bianco e nero

come una foto. in bianco e nero. nessuna concessione al colore, alla spettacolarita', ai nuovi barbari. bianco e nero colori vividi dell'essenziale, solo l'autenticita' della forma. della sostanza. l'occhio vede e non si inganna.
"questo e' il mio segreto.
veramente semplice.
si vede bene solo con il cuore.
L'essenziale e' invisibile agli occhi."
Il piccolo principe. A.d.S-E.

giovedì 5 novembre 2015

monumento continuo

è un'idea visionaria che mi sta molto simpatica, augurandomi, al tempo stesso, che non si realizzi mai.
ma è la sua irrealizzabilità che rende attraente questa bizzarra invenzione, è il puro atto speculativo che mi affascina, il tempo della vita dedicato a un'idea che non prevede la sua concretizzazione.
la mostra è abitata da architetti, li riconoscerei tra la folla, sono lì, si aggirano oppure guardano i video seduti per terra, lasciano giacche e borse (ah le borse degli architetti!!) per terra, nel centro della sala appropriandosi dello spazio, e li trovo tutti singolari, non nelle scelte estetiche (sono come prodotti in serie) ma nello sviluppo delle idee.
l'architettura è materia davvero interessante, è un discorso sull'uomo e sulla terra, sul tempo e sulla storia. qui, al PAC di Milano, con Superstudio e la Supersuperficie, siamo nella pura immaginazione, nella premonizione, nella metaforizzazione supreme, supremi luoghi del pensiero umano. la progettazione architettonica -con il suo personalissimo linguaggio- diviene luogo di progetti politici, di rivoluzioni globali, strumento di sapere e conoscenza.
l'idea del Monumento Continuo viene concepita dal gruppo Superstudio, che è il maggiore gruppo radicale fondato nel 1966 da Adolfo Natalini e Cristiano Toraldo di Francia, ai quali in seguito si aggiungeranno Roberto Magris, Piero Frassinelli, Alessandro Magris e Alessandro Poli. la nascita ufficiale del gruppo avviene con la mostra "Superarchitettura", organizzata da Natalini nel 1966 alla galleria Jolly di Pistoia. per Natalini -che intende la Superarchitettura come "l'architettura della superproduzione, del superconsumo, della superinduzione al consumo, del supermarket, del superman, della benzina super"-, la scelta del nome 'Superstudio' è la logica conseguenza.
il monumento continuo è un'idea di architettura globale, anzi, di architettura radicale, secondo cui il mondo potrebbe trovare continuità, unità, uniformità, in una materia solida, riflettente, che lo ricopra, tutto, piazze celebri e canyon delle terra, scogliere e cucine abitabili.







La storia del Superstudio è lunga vent'anni. Era il 1966 quando nel dibattito internazionale intorno alla crisi della modernità il contributo italiano di quella che Germano Celant avrebbe definito “Architettura Radicale” – celebrata con la mostra “Italy the New Domestic Landscape” al MOMA di New York nel 1972 - si avviava ad assumere un significato centrale. La ricerca del gruppo si inserisce con forza nel contesto culturale delle neoavanguardie italiane della fine degli anni ‘60, proponendo i propri strumenti operativi alle diverse scale di progetto: dalla revisione critica delle grandi utopie megastrutturali, all'applicazione al design di processi di derivazione Pop. Nel '69 Superstudio partecipa alla Biennale Trigon di Graz con un progetto intitolato Monumento Continuo, elaborando un discorso spinto al limite sulle possibilità dell’architettura come mezzo critico. L'evento segna l'affermazione del gruppo, sostenuto criticamente da Koolhaas, Isozaki, Jencks e, nella sua visione di scala planetaria, scatena l'immaginario. È la rappresentazione per parti di una gigantesca struttura liscia e riflettente, forse vetrata, che attraversa in maniera indifferente paesaggi naturali e urbani, in grado di rivelare, oltre al metodo di lavoro utilizzato da Superstudio e al suo messaggio possibile, la forza misteriosa del progetto: la lettura di un processo politico e sociale in atto, la sua applicazione simbolica e l'osservazione degli esiti. Diffuso dalle riviste Domus e Casabella, dalle principali istituzioni culturali internazionali e sostenuto dall'industria del design, il lavoro del gruppo prosegue fino alla fine degli anni ‘70, ma la sua traccia nella cultura architettonica travalica il confine del XX secolo, giungendo a condizionare l'immaginario presente. 

PAC Milano, mostra “SUPER SUPERSTUDIO. ARTE E ARCHITETTURA RADICALE”, fino al 6 gennaio 2016.

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