bianco e nero

come una foto. in bianco e nero. nessuna concessione al colore, alla spettacolarita', ai nuovi barbari. bianco e nero colori vividi dell'essenziale, solo l'autenticita' della forma. della sostanza. l'occhio vede e non si inganna.
"questo e' il mio segreto.
veramente semplice.
si vede bene solo con il cuore.
L'essenziale e' invisibile agli occhi."
Il piccolo principe. A.d.S-E.

lunedì 22 settembre 2014

Firenze e la battaglia di Anghiari

Firenze.
agosto.
giornate luminose, sole splendente.
bella città, elegante, godibile, viva, ricchissima d'arte, facile da girare.
due belle giornate in un'estate sfortunata.











questo cos'è?

una copia della Battaglia di Anghiari, un affresco, con tecnica nuova e ardita, che Leonardo da Vinci avrebbe dovuto dipingere, in grandi e ambiziose dimensioni, nell'enorme salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio in competizione e sfida con Michelangelo, che avrebbe dovuto compiere un'impresa simile, un affresco gemello, sulla parete antistante. a causa dell'inadeguatezza della tecnica il dipinto venne lasciato incompiuto e, circa sessant'anni dopo, la decorazione del salone venne rifatta da Giorgio Vasari, non si sa se distruggendo i frammenti leonardiani o nascondendoli sotto un nuovo intonaco o una nuova parete: i saggi finora condotti non hanno sciolto il mistero.
una storia fantastica, con molti e diversi risvolti misteriosi, anche perché le copie del dipinto fanno pensare a un'opera straordinaria, per potenza ed espressività.



Anonimo Gaddiano (Cod. Magliab. XVII, 17, Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze): Lionardo da Vinci fu nel tempo di Michele Agnolo: et di Plinio cavò quello stucco con il quale coloriva, ma non l'intese bene: et la prima volta lo provò in uno quadro nella Sala del Papa che in tal luogo lavorava, et davanti a esso, che l'haveva appoggiato al muro, accese un gran fuoco, dove per il gran calore di detti carboni rasciughò et secchò detta materia: et di poi la volse mettere in opera nella Sala, dove giù basso il fuoco agiunse et seccholla: ma lassù alto, per la distantia grande non vi aggiunse il calore et colò. 

3 commenti:

Ravecca Massimo ha detto...

Tra un misto di giochi di specchi e scatole cinesi la Battaglia di Anghiari è li che aspetta di risuscitare. Gesù di Nazaret, Leonardo da Vinci e Michelangelo Buonarroti avendo avuto un intelligenza simile, basata su processi ricorsivi, giochi di specchi, procedimenti inclusivi; hanno avuto un volto somigliante verso il termine della loro vita pur avvenuta in età e condizioni diverse. L’autoritratto di Leonardo assomiglia al ritratto di Michelangelo eseguito da Daniele da Volterra, e l’autoritratto di Leonardo assomiglia al volto sindonico (negativo). Il telo sindonico come un'opera rinascimentale, (l'immagine della ferita al costato della Sindone ricorda l'urlo del guerriero centrale della Battaglia di Anghiari di Leonardo; e ne sancisce la presenza nascosta nel Palazzo Vecchio a Firenze, dietro il dipinto del Vasari, il quale ricopri con un suo affresco anche la Trinità di Masaccio, riscoperta secoli dopo) , i quadri del rinascimento come icone. Gesù modello e volto archetipo del genio. Cfr. ebook/book. di Ravecca Massimo. Tre uomini un volto: Gesù, Leonardo e Michelangelo. Grazie.

lupo ha detto...

grazie Rossa

Rossa ha detto...

grazie a te Lupo.
buona giornata
Rossa