bianco e nero

come una foto. in bianco e nero. nessuna concessione al colore, alla spettacolarita', ai nuovi barbari. bianco e nero colori vividi dell'essenziale, solo l'autenticita' della forma. della sostanza. l'occhio vede e non si inganna.
"questo e' il mio segreto.
veramente semplice.
si vede bene solo con il cuore.
L'essenziale e' invisibile agli occhi."
Il piccolo principe. A.d.S-E.

giovedì 23 marzo 2017

E l'infinita vanità del tutto

io, il mio verso, l'ho inviato a La lettura.
Silvia Plath, Ariel.
Stasi nel buio. Poi 
l'insostanziale azzurro 
versarsi di vette e distanze.
che brividi, bellezza e follia.
però non lo trovo pubbicato nella pagina del corriere dedicata sul web.
Percorsi di Versi, due giorni di poesia.
l'ho inseguita a Palazzo Reale, poi alla cineteca Oberdan dove ho ascoltato Milo de Angelis e ho visto un bel documentario a lui dedicato Sulla punta di una matita, di Viviana Nicodemo.
Milo è sfatto, trasandato e obeso, uno spettacolo desolante in un uomo che ha così tanto da dire.
sei offeso da una voce monocorde e tu 
perdi il gomitolo dei giorni e spezzi 
la tua sola clessidra e ristagni e vorrei 
aiutarti come sempre ma non posso 
fare altro che una fuga partigiana da questo cerchio 
e guardare il buio che ti oscilla tra le tempie e ti castiga, 
figlio mio. 
l'ho poi rivisto il giorno dopo, il 21, al teatro Franco Parenti in una bellissima serata dedicata a poeti e versi con diversi personaggi che ne hanno presentato le meraviglie. presenta Roberta Scorranese.
anche la poesia è una meraviglia del creato.
Paolo Cognetti ha presentato Antonia Pozzi.
Io sognai nella neve di un’immensa 
città di fiori 
sepolta – 
io fui sui monti 
come un irto fiore – 
e guardavo le rocce, 
gli alti scogli 
per i mari del vento – 
e cantavo fra me di una remota 
estate, che coi suoi amari 
rododendri 
m’avvampava nel sangue –
Cecilia Chailly (pantaloni di pelle, piuttosto autocentrata) ha letto una sua poesia (vabbè) e una di John Donne, Congedo.
Siano pur due, lo sono come i rigidi 
gemelli del compasso sono due: 
la tua anima il piede fisso che all'apparenza 
immoto muove al moto del compagno. 
E, se pure dimori nel suo centro, 
quando l'altro si spinge lontano, 
piega e lo segue intento, 
tornando eretto quando torna al centro. 
Così tu sei per me che debbo, simile 
all'altro piede, obliquamente correre: 
con la tua fermezza chiude giustamente il mio cerchio 
e al mio principio mi riporta sempre.
Milo De Angelis legge le sue traduzioni di Lucrezio, De Rerum Natura.
Non è mai intero il piacere, mai.
poi è subentrata una furia del vento, Gio Evan, una tempesta di capelli che inventa il mondo attorno a sè e ha letto, in allegria, una sua poesia, sugli occhi di lei, e così sia.
arriva Branduardi che mi ha fulminata con una poesia di Franco Fortini, Lettera. una potenza corrosiva.
termina Alessandro D'Avenia, che ha pensato di essere a scuola e ci ha inchiodati tutti con una lezione/lettura velocissima e impossibile da registrare alla memoria umana, su Leopardi. capisco, faticosamente, che ha messo a confronto passi dell'Infinito con A te stesso con passaggi non intelleggibili dalla normale velocità della mente umana, ha stravolto, come molti ormai fanno, la banale visione pessimistica del nostro immenso poeta a favore di una sua vita votata alla bellezza.
Or poserai per sempre,
Stanco mio cor. Perì l'inganno estremo,
Ch'eterno io mi credei. Perì. Ben sento,
In noi di cari inganni,
Non che la speme, il desiderio è spento.
Posa per sempre. Assai
Palpitasti. Non val cosa nessuna
I moti tuoi, nè di sospiri è degna
La terra. Amaro e noia
La vita, altro mai nulla; e fango è il mondo.
T'acqueta omai. Dispera
L'ultima volta. Al gener nostro il fato
Non donò che il morire. Omai disprezza
Te, la natura, il brutto
Poter che, ascoso, a comun danno impera,
E l'infinita vanità del tutto.  
l'ha definito il primo infarto in poesia.
qui domina il dolore, la bellezza ce la vediamo solo noi che lo leggiamo, uomini del XXI secolo, ma quelli che, assetati di bellezza ovunque, cercano di dimenticare, a volte, che fango è il mondo.

4 commenti:

corte sconta ha detto...

encomiabile Rouge...

corte sconta ha detto...

"Desiderio di cose leggere
col cuore che pesa
come pietra
dentro una barca"
Antonia Pozzi

non lo senti mai questo desiderio?

Rossa ha detto...

Buongiorno corte sconta, grazie, mi scrivi sempre, mi fa tanto piacere.
desiderio di cose leggere? non so, io non disdegno la pesantezza del vivere, è una complessità che mi appartiene, anche nel mio lavoro, affronto la mancanza di leggerezza. in compenso avverto spesso quella pietra ma non la so scaricare alleggerendomi, la mia testa non funziona così, piuttosto elaboro altri sistemi, ma mi viene rimproverato spesso. insomma, sono una zavorra!

corte sconta ha detto...

sono io a volere e doverti ringraziare..magari tutte le zavorre fossero così vitali!