bianco e nero

come una foto. in bianco e nero. nessuna concessione al colore, alla spettacolarita', ai nuovi barbari. bianco e nero colori vividi dell'essenziale, solo l'autenticita' della forma. della sostanza. l'occhio vede e non si inganna.
"questo e' il mio segreto.
veramente semplice.
si vede bene solo con il cuore.
L'essenziale e' invisibile agli occhi."
Il piccolo principe. A.d.S-E.

giovedì 30 agosto 2012

io sono Li

stare, proprio stare, al cinema è già bello di suo, sotto le stelle è bellissimo.
mi ha preso 'sta passione, non so come farò quando dovrò tornare sotto un soffitto.
rimpiangerò l'estate, anche di più, ancora di più.
sono andata al cinema all'aperto una sera di agosto, sola a Milano, e anche questa condizione mi piace molto.
sarà per tutti questi fattori già favorevoli, sarà perchè il film, di Andrea Segre, ha i suoi pregi, sarà che le stelle mi proteggono, sta di fatto che ho passato del bel tempo a guardare le immagini di questa storia.
"io sono Li" perchè Li è il nome della protagonista cinese trapiantata a Chioggia per lavorare e riscattare il suo "debito" per ottenere che il figlio di otto anni la raggiunga in Italia.
"io sono Li" perchè è lì che Shun Li deve stare, che sa stare, che sa stare ferma e lottare, perchè quello è il suo posto interiore, quello dell'appartenenza e dell'amore.
Li, significante e significato.


il film è poetico e a tratti magico, quando si rincorrono nell'aria le parole che Shun Li scrive a suo padre e al figlio, quando dice che la laguna è femmina, quindi calma e paziente, e il mare è maschio, agitato e mosso, dal vento.
e lo è anche quando scorrono le immagini della laguna, di Chioggia, dei casoni piantati nell'acqua, delle montagne in sottofondo, della nebbia, del mare che sale e allaga strade e bar, del tempo che passa tra una donna che viene dalla Cina e di un uomo che viene dall'Istria. di due persone che incontrandosi tentano di sentirsi meno soli. in terra straniera.



la solitudine è una bestia che si combatte come si può, o che si culla fino alla morte, anche nella laguna ferma e nei canali umidi e nebbiosi di Chioggia. ma gli incontri che sono possibili nelle parole e nel cuore non sempre sono realizzabili in una dimensione sociale e culturale ancora impreparata all'accettazione dell'altro da sè.
alla fine si torna soli, nascosti e protetti dalla nebbia, o da questa soffocati e cancellati, si muore soli o soli si combatte per la propria salvezza. ognuno secondo il proprio destino...o la propria forza interiore.
Shun Li è ferma e calma, sempre, come la laguna. sa che deve stare al suo posto per un bene superiore, sa quello che è costretta a subire per non perdere di vista l'obiettivo della sua vita, riavere suo figlio con sè.
si lascia dietro dolori, persone, ricordi, poeti, roghi nell'acqua a memoria di chi non è sopravvissuto a una separazione violenta e ingiusta.


è un bel film, di quelli che entrano un po' dentro, che navigano lenti sotto i ponti e alla luce rossa delle candele sull'acqua. come le poesie.



2 commenti:

Anonimo ha detto...

L'ho rivisto questa sera: non è stato come la prima volta, cioè un magone unico dall'inizio alla fine ma comunque ancora bello...come le tue parole.
Elia

Rossa ha detto...

Grazie Elia, delle tue parole.