli di abuso della professione.
ma gli aspetti più sconcertanti ce li propina il Dibba, altro fenomeno di insolenza e regressione puberale, che non ci risparmia le sue uscite, nemmeno ora che finalmente ha preso il largo con la famigliola. le sue esternazioni sono un coacervo di inconscie recriminazioni verso il padre, fascista incontenibile e probabile padre padrone, che puntualmente gli risponde o lo anticipa. forse questi due personaggi da tragedia greca non si sono accorti che l'Italia non è l'equivalente della loro cucina di casa, le loro insolenze familiari dovrebbero vedersele a casa propria. ogni volta che il Dibba parla (e già il soprannome mi fa venire in mente una saga di paese) urla la sua rabbia giovanilista verso il padre padrone, che sia il Berlusca o Mattarella, tutte recriminazioni di sapore "teen": come per ogni buon adolescente che si rispetti, il padre, padrone, reale o simbolico, va abbattuto. e non solo, ora ci propone, o propina, anche le sue cure paterne verso il neo-nato, altro elemento interessante di neopaternità alternativa, altro azzardo comunicativo di cui dobbiamo farci spettatori, un patetico tentativo di riscatto dalla dittatura genitoriale...ma a noi?...
il Di Maio più si sforza di incravattarsi, andrà a letto così probabilmente, è più esprime questo suo inguaribile senso di inadeguatezza. l'impreparazione culturale, perfino verbale, lo spinge ad agghindarsi da impiegato modello. e più si sforza e più sbraca, più stringe la cravatta e più si sporca la voce di balbettamenti impropri. povero, ha dovuto anche dirci che lui è una brava persona. 
inconsci a cielo aperto.
solo che a noi, lo stato italiano, non ce ne può fregare di meno. 
e non ci può spaventare di più.
il governo non è il luogo di espressione delle nevrosi personali dell'esercito grillino.
possiedo molti nominativi, curarsi è un dovere verso gli italiani. 



2 commenti:

marco eugenio ha detto...

Eh, si, cara Rossa.
Mala tempora currunt
Un caro saluto
Marco

corte sconta ha detto...

Mah......ce ne sarebbero di cose da dire cara Rouge..preferisco guardare il cielo..