bianco e nero

come una foto. in bianco e nero. nessuna concessione al colore, alla spettacolarita', ai nuovi barbari. bianco e nero colori vividi dell'essenziale, solo l'autenticita' della forma. della sostanza. l'occhio vede e non si inganna.
"questo e' il mio segreto.
veramente semplice.
si vede bene solo con il cuore.
L'essenziale e' invisibile agli occhi."
Il piccolo principe. A.d.S-E.

mercoledì 24 dicembre 2014

Madonna Esterhazy

Raffaello Madonna col Bambino e San Giovannino, Madonna Esterhazy.

è piccola.
un piccolo quadro incompiuto, i volti mai portati a termine.

forse, siccome è piccola, hanno pensato di accostarle altri due quadri:
la Vergine del Borghetto, attribuita a Francesco Melzi, copia antica della Vergine delle rocce di Leonardo concessa dall’istituto delle Suore Orsoline, e la Madonna della rosa di Giovanni Antonio Boltraffio, prestito del Museo Poldi Pezzoli. 

 Attribuito a Francesco Melzi Madonna col Bambino, San Giovannino e un angelo (la Vergine delle Rocce del Borghetto) 1510 - 1520 Tempera e olio su tela, 198 x 122 cm Milano, Congregazione Orsoline di San Carlo
 Giovanni Antonio Boltraffio Madonna con il Bambino 1495 ca. Tempera su tavola, 45 x 36 cm Milano, Museo Poldi Pezzoli

hanno temuto che non fosse sufficiente? dicono che li hanno accostasti al quadro di Raffaello per affinità di pose e personaggi. deve essere così.

a me Raffaello basta, e avanza. e viene dall'Ungheria, dal Museo delle Belle Arti di Budapest, un bel viaggio per farci contenti.

la signorina che ci accompagna (la visita a Palazzo Marino del quadro di Natale scelto ogni anno per la città è sempre rigorosamente accompagnata)  parla come un robot, indicazioni storiche ma poco pittoriche. Raffaello e i rapporti con il papato di Giulio II, Raffaello rispetto a Michelangelo e Leonardo, Raffaello  e la vita a Urbino e Firenze e poi a Roma, cambiamento epocale per l'artista e per la storia dell'arte, Raffaello e la sua Madonna trasportata e completata a Roma e mai finita, la Madonna scomparsa per due secoli poi donata da Papa Clemente XI a Cristina di Brunswick all'inizio del '700, Raffaello e la sua Madonna alla fine di proprietà della Collezione privata Esterhazy.

si va bene, ho capito, ma a me interessa il quadro e il suo movimento.
Raffaello, Madonna col Bambino e San GiovanninoFrancesco Melzi, Madonna col Bambino, San Giovannino e un angeloG. A. Boltraffio, Madonna con il BambinoRaffaello Madonna col Bambino e San Giovannino (Madonna Esterházy) circa 1508 tempera e olio su tavola, 28,5 x 21,5 cm Budapest, Museo di Belle Arti (Szépművészeti Múzeum)

quella Madonna è una madre. più una madre che una Madonna. si torce un po', deve fare uno sforzo trattenere il suo bambino, vivace e irrequieto, che vuole il gioco di San Giovannino che se la gode tranquillo nel suo angolo. sembra fermo, il quadro, le figure in un triangolo, ma si muove. tutto qui, a me sembra abbastanza per dire che è un bel vedere perché la madre è bellissima e tenera e i suoi piccoli protetti sono vivi, oltre la tela. dietro c'è Roma, con i Fori Imperiali, e la morbidezza delle forme della Madonna e dei suoi piccoli si protrae oltre i corpi, nel paesaggio. i personaggi sono tutti in relazione tra loro e ognuno per sé, si parlano e vivono di vita propria, in un'armonia complessa ma espressione di cose semplici.
è la stessa impressione che ho avuto l'anno scorso, sempre nella Sala Alessi di Palazzo Marino, guardando, sempre di Raffaello, la Madonna di Foligno (http://nuovateoria.blogspot.it/2014/01/adesso-potrei-anche-farla-lunga-e.html ). c'erano angeli come nuvole, c'era una madre con un bambino così mosso, così vivace, così familiare a tutte noi, senza fierezza, senza enfasi. 
in un commento del Corriere della Sera di Carlo Bertelli leggo: Non si trattava di semplici scene di vita quotidiana, bensì di cogliere un momento presago nella vita della Madre e del Figlio. Un gesto, un velo di malinconia dovevano avvertire della consapevolezza di entrambi. L'elaborazione della Madonna Esterházy era stata complessa. Un disegno conservato agli Uffizi dimostra che Raffaello aveva già perfezionato la composizione, tranne il paesaggio, che nella tavola evoca monumenti medievali e rovine di Roma, tanto che alcuni pensano che il giovane maestro avesse portato la tavola con sé per finirla. Nel disegno, il piccolo san Giovannino sembra quasi ritroso di fronte alla vivacità di Gesù, ma nel dipinto, tutto si chiarisce. Gesù indica il cartiglio che attrae l?attenzione di san Giovannino. Sappiamo che cosa vi è scritto: «Ecce Agnus Dei». Così il gioco innocente dei due bambini ci rivela la tragedia imminente. Ne è consapevole Maria, che trattiene Gesù come se questi volesse precipitarsi verso il sacrificio.

un quadro errante, di piccole dimensioni e quindi trasportabile dallo stesso Raffaello in viaggio da Firenze a Roma, poi però me lo hanno portato qui, a casa mia.

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